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Approvazione del decreto Gelmini: domani a Roma per la manifestazione nazionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 ottobre 2008 23:21

Firenze 29 ottobre 2008- Il DL Gelmini è ormai legge è suscita la protesta del mondo della scuola. Nuove dimostrazioni questa mattina da parte degli studenti contro il decreto Gelmini, approvato dal senato in via definitiva, con 164 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti il dl sulla scuola. Il ministro dell'Istruzione: ''Entro una settimana il piano università''. Prosegue incessante la protesta degli studenti. Scontri in piazza. A Milano tafferugli con la polizia. A Roma battaglia tra opposte fazioni: feriti.

Pd: "il governo riferisca in Parlamento". Il premier: ''La sinistra vi prende in giro''.
La protesta contro il decreto Gelmini assume forme fantasiose a Firenze. Dopo un mese di occupazione partecipata di otto Facoltà, dopo centinaia di assemble, dopo le 80.000 persone tra le strade del centro fiorentino, lo scorso 21 Ottobre. Due manifestazioni spontanee hanno seguito, a Firenze, il via libera in Senato al decreto Gelmini. Un centinaio di studenti universitari in bici per il centro storico di Firenze per protestare contro i tagli all’universita’.

Una manifestazione spontanea di un migliaio di studenti medi e universitari sui viali della Città. E poi, blocchi stradali, rallentamenti progressivi, azioni dimostrative, striscioni distesi a chiudere le strade. Viale Morgagni, Via de' Tornabuoni, Sesto Fiorentino, Campo di Marte. Macchine sul prato del campus per disegnare dall'altro la contrarietà alla 133, con "lettere" alte 16 metri. "Salviamo l'Università Pubblica" urla lo striscione di Viale Morgagni. Azioni pacifiche alla Stazione di campo di Marte.
Un mosaico di iniziative per sensibilizzare la società civile contro tagli, licenziamenti, tempo pieno, maestro unico, privatizzazione, grembiule, voto in condotta.

L'abolizione del tempo pieno graverà immediatamente sulla qualità della vita dei genitori lavoratori. Dalle elementari alle facoltà, dagli studenti ai lavoratori, in queste settimane un intero quanto eterogeneo corpo sociale si sta mobilitando contro la riforma Gelmini e i tagli di Tremonti. Striscioni fuori dalle finestre, assemblee, autogestioni e occupazioni si sono susseguite in Scuole Materne, nelle Elementari, nei Licei e Istituti Tecnici, nell'Università. Ci sono state lezioni pubbliche nelle piazze e pomeriggi di gioco nei giardini di ogni quartiere, al grido di "grandi e piccini, uniti contro la Gelmini.

Tre grandi cortei hanno unito spontaneamente genitori e studenti medi, lavoratori di ogni categoria e lavoratori della scuola, bambini e universitari.
Sono queste le novità della mobilitazione: la sua irrapresentabilità, che sconvolge il panorama politico preesistente dando vita ad un protagonismo studentesco e generazionale capace di agire in autonomia e di ricostruire un tessuto sociale aperto. La sua indipendenza rispetto a soggetti precostituiti, la sua distanza dalle logiche conservatrici baronali e dalla mala gestione che ha minato la credibilità dell'università italiana.
“L’approvazione definitiva del decreto Gelmini nel momento di massima mobilitazione di studenti, docenti e genitori e alla vigilia dello sciopero generale di domani è uno schiaffo al mondo della scuola, che dimostra ancora una volta il disinteresse del Governo.

Per Berlusconi e Tremonti la scuola è solo una spesa da tagliare senza nessuna operazione di riforma”. Così Diego Ciulli (Pd), consigliere regionale, ha commentato l’approvazione definitiva al Senato del decreto del ministro Gelmini sulla scuola. Il consigliere Ciulli domani sarà a Roma per partecipare alla grande manifestazione nazionale “per testimoniare concretamente il sostegno e la volontà di confronto con il mondo della scuola”. “Invito – conclude Ciulli – a continuare la mobilitazione, anzi ad intensificarla, in modo da bloccare i regolamenti attuativi e costringere il Governo a tornare indietro sui tagli in occasione della prossima Finanziaria.

Non è questo il momento di arrendersi e rassegnarsi”.
"Ora, a bocce ferme, si può finalmente dire -dichiara Stefania Fuscagni Consigliere Regionale FI-PdL e Responsabile Regionale del Dipartimento Istruzione- che il Decreto è stato descritto, da sinistra, come pietra miliare per la decostruzione della scuola pubblica – quella che oggi occupa il 97,8% di tutta l’offerta formativa-, come la “falce” che avrebbe tagliato di netto la grande tradizione pedagogica di questo paese, come il primo elemento per creare disparità tra ragazzi, famiglie, italiani.

Tutte accuse infondate e poco importa che il Decreto sia del tutto coerente con la Riforma Moratti il cui progetto educativo- prosegue Fuscagni- è stato discusso a tutti i livelli per un’intera legislatura e nella pienezza del vaglio parlamentare; poco importa che il Decreto abbia introdotto pochi e significativi elementi: il voto in decimi, il voto in condotta, l’introduzione dell’educazione civica, un calmiere al costo dei libri di testo, un tetto minimo per gli investimenti sull’edilizia scolastica.

Tutto si è concentrato sull’attivazione del maestro prevalente. Dico attivazione e non introduzione perché il maestro prevalente di fatto è già previsto nella Riforma Moratti congelata per via amministrativa dal Ministro Fioroni. Niente di sorprendete che la politica si batta per far passare la propria visione delle cose, che ci sia dibattito sugli aspetti pedagogici. Il tutto, però, questa volta- continua Fuscagni- è sfuggito di mano e il dibattito si è snodato intorno ad uno schema legato alla dinamica delle paure.

Paura per la soppressione del tempo pieno, paura per il licenziamento indiscriminato degli insegnanti, paura per la chiusura delle scuole di montagna, paura per un nuovo e odioso classismo. Paure che nei dibattiti si scioglievano perché infondate, ma paure che sono diventate le protagoniste di queste settimane. Scuola e paure: è stato questo il messaggio che la sinistra ha voluto creare in queste settimane. Ora i fatti- conclude Fuscagni- scioglieranno i tanti dubbi e faranno superare le troppe ritrosie al Decreto, ma rimane il fatto che da una sinistra che si vuol dire riformista ci saremmo aspettati un atteggiamento diverso magari più fermo nelle proposte alternativa ma non disposto ad orchestrare le paure delle famiglie per ricondurre a sé il consenso"-
“L’arroganza del Governo – sostiene Simoni - non si è fermata nemmeno davanti alla mobilitazione di migliaia di cittadini, degli enti locali, degli operatori del mondo della scuola, degli studenti”.

L’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Firenze, Elisa Simoni, ha così commentato la conversione in legge al Senato del decreto Gelmini sulla scuola. Si è preferito “procedere con una selvaggia decretazione di urgenza su ambiti fondamentali come la scuola, l’università e la ricerca, esautorando il Parlamento delle sue funzioni e impedendo una discussione seria, ragionata, aperta e inclusiva che avesse davvero l’obiettivo di dare a scuola e università le risposte di cui hanno bisogno”.

“In questo modo – prosegue Simoni – oltre a colpire profondamente la scuola pubblica italiana, si è creato un clima di forte tensione in maniera del tutto irresponsabile, con posizioni e dichiarazioni dello stesso Presidente del Consiglio di indiscussa gravità”. Per questo “ritengo ancora più importante oggi, partecipare allo sciopero indetto dai sindacati confederali per il 30 ottobre a Roma: come rappresentante delle istituzioni sarò al fianco dei docenti, dei ragazzi, dei cittadini che domani daranno vita a una civile e democratica protesta contro una legge sbagliata e dannosa per il Paese”.
“L’Assessore Simoni prima di lanciarsi in dichiarazioni stampa sulla presunta arroganza del Governo, reo di far soltanto il proprio dovere, dovrebbe innanzitutto tendere lo sguardo in casa propria”.

Così il Consigliere Provinciale di An verso il Pdl Guido Sensi rispondendo alla dichiarazione dell’Assessore provinciale. "Sono infatti diversi gli istituti della Provincia di Firenze che, come abbiamo spiegato ieri in conferenza stampa, si sono visti privare dei fondi della Provincia per l’ordinaria manutenzione. Un pignoramento questo, reso necessario per saldare il pagamento della Tarsu degli anni che vanno dal 2000 al 2002”. “E’ sicuramente più semplice e gratificante esporsi nell’attacco al Governo – continua Sensi – piuttosto che occuparsi dei “semplici” problemi di tutti i giorni che si trovano a dover affrontare le scuole.

Gli istituti interessati da questo procedimento non hanno fondi nemmeno per le elementari necessità quali l’acquisto di banchi, di sedie, della cancelleria, materiale di pulizia, carta igienica”. "Per questo – conclude l’esponente di An verso il Pdl – vorremmo chiedere all’assessore la cortesia di ricordarsi di mettere in agenda le date e le tappe per risolvere un problema che realmente, nella contingenza, sta creando non pochi disagi alle scuole del territorio, anziché calendarizzare la propria partecipazione agli scioperi”.
«Un sincero apprezzamento per l'approvazione del "decreto Gelmini"» dichiara Jacopo Bianchi, consigliere comunale di FI-PdL in merito al via libera dell'aula del Senato di quest'oggi alla conversione in legge del decreto del Governo, che introdurrà alcune modifiche nell'ambito della scuola primaria e secondaria.

«Il maestro prevalente nella scuola primaria, l'insegnamento di conoscenze e competenze relative al "Cittadinanza e Costituzione" nell'ambito delle aree storico-geografiche e storico-sociali della didattica, una deterrenza fattiva rispetto ai fenomeni di bullismo, l'adozione quinquennale dei libri di testo, nonché una valutazione concreta e trasparente per gli studenti del primo ciclo della scuola secondaria: queste ed altre le importanti modifiche portate avanti dal Governo Berlusconi nell'ambito dell'Istruzione - continua Bianchi -, che dimostrano una reale conoscenza e coscienza delle dinamiche della scuola da parte della maggioranza e dell'intero Esecutivo».

«Da oggi il "decreto Gelmini" è legge a tutti gli effetti - chiosa il consigliere Bianchi - riportando anche il valore abilitante alla laurea in "Scienze della Formazione primaria" per l'insegnamento nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare, che fu abolito nell'ultima finanziaria proposta dal Governo Prodi. Si tratta di un riconoscimento importante verso tutti gli studenti che hanno consapevolmente intrapreso una carriera ai fini dell'insegnamento e che erano stato ingiustamente penalizzati dalla Sinistra».

«Apprendendo di alcune proteste nelle università circa l'approvazione del "decreto Gelmini", ho il piacere di ribadire - conclude Bianchi - che questo intervento legislativo riguarderà solo la scuola, sottolineando, quindi, quanta poca informazione ci sia tra i manifestanti nelle nostre università in questi giorni».
La giunta comunale di Sesto Fiorentino ha aderito in via ufficiale alla manifestazione nazionale indetta per domani a Roma dai sindacati della scuola contro il decreto del ministro Gelmini.

Il sindaco Gianni Gianassi sarà nella capitale insieme agli studenti e agli insegnanti di Sesto Fiorentino per partecipare allo sciopero generale contro la riforma scolastica. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol intendere – ha detto oggi dopo l’approvazione del decreto Gelmini al Senato in via definitiva - il governo è andato avanti per la sua strada senza prendere in considerazione una gigantesca mobilitazione democratica. È sempre più necessario – ha aggiunto - trovare un’alternativa a tagli pesantissimi che metteranno in ginocchio la scuola e l’università, dequalificando l’offerta formativa pubblica e aumentando la precarietà nel mondo della ricerca”.
La proposta di Walter Veltroni di promuovere un referendum abrogativo del decreto Gelmini ha trovato la totale approvazione di Giancarlo Faenzi, segretario Pd Empolese Valdelsa: «Condivido le parole del segretario nazionale.

Questo dovrà essere un referendum della società civile e non dei partiti. Da parte nostra però- continua Faenzi- la massima disponibilità ad appoggiare i comitati promotori, fornendo anche l'uso dei locali della nostra Federazione per la loro organizzazione e per la raccolta delle firme».
Occupazione simbolica del Rettorato di Siena da parte di Azione Universitaria questa mattina. Ci saranno anche i democratici senesi domani, giovedì 30 ottobre a Roma a sfilare al fianco di insegnanti, studenti e genitori per dire "no" ai provvedimenti proposti dal Ministro dell'istruzione, Maria Stella Gelmini.

Tra loro, saranno presenti alla manifestazione nazionale indetta dalle organizzazioni sindacali rappresentative del settore, quali Uil, Cisl, Flc-Cgil, Snals-Confsal e Gilda, il parlamentare del Pd Franco Ceccuzzi e la responsabile della Commissione di programma per l'Unione comunale del Pd di Siena, Simonetta Pellegrini. Piena adesione anche da parte del deputato del Pd Susanna Cenni che non potrà partecipare a causa degli impegni in Aula. Dalla provincia di Siena partiranno 21 pullman con insegnanti, studenti e genitori provenienti da parti diverse del territorio provinciale.

"Dieci miliardi di euro di tagli nel settore dell'istruzione – afferma Franco Ceccuzzi – sono un gravissimo errore che ricadrà sul futuro degli studenti, del personale docente, della scuola, dell'Università e del Paese intero. In un momento di crisi economica, come quella che stiamo vivendo, c'è bisogno di rafforzare il sistema pubblico, l'istruzione e la protezione sociale. La qualità della formazione è un ingrediente decisivo in tutte le ricette che possono essere utilizzate per rilanciare l'economia.

Indebolire adesso la conoscenza e l'istruzione, significherebbe pregiudicare la crescita e la sostenibilità dello sviluppo del nostro Paese. E' per dire no a tutto questo che domani scenderò in piazza al fianco del corpo docente, degli studenti e dei genitori". "Esprimo piena adesione e solidarietà a tutti coloro che domani scenderanno in piazza per protestare contro il decreto Gelmini – dice anche Susanna Cenni – e per salvare il futuro del Paese ed il diritto all'istruzione. La scuola è un bene pubblico che appartiene a tutta la comunità e che deve essere accessibile a tutti.

Per questi motivi, non possiamo accettare una riforma che penalizza con forti tagli, l'istruzione primaria, con il ritorno al maestro unico, quella universitaria, con il serio pericolo di privatizzazioni, e la ricerca, elemento importante per lo sviluppo del Paese". "Siamo contenti della massiccia partecipazione – aggiunge Simonetta Pellegrini – I provvedimenti assunti dal decreto Gelmini sono molto gravi e penalizzano fortemente la scuola pubblica italiana. Inoltre, non si tratta di una riforma, ma di una serie di tagli delle risorse a sostegno di scuola, università e ricerca.

Il Pd di Siena continua a chiedere una riflessione profonda ed un confronto costruttivo sulla scuola pubblica, che ha bisogno di investimenti e di una riqualificazione seria, mentre, invece, queste leggi penalizzano l'istruzione e rappresentano un vero e proprio ritorno al passato che propone offerte formative non adeguate alla formazione che meritano i nostri ragazzi".

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