Al Presidente della Regione Toscana Claudio Martini Come tutti sappiamo, la Corte di Cassazione ha deliberato in maniera definitiva sul caso di Eluana Englaro: ha riconosciuto il diritto di Eluana di essere accompagnata a una morte dignitosa, per troppo tempo negatale. Le testimonianze delle amiche attestano che Eluana rifiutava fermamente per sé l'ipotesi di una sopravvivenza forzata, segnata dall'assenza irreversibile della coscienza. Una vita cosiffatta la considerava un male peggiore del morire: "Se dovesse accadere una cosa del genere a me, voi (così si rivolgeva ai genitori), voi dovete intervenire, dovete farlo di corsa.
Se non posso essere quello che sono adesso, preferisco essere lasciata morire". La Cassazione ha riconosciuto la fondatezza di queste testimonianze. Ha fatto valere l'art. 32 della Costituzione che riconosce ad ogni persona il diritto di rifiutare trattamenti sanitari indesiderati. Del resto, il codice deontologico dell'ordine dei medici italiani rifiuta l'accanimento terapeutico. Ora, il padre, Beppino Englaro, cerca una struttura sanitaria che provveda a dare attuazione a quella sentenza. Tralascio volutamente i ricatti e le intimidazioni del ministro Maurizio Sacconi... Il presidente della Regione Lombardia, Formigoni, ha dichiarato che mai un ospedale lombardo potrà accettare di "dare la morte" a Eluana. Ma da parte delle istituzioni regionali toscane mi sarei aspettata ben altre considerazioni e comportamento, e invece... E' di questi giorni la notizia delle dichiarazioni dell'assessore regionale alla salute Enrico Rossi il quale, da una parte riconosce (e come potrebbe essere altrimenti!!) che "la sentenza della Cassazione è un diritto che deve essere esercitato", dall'altra rifiuta questo esercizio sostenendo che "di fronte al rifiuto di altre Regioni la Toscana finirebbe per diventare la terra dell'eutanasia, alla quale sono contrario, e questo sarebbe un errore".
Che dire, forse sole due cose. In primo luogo, l'assessore Rossi dimostra di non essere competente in una materia di cui dovrebbe invece avere altra ben competenza: il caso di Eluana, in stato vegetativo permanente da ben 16 anni, non ha niente a che fare con l'eutanasia, e lo sa bene la Cassazione nel momento in cui emette la sentenza. E a questo proposito forse vale la pena riportare solo alcune parole del Presidente della Consulta di Bioetica Prof. Maurizio Mori: "...liberare Eluana dalla situazione di non-vita in cui si trova" (l'Unità, 18 dicembre 2008) In secondo luogo, verrebbe da chiedere all'assessore Rossi se le altre regioni italiane facessero lo stesso suo ragionamento, che ne sarebbe del diritto che la Cassazione riconosce e chiede che venga soddisfatto? Mi risulta, Sig.
Presidente, - e devo confessarLe che questo mi ha spiacevolmente sorpresa poiché in passato ho avuto modo di apprezzarLa in prese di posizioni coraggiosamente avanzate - che anche Lei, di fronte a un diritto riconosciuto dalla Costituzione repubblicana, abbia sostenuto: "si tratta di una questione privata, che riguarda la famiglia, rispetto a cui la politica deve fare un passo indietro". Da Lei, al contrario, mi sarei aspettata un passo in avanti - ma sarebbe stato sufficiente anche restare sui suoi passi di Presidente della Regione Toscana - e di rendersi disponibile all'attuazione di una sentenza della Cassazione, soprattutto come politico e come uomo, colpito, ne sono certa, da questa angosciosa odissea che sta vivendo, da troppo tempo, la famiglia Englaro.
Non è forse disumano l'abbandono attuato da parte dei nostri rappresentanti politici nei confronti di questa famiglia? E non è contro la Costituzione disattendere una sentenza della Cassazione? Non è politica questa; domanda: che tipo di politica è? E ancora: che significa Sig. Presidente? Non è, la difesa dei diritti delle persone, la cosa che, prima di ogni altra, dovrebbe stare a cuore della politica? E non dovrebbe essere un compito degli eletti legiferare in merito? Mi dica, Sig.
Presidente, come fate a celebrare i sessanta anni della nostra Costituzione e i sessanta anni della Dichiarazione universale dei diritti umani? Sono certa, Sig. Presidente di poter contare su una Sua risposta a queste mie domande perché non mi risulta che Lei sia un politico/anguilla sempre pronto a disattendere ai compiti assunti con l'elezione a rappresentante dei cittadini e, ripeto, per molti aspetti il suo comportamento come Presidente della Regione Toscana era stato, nel corso di questi anni, lodevole e degno di stima. Cordiali saluti Lorena Cipriani Una cittadina/elettrice della Regione Toscana