Firenze, 22 dicembre 2008- Il saldo percentuale tra coloro che hanno registrato un aumento di fatturato e coloro che invece ne hanno rilevato una diminuzione è più che raddoppiato, passando dai -22 punti del 2007 ai -46 del 2008.
Il quadro emerge da un’indagine mirata condotta dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana nel periodo compreso tra il 26 novembre ed il 10 dicembre 2008, su un campione di 854 imprese toscane afferenti al comparto manifatturiero e dell’estrazione di minerali e presentata il 22 dicembre al Palazzo dei Congressi.
Il deciso peggioramento, pur interessando il complesso del sistema manifatturiero toscano, colpisce soprattutto il mondo dell’artigianato, il cui saldo aumento-diminuzione passa, tra il 2007 ed il 2008, da -26 a -51 punti percentuali, mentre per le imprese non artigiane il medesimo passa da -15 a -35 punti percentuali.
Prendendo in considerazione i diversi comparti, si tratta di un peggioramento che interessa non solo quelli che già da tempo si trovavano in forte difficoltà, come il tessile-abbigliamento, l’oreficeria e la carta-editoria, ma anche quei settori che nell’ultimo biennio, secondo le indagini congiunturali sull’industria e sull’artigianato, avevano trainato la fase di ripresa del manifatturiero regionale, come la metalmeccanica, l’elettronica-mezzi di trasporto e la chimica-gomma-plastica.
La percezione degli imprenditori, confermata dalle indicazioni provenienti da altre indagini, mostra come la fase recessiva si protrarrà anche nel corso del 2009.
Se infatti la crisi finanziaria ha pesantemente influenzato l’andamento del fatturato per il 2008, come segnalato da una quota rilevante di imprese toscane, molto negativa risulta anche la previsione per il 2009: il saldo percentuale tra coloro che prevedono di aumentare il fatturato, rispetto a coloro che prevedono di diminuirlo, tocca i -55 punti, con le imprese artigiane (-57) in posizione peggiore rispetto al resto del sistema (-52).
Per quanto riguarda gli effetti, il 77% delle imprese ha visto materializzarsi un calo degli ordini rispetto ai 12 mesi precedenti, mentre il 55% ha ricevuto dai propri clienti la richiesta di una dilazione nei pagamenti, mentre sono segnalate dal 28% delle imprese aumentate difficoltà di accesso al credito.
Le risposte alla crisi sono orientate prevalentemente ad assicurare la sopravvivenza della propria impresa, in attesa che il quadro generale torni a rasserenarsi.
In tal senso il 68% delle imprese ha provveduto a razionalizzare i costi di approvvigionamento e di produzione, il 65% ha compresso i margini di profitto mentre il 53% ha ridotto gli ordinativi ai propri fornitori. Come era logico attendersi da una crisi che solo recentemente sta interessando l’economia reale, le richieste che gli imprenditori toscani rivolgono alle istituzioni riguardano, eccettuata la scontata richiesta di una minore tassazione sul reddito delle imprese, soprattutto interventi in grado di esercitare un impatto immediato sulla propria attività.
Tra questi spiccano infatti, eccettuata la scontata richiesta di una minore tassazione sul reddito delle imprese (per il 91% delle imprese), il sostegno ai redditi e ai consumi delle famiglie (88%). Inoltre, temendo probabilmente un peggioramento delle condizioni di mercato, un’elevata quota di segnalazioni riguarda provvedimenti per la riduzione dei tassi di interesse passivi applicati dalle banche (87%) e per la predisposizione di strumenti finalizzati ad un migliore accesso al credito (81%).
Oltre ai provvedimenti di breve periodo, le imprese toscane chiedono di intervenire su questioni che già da tempo sono nell’agenda politico-istituzionale, come la semplificazione burocratico-amministrativa (88%), il supporto alle spese per investimenti in ricerca e sviluppo e per l’acquisizione di marchi e brevetti (69%), per il sostegno all’internazionalizzazione (65%) e gli investimenti infrastrutturali (62%).
“È importante -commenta il Presidente Pierfrancesco Pacini- che le problematiche che il sistema manifatturiero toscano si trova ad affrontare non interrompano quel processo di ristrutturazione organizzativa e di riposizionamento competitivo che da tempo le nostre imprese stanno portando avanti.
Guardando al futuro, crediamo che le istituzioni pubbliche possano svolgere un ruolo importante in questo contesto, consentendo alle imprese di attraversare il tunnel e per farsi trovare pronte al momento in cui l’economia internazionale sarà in grado di ripartire. In tal senso, confidiamo non soltanto sulla capacità della Regione Toscana di predisporre strumenti adeguati: anche il Sistema Camerale si è infatti attivato mettendo a disposizione delle imprese opportunità per agevolarne l’accesso al credito, fattore particolarmente critico per le aziende nelle difficoltà attuali.
Con le maggiori risorse stanziate a favore dei fondi di garanzia dei Consorzi Fidi e con quelle per l’abbattimento del costo del denaro preso a prestito, le Camere di Commercio, assieme alla Regione, propongono concreti aiuti al sistema produttivo, per evitare crisi di liquidità e costi finanziari non sopportabili”.