A Gaza colpiti il ministero dell'Interno e l'università. Israeliano ucciso ad Ashkelon da un missile sparato dalla Striscia. Terzo giorno dell''operazione 'Piombo fuso': fra le vittime dell'ultima ondata di bombardamenti cinque sorelline fra i 4 e i 15 anni. Livni: ''L'offensiva durerà fino a un nuovo equilibrio di potere''.
Gli scontri, il lancio di razzi e le reazioni che negli ultimi giorni hanno rotto la tregua nella striscia di Gaza, in Medio Oriente, hanno fatto le prime vittime: almeno trecento morti secondo le agenzie e tra loro molte donne e bambini.
«Una tragedia, l'ennesima in una terra martoriata che ben conosciamo e dove siamo partecipi di più progetti di cooperazione - commenta il presidente della Toscana Claudio Martini - che desta dolore ma anche sconcerto, per il cinismo e la spregiudicatezza politica dimostrata da ambedue le parti, da Hamas come da Israele». «Una tragedia a cui abbiamo voluto rispondere anche con un gesto concreto, ampliando il progetto “Saving children” che permette ai bambini palestinesi di essere curati negli ospedali d'Israele».
Il presidente della Toscana annuncia il provvedimento, assunto oggi dalla giunta, durante la conferenza stampa di fine anno che si è svolta a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze. La giunta ha infatti deciso di stanziare centomila euro per gli interventi più urgenti sui bambini palestinesi feriti in modo più grave, negli ultimi giorni, negli scontri nella Striscia di Gaza. Il progetto di cooperazione sanitaria “Saving Children” è un'esperienza praticamente unica. E' stata definita “medicina al servizio della pace” e da quando nel 2003 il programma è partito ha permesso di curare negli ospedali israeliani oltre cinquemila bambini palestinesi, malati o gravemente feriti, che altrimenti non sarebbero stati curabili.
Il progetto vede impegnati la Regione Toscana, il centro Peres di Tel Aviv, i pediatri palestinesi e l'ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Nei primi tre anni la Regione ha stanziato un milione e 200 mila euro.
A Firenze, oggi pomeriggio presidio in Piazza della Repubblica, per richiedere l'immediata cessazione delle azioni militari israeliane e per la cessazione dell'embargo contro la popolazione palestinese di Gaza. Domani (17, 30) presidio alla Prefettura in Via Cavour.
"Da poco tempo abbiamo ricordato in consiglio comunale l'anniversario della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e oggi assistiamo preoccupati ad un nuovo capitolo di scontri e violenze nella striscia di Gaza -interviene il presidente del consiglio comunale Eros Cruccolini- Quello che sta succedendo ci spinge a rinnovare l'appello alle istituzioni e alle organizzazioni internazionali affinchè siano rispettati le leggi internazionali sui diritti umani.
Condanniamo le stragi di civili, donne e bambini morti a causa dei missili e dei bombardamenti, ricordando che la guerra non è mai la soluzione più utile a sanare le profonde ferite fra Israele e Palestina. Firenze è città operatrice di pace e più volte il consiglio comunale si è espresso a favore la politica di due popoli due stati".
“In questi momenti drammatici, in cui le prospettive di pace si allontanano e la logica delle armi prende il sopravvento, serve un intervento forte della comunità internazionale capace di far cessare immediatamente le operazioni militari e riportare i due popoli, palestinesi ed israeliani, sulla strada del dialogo”.
Di fronte alla nuova escalation di violenza in Terrasanta, il Sindaco Luciana Cappelli ed il proposto di Empoli Don Guido Engels hanno lanciato un appello congiunto per la fine di tutte le attività militari nella striscia di Gaza. “Serve un immediato cessate il fuoco, per uscire dal vicolo cieco della violenza e riprendere subito il dialogo – prosegue l’appello – perché di ora in ora bombardamenti e lanci di razzi scavano un solco sempre più profondo tra le due comunità. La strada che può finalmente portare alla pace duratura è quella del riconoscimento reciproco, attraverso un negoziato che rappresenta l’unica alternativa all’odio, alla violenza, alla guerra.
“Intendiamo esprimere forte preoccupazione anche per tanti altri popoli che sono vittime dell’odio etnico e religioso in varie parti del mondo. Il rispetto dell’autodeterminazione de popoli inizia proprio dall’accogliere la diversità dell’altro che si fa ricchezza comune e rende ciascuno costruttore di pace”.