''Giornalismo online, questo sconosciuto''
Un incontro per 'fotografare' la situazione attuale e riflettere sul futuro del web journalism

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 ottobre 2008 22:34
''Giornalismo online, questo sconosciuto''<BR>Un incontro per 'fotografare' la situazione attuale e riflettere sul futuro del web journalism

Un 37enne che da una manciata d'anni, per l'esattezza 6, ha iniziato a scrivere in Rete, collaborando prevalentemente con una testata (che per lo più si occupa di cronaca locale, cultura, politica, economia e sport) attraverso il materiale reperito nel mare magnun di internet o i comunicati stampa ricevuti e che, in più della metà dei casi esaminati, non usufruisce di un contratto di tipo giornalistico.
E' questo l'identikit del giornalista online tipo.
Vero, i risultati della ricerca avviata qualche settimana addietro da Lsdi sono ancora parziali ma la loro presentazione oggi a Roma, presso la sede della Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha permesso di fare il punto della situazione su un fenomeno, quello del giornalismo online, ancora poco dibattuto nel Belpaese.

Eppure in costante crescita (tanto per fare un esempio, solo una decina di giorni fa Nove da Firenze, sempre a Roma, ha assistito al lancio della versione italiana di AgoraVox).
A presentare i dati già elaborati Pino Rea, coordinatore di Lsdi, Vittorio Pasteris, redattore a lastampa.it, Roberto Natale e Franco Siddi, rispettivamente presidente e segretario generale della Fnsi, e Daniela Stigliano, della segreteria federale.
I primi dati della ricerca
Il questionario, vale a dire l'elemento di partenza di una ricerca che darà i propri frutti fra tre-quattro mesi dopo altre fasi di lavoro, è stato inviato alle redazioni affinché fosse sottoposto ai singoli redattori ma anche alla 'testata'.
Al momento i dati maggiormente significativi riguardano proprio i redattori, cioè coloro chiamati a produrre i contenuti da riversare poi nel web.
Oltre al già presentato identikit, dalle risposte emerge infatti l'esiguo ricorso alla formula del telelavoro (40,54% dei casi) che permetterebbe anche di abbattere i costi dell'impresa giornale; la prevalenza di giornalisti professionisti nell'emanazione online di testate tradizionali (57,14%), mentre nelle testate 'cotte e mangiate' per il web dominano i giornalisti pubblicisti e le figure non iscritte all'Ordine (assieme toccano quota 85,71%); ancora, il non possesso di un blog personale e/o tematico per gran parte dei giornalisti (quasi due terzi ne sono sprovvisti).
Significativo, poi, per conoscere l'immagine di cui gode il giornalista online è l'aneddoto emerso nel corso della discussione finale: c'è chi, fra i colleghi della carta stampata, lo considera (con un certo snobismo) alla stregua di un blogger, mentre i blogger lo considerano (con diffidenza) un giornalista.
Nei prossimi giorni proseguirà il lavoro di raccolta e di analisi dei questionari, perché l'obiettivo, come ha ribadito lo stesso Pino Rea, è capire cosa si sta muovendo nel mondo del giornalismo online.

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