Mercoledì la minaccia di Berlusconi: ''Non permetterò occupazioni, interverrà la polizia''. Poi ieri il premier assicura: ''Non ci saranno tagli''. La replica di Veltroni: ''Dice bugie e soffia sul fuoco, il governo ritiri il decreto''. Gelmini: ''Qualcuno cerca strumentalmente lo scontro di piazza''.
Non conosce soste intanto la protesta un po' in tutta la Toscana contro la riforma Gelmini. Cori di protesta, ieri mattina anche in Piazza Amendola a Fucecchio. Di fronte al Palazzo Comunale un gruppo di studenti dell’Istituto Checchi ha manifestato il proprio dissenso rispetto alla riforma scolastica proposta dal governo Berlusconi, chiedendo aiuto e sostegno alla causa della manifestazione anche all’amministrazione comunale.
La giunta comunale ha ricevuto una delegazione di studenti che in precedenza aveva manifestato contro i tagli del governo Berlusconi all’Istruzione Pubblica con un corteo per le strade del centro cittadino. La giunta ha manifestato tutto il proprio appoggio all’iniziativa degli studenti che si battono “contro una riforma – come ha ribadito il Sindaco Claudio Toni - che penalizza fortemente la scuola pubblica e più in generale il mondo dell’istruzione”.
Il gruppo consiliare di Rifondazione Comunista alla Provincia di Firenze ha presentato una mozione contro qualsiasi ipotesi di repressione nei confronti del movimento per la scuola pubblica.
Il SILP per la CGIL esprime sbigottimento e incredulità per le parole del presidente del Consiglio, che riportano nel Paese il clima di decenni fa.
Il SILP ritiene che questo richiamo all’autoritarismo prescinde dalle attribuzioni che la legge da a presidi e rettori, e getta sui lavoratori di polizia il peso di una politica che non ascolta e non dialoga. E anche la Federazione di Firenze delle RdB CUB condanna con forza le gravi minacce avanzate da Berlusconi contro la giusta lotta degli studenti e dei lavoratori che si battono contro le norme contenute nella 133 e più in generale contro l’attacco generalizzato alle condizioni di vita, di studio e di lavoro dei cittadini.
"La protesta nella nostra Università e nelle scuole della provincia va avanti, con senso di responsabilità, cercando le migliori iniziative per aumentare il livello di pressione su un governo irresponsabile e incapace". Con queste parole Generazione Democratica, l'associazione giovanile del Partito democratico interviene sulle proteste degli studenti, che, in questi giorni, si stanno svolgendo in tutta Italia e in provincia di Siena.
Plauso a Berlusconi solo dal sen. Achille Totaro (AN/PDL): "E' una vergogna quello che sta accadendo.
Possono dei gruppi di studenti politicizzati impedire il regolare svolgimento delle lezioni? Possono dei capetti di istituto, pungolati da insegnanti di sinistra, decretare l'occupazione delle scuole e sfruttare la situazione per ottenere vantaggi personali? Possono gli insegnanti strumentalizzare alunni minorenni per fini meramente politici? Tutto ciò accade soltanto in Italia. E' inaccettabile l'occupazione generalizzata delle Università come la sospensione della attività didattiche".
A causa della L.
133, gli organi di governo dell'ateneo fiorentino, nella riunione congiunta di questa mattina di Senato e CdA, si troveranno ad affrontare una delibera che prevede la non assunzione di ben 43 ricercatori, già vincitori di apposito concorso, alcuni dei quali banditi già nel 2006. Questo fatto è molto grave e verrà valutato con molta attenzione dai ricercatori fiorentini, che promettono battaglia, in quanto si continua a colpire con puntuale precisione il mondo della ricerca e le aspirazioni, più che legittime e in questo caso legalmente consolidate delle giovani leve.
La riforma della scuola attuata dal Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini prevede l’accorpamento degli istituti “sottodimensionati” con meno di 50 alunni.
Un caso che risponde all’identikit di Zeri (in Italia sono poco più di 4000 gli istituti colpiti dalla scure di questo taglio “folle”), comune “anomalo” formato da tante piccole frazioni dove ogni mattina si è costretti a percorrere anche 10-15 chilometri per portare a scuola i propri figli. Gli scolari di Zeri (poco più di 1300 gli abitanti), dal prossimo anno, potrebbero, se sarà applicato il decreto (il Dl. 154, art. 3 dedicato alla riduzione degli istituti sottodimensionati) essere costretti a portare zaino e libri fino a Pontremoli “abbandonando” un presidio dell’istruzione in uno dei territori a più forte vocazione agricola della Provincia di Massa Carrara.
Una soluzione che non piace a Coldiretti che chiede l’intervento urgente ed unito di tutte le istituzioni locali, in particolare Provincia e Comunità Montana della Lunigiana, per scongiurare un “taglio” che penalizzerebbe troppo un territorio dove la presenza dell’uomo è fondamentale. “Non entriamo nel merito della riforma – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti che ha incontrato le mamme – ma questo taglio significherebbe allontanare le famiglie da una frazione del grande territorio della Lunigiana molto importante a livello agricolo e dove la presenza dell’uomo garantisce non solo la continuità e la crescita delle attività legate al mondo dell’agricoltura, ma anche di difesa e tutela paesaggistica.
Siamo preoccupati – sottolinea Tongiani – perché le giovani coppie saranno scoraggiate dall’insediarsi in comuni privi di plessi scolastici e saranno sempre più spinte a trovare una casa e un futuro nei centri maggiori dove sono presenti scuole e dove saranno più agevolati nel garantirsi il diritto all’istruzione. Il caso di Zeri è anomalo – spiega ancora Tongiani – perché ci sono molti casi dove per arrivare a scuola, ogni mattina, si devono percorrere anche 10-15 chilometri. La scuola fisicamente è distante per tutti.
Andare a Pontremoli significa raddoppiare il tragitto anche se ci sarà, e questo sarebbe il minimo, un pulmino dedicato ogni mattina. Ma non è questa la strada da prendere. E’ inaccettabile questo taglio”. Coldiretti conclude invitando nuovamente Provincia di Massa Carrara e Comuni della Lunigiana a prendere atto della situazione e lancia una provocazione: “A questo punto – conclude il Presidente Provinciale Coldiretti – per evitare di chiudere la scuola non ci rimane che iscrivere gli agnelli di Zeri visto che sono tutti registrati e chiamati per nome e qui, a Zeri, sono più degli abitanti (circa 2000).
Non garantiamo voti eccellenti ma non avrebbero sicuramente problemi con la condotta”.