Dopo Paolo Rossi, l’assessorato alla Cultura del Comune di Prato nell’ambito del PratoFestival Natale 2008, ospita quindi un altro protagonista della satira italiana senza troppi peli sulla lingua, più volte censurato per il suo irriverente coraggio nel criticare qualsiasi tipo di autorità dai grandi politici fino alle personalità religiose. “Decameron - Il monologo” è la versione teatrale del varietà satirico tv di Daniele Luttazzi, e interrotto per una battuta del comico su Giuliano Ferrara, liberamente ispirato al capolavoro del Boccaccio.
Con la varietà lussureggiante della sua materia, l'arte di Boccaccio fondava una cultura laica, libera da pregiudizi: la satira di Daniele Luttazzi partecipa di questa indole. Chi fa satira ha, per natura, una funzione eversiva contro il potere, le proibizioni autoritarie, il sacro. Per un buffone satirico non c'è nulla di fisso, nulla di acquisito, getta lo scompiglio nell'ordine che abbiamo eretto a nostra difesa, si prende gioco della nostra sicurezza. E Luttazzi quindi facendoci ridere, ci rende liberi.
Insomma al Teatro Politeama a partire dalle 21 uno spettacolo divertente, ma che fa anche tanto riflettere sulle questioni più recenti. «Con Decameron alludo alla peste attuale: il pensiero unico reazionario e guerrafondaio, che vuole governare il mondo col precariato di massa e le speculazioni finanziarie. Ne parlavo in tv più di un anno fa. Il disastro oggi è evidente – ha spiegato Luttazzi che ha proposito della satira ha detto - La satira non è roba per signorine. Per sua natura, procura il secondo sorriso: quello che appare quando una gola viene tagliata.
Origina dalla rabbia: ride addossando responsabilità, fa nomi e cognomi. Io ho un gusto tutto mio per il grottesco, che riesce a esprimere meglio l’ambiguità del potere e la sua natura mortifera. Ma con Decameron il pubblico attraversa tutto lo spettro comico possibile, dalla satira all’umorismo surreale». Dalla tv al teatro quindi uno spettacolo da non perdere e davvero senza censure. «Al pensiero unico non piace la satira, e allora la fanno fuori. Decidono loro per tutti noi. Non è giusto, e infatti la Costituzione tutela la satira.
La satira è arte, intrattenimento e critica. Con la censura alla satira imbavagliano le opinioni non omologate. In questo modo, la tv diventa l’anestetico perfetto».