Firenze, 12 novembre 2008- L’indagine commissionata dalla Scuola Edile di Firenze è stata realizzata dal Servizio Statistica della Camera di Commercio tra marzo ed aprile 2008.
Sono state intervistate imprese che si occupano sostanzialmente di nuove costruzioni ed infrastrutture, con dimensioni in termini di addetti contenute ma con un fatturato mediano pari a circa 1,2 milioni di Euro. Le figure critiche e maggiormente richieste sono rappresentate dal direttore di cantiere per i tecnici e dal muratore polivalente per gli operai.
Si tratta delle due figure più richieste nel settore edile ed è probabile continuino ad esserlo anche per i prossimi anni. Per quanto riguarda il direttore di cantiere non sono attesi cambiamenti significativi per i prossimi anni, anche se sarà sicuramente richiesto alla figura professionale una maggiore capacità di utilizzo, in termini più pervasivi, delle tecnologie informatiche nell’ambito della fase di gestione del cantiere, parallelamente anche ad una maggior livello di attenzione ai costi, ai tempi e alla qualità, nonché alle normative sulla sicurezza.
La criticità insita in una figura del genere, determinandone una certa difficoltà di reperimento, riguarda la difficoltà nel reperire soggetti con capacità di problem solving e di resistenza allo stress, caratteristiche importanti e che dovrebbero essere fisiologiche oltre che consolidate con l’esperienza di lavoro. Dall’altro lato abbiamo il muratore polivalente, figura professionale che tende a coincidere con il muratore tradizionale, capace di eseguire con grande competenza le operazioni più frequenti e importanti, in particolare nella manutenzione e nel restauro dell’edilizia storica.
Riguardo alle figure che si occupano di attività più manuali sembra emergere un elemento di criticità da non sottovalutare rappresentato da una certa disaffezione e da una minore appetibilità del lavoro nel comparto edile da parte dei giovani, parallelamente ad una sostituzione di manodopera locale con lavoratori extracomunitari. Se da un lato si rischiano di perdere le tradizionali competenze locali radicate di carattere residenziale, con il rischio di ridurne il grado di specializzazione, dall’altro lato occorrerebbe riuscire a trarre vantaggio dal serbatoio rappresentato dagli extracomunitari, riuscendo anche a motivarli, a formarli, favorendone l’integrazione, e ad indirizzarli verso una cultura orientata al lavoro e al rispetto delle normative.
Sul versante dei fabbisogni formativi le imprese sembrano richiedere maggior formazione in sicurezza, tema particolarmente sentito in questi anni.
Si riscontra anche un certo interesse verso la bioedilizia, settore che potrebbe espandersi notevolmente nel prossimo futuro: da questo “nuovo” ramo possiamo aspettarci evoluzioni positive in termini di nuove figure professionali e necessità, con un orientamento positivo espresso dalle imprese intervistate. L’interesse verso questa area è testimoniata anche dalla distribuzione delle opinioni in merito alla bioarchitettura, che vede oltre la metà delle imprese manifestare un grado di interesse abbastanza elevato.
Se ne deduce che i fabbisogni formativi siano strettamente correlati ai fabbisogni professionali che le imprese hanno posto in rilievo nell’ambito dello studio realizzato.