In Toscana sono circa 420mila le persone che soffrono di emicrania, una patologia sottovalutata anche da coloro che ne sono vittima e che per questo motivo non ricorrono a terapie adeguate. Il quadro emerge da un'indagine realizzata dall'istituto Gfk Eurisko e che ha coinvolto anche la Toscana. I dati della ricerca sono stati presentati oggi a Firenze, in un incontro con la stampa (“Non un semplice mal di testa. La Toscana e l'emicrania”), al quale ha partecipato il dottor Enrico Grassi, responsabile dell'Ambulatorio Cefalee Unità Operativa di Neurologia dell'ospedale di Prato, che ha rilevato: “Un atteggiamento piuttosto ricorrente tra gli emicranici è quello di minimizzare la propria condizione e ricorrere a terapie fai-da-te che non solo non risolvono il problema, ma possono addirittura complicarlo poiché l'abuso di farmaci contribuisce alla trasformazione dell'emicrania da forma episodica a forma cronica”. Le cifre, del resto, parlano chiaro.
Il 45% degli italiani non conosce la differenza tra il mal di testa e l'emicrania (che è una particolare forma di mal di testa molto disabilitante) e il 71% non sa che esiste un trattamento di profilassi in grado di prevenire gli attacchi. Percentuali che risultano addirittura superiori alla media nel Centro Italia, compresa la Toscana, dove il 55% della popolazione non distingue l'emicrania dalle altre forme di mal di testa e il 74% non ha mai sentito parlare di terapie di prevenzione. Ma anche chi si definisce sofferente di emicrania non sembra avere le idee chiare su come affrontare il problema.
Nonostante la sofferenza incida pesantemente sulla qualità della vita e sulla possibilità di svolgere le normali attività quotidiane e lavorative (una persona affetta da emicrania perde in media da 1 a 2 giorni lavorativi al mese, con una riduzione della produttività del 50-70%), la maggior parte degli emicranici non è consapevole del fatto che l’emicrania è una vera e propria malattia, ma è convinta che sia solo un mal di testa “più forte, che dura più a lungo”. Dalla ricerca Eurisko emerge che solo il 16% di chi è affetto da emicrania si rivolge allo specialista di riferimento, il neurologo, e solo il 3% ad un Centro cefalee, la struttura specialistica che consente al paziente di eseguire esami specifici per riconoscere correttamente e tempestivamente le varie forme di cefalea e impostare i trattamenti terapeutici adeguati.