L’ATO parla del 6,5% di aumento, chi ha fatto i conti denuncia rincari dall’8 al 21 per cento. Poi c’è la novità della sentenza della Corte Costituzionale che esenta dal pagamento della quota di depurazione quegli utenti che non sono allacciati ai depuratori. Loro non pagheranno, e dovranno essere rimborsati, ma gli oneri ricadranno sugli altri utenti. E non si capisce se la stangata sulle tariffe già ricomprenda questi aumenti, oppure si preparano ulteriori, ben più gravi rincari.
“La situazione che si sta delineando in queste ultime settimane nel settore del servizio idrico è assolutamente inaccettabile – sostengono i Verdi con il Portavoce Regionale Mauro Romanelli e quello Provinciale Tommaso Grassi – e diciamo subito che potremmo seriamente valutare la possibilità di chiedere le dimissioni di chi di dovere, ovvero il Presidente di Publiacqua, Amos Cecchi, e il Presidente dell’ATO 3, Giovanni Del Vecchio, se non si assisterà ad una svolta significativa nei prossimi giorni”.
“Le quote per la depurazione, pagate ingiustamente dai cittadini che non hanno usufruito del servizio devono essere restituite automaticamente e direttamente in bolletta - affermano Romanelli e Grassi – E’ inaccettabile che un diritto come il risarcimento economico funzioni solo su richiesta, come da lettera inviata nei giorni scorsi dall’ATO ai Comuni: questa modalità penalizzerebbe in particolare i cittadini anziani, di ceto sociale più debole e meno istruito e che in generale non riescono in tempo a chiedere indietro il rimborso”.
“Ma non si vergognano i soggetti responsabili a cercare di risparmiare qualche soldo e di arginare i danni da loro stessi creati frapponendo ostacoli ai cittadini nell’esercizio di un loro diritto? E non si vergognano, parimenti, a pensare, con l’annunciato aumento delle bollette, di scaricare su tutti i cittadini le maggiori uscite causate dai rimborsi che dovranno versare? ”– dichiarano gli esponenti del sole che ride.
“Infatti, se si esaminano le deliberazioni dell’ATO 3 rispetto alle previsioni tariffarie per il 2009, si evince chiaramente che una parte degli annunciati aumenti in tariffa serviranno proprio a coprire le restituzioni dovute ai cittadini che hanno pagato ingiustamente.
E si evince anche che gli aumenti non saranno solo del 6,5%, come uscito questi giorni sulla stampa, bensì variabili dal 10% al 20% circa, almeno per le fasce di utenza più numerose.” “Ad esempio, per un consumo di 150mc annui, che è quello più o meno di una famiglia media, il rincaro previsto è di oltre il 15%, mentre si registra anche quest’anno il restringimento della fascia di consumo più bassa, che beneficia della tariffa agevolata, con l’abbassamento della soglia da 80mc a 60mc annui” “Certi amministratori, che, ricordiamolo, incamerano sontuosi stipendi, quando commettono errori del genere, e nell’errore perseverano, dovrebbero, non solo dimettersi, ma anche non essere più nominati in nessun altro ruolo e pagare di tasca propria per i danni causati” – concludono Mauro Romanelli e Tommaso Grassi.