Firenze, 14 novembre 2008- E' il tema del convegno organizzato dal Vicepresidente del Consiglio regionale Angelo Pollina per aprire un confronto tra Governo, istituzioni regionali e gruppi politici sugli statuti e sulle leggi elettorali delle Regioni, in programma per stamani presso l’Auditorium del Consiglio regionale.
Ai lavori parteciperanno il Ministro dei Rapporti con le Regioni On. Raffaele Fitto, il Presidente del Consiglio regionale On. Riccardo Nencini, il Presidente della Regione Claudio Martini, il Coordinatore Nazionale di Forza Italia On.
Denis Verdini, i Coordinatori regionali di Forza Italia ed Alleanza Nazionale On. Massimo Parisi e On. Riccardo Migliori, il Capogruppo del PD in Consiglio regionale Alberto Monaci ed i Capigruppo di Forza Italia e Alleanza Nazionale in Consiglio regionale Alberto Magnolfi e Roberto Benedetti.
Un dibattito bipartisan che contribuisce alla definizione delle regole per il funzionamento delle nostre Istituzioni alla luce delle attuali esigenze di rappresentanza territoriale in vista anche di un assetto maggiormente federalista della nostra Repubblica.
“Dopo la riforma del Titolo V della Costituzione – spiega Angelo Pollina – le elezioni regionali del 2005 hanno rappresentato una novità storica nel regionalismo italiano, sperimentando sistemi elettorali differenziati.
Le Regioni che si sono dotate di una propria legge elettorale sono state l’Abruzzo, la Calabria, il Lazio, le Marche, la Puglia e la Toscana. Se da un lato la scelta dello Stato di affidare alle Regioni la definizione della propria forma di governo è coerente con il principio di rafforzare i poteri delle singole realtà locali messo in atto con la riforma del 2001, dall’altro ha contribuito a creare una forte sperequazione per quanto riguarda il principio di rappresentanza dei cittadini da Regione a Regione.
Oggi – continua Pollina – ci troviamo di fronte a realtà come il Molise, dove c’è un consigliere regionale ogni 10.000 abitanti circa, e regioni come la Campania e la Lombardia dove il rapporto sale a un consigliere regionale ogni 95.000 e 112.00 abitanti. Questo perché non sono stati fissati principi e regole generali per determinare percentuali omogenee su tutto il territorio nazionale tra numero di eletti nelle assemblee e numero degli abitanti. Pur consapevoli delle novità introdotte dalla riforma del Titolo V della Costituzione e dalla legislazione delle Regioni a Statuto speciale sarebbe interessante ipotizzare, magari in sede della Conferenza Stato – Regioni, una sorta di legge quadro nazionale attraverso la quale lo Stato, in accordo con le Regioni, fissa alcuni principi in una sorta di legge quadro, lasciando poi alla potestà legislativa regionale la possibilità di declinare gli indirizzi e gli aspetti specifici.
Così potrebbe essere per esempio in merito al numero dei Consiglieri regionali, fissati da un minimo ad un massimo in relazione al numero di abitanti per Regione o per circoscrizione e in merito all’indennità da questi percepita.
L’attuale quadro nazionale lascia infatti ampi spazi di discrezionalità ai legislatori regionali che rischiano di creare Statuti e sistemi elettorali molto diversi tra loro condizionando quindi non solo gli assetti Istituzionali ma anche la vita dei cittadini con il rischio di forti discriminazioni tra una realtà locale e l’altra.
L’odierno appuntamento vuole essere un contributo per favorire l’apertura di un confronto sereno nei Partiti o quanto meno favorire il processo di un intervento nazionale”.