Firenze– Un forte e generale consolidamento delle cooperative agricole, con poche situazioni di crisi e un grande incremento del peso specifico del movimento cooperativo che ormai rappresenta ben il 53,7% della produzione lorda complessiva dell’intera regione. In altre parole oltre la metà dei prodotti agricoli della Toscana sono realizzati da imprese cooperative. In Toscana le cooperative agricole producono qualcosa come:
• VINO: 50 milioni di litri
• OLIO: 20 milioni di litri
• FIORI: 60 milioni
• PIANTE: 250.000
• LATTE: 10 milioni di litri
• FORMAGGI: 1,500.000 kg.
• FRUTTA: 10.000.000 di kg.
• CEREALI: 250.000.000 di kg.
“Diamo questi numeri perché intendiamo tornare a parlare di cose concrete, piuttosto che sempre e soltanto di numeri, fatturati, indici, percentuali, che sono espressione di quel mondo fatto di finanza e poco aderente alle cose concrete che con le sue logiche è responsabile della tempesta finanziaria che sta investendo le nostre economie” dichiara Roberto Negrini, presidente in pectore di Legacoop Agroalimentare.
“E in questa prospettiva chiediamo di tornare a dare centralità al lavoro, e a fare politiche per il lavoro, e con la fame nel mondo e il tema degli approvvigionamenti alimentari che tornano ad essere d’attualità, l’agricoltura intende giocare un ruolo centrale, riappropriandosi anche di corretti strumenti per una nuova politica di finanziamento. Facciamo due proposte: la creazione di un fondo di rotazione, a cui partecipino i movimenti cooperativi e le fondazioni bancarie, e poi che sui piani di sviluppo rurale le risorse non siano date solo in conto capitale ma anche in conto interessi, in modo da ampliare la platea dei beneficiari”.
Questi alcuni dei dati che saranno discussi nel corso del Congresso Regionale delle Cooperative di Legacoop Agroalimentare che si apre domani a Firenze. Le cooperative agricole toscane confermano anche per quest’anno le tendenze degli ultimi anni: crescita del fatturato, aggregazione delle imprese cooperative, buona propensione ad investire in nuovi macchinari e tecnologie. Bene anche occupazione.
Cresce la dimensione delle imprese
Cresce la dimensione delle imprese e cresce il divario fra le grandi e le piccole imprese.
Le prime dieci cooperative segnano una concentrazione del 65% del fatturato, le prime venti dell’80%, le prime trenta dell’89%. Esiste quindi una forte divisione dimensionale, con 30 cooperative che producono circa il 90% del valore della produzione e le restanti 80 cooperative che producono il restante 10%.
Occupazione
Gli occupati nelle coop agricole sono circa 2.000, in costante crescita da 5 anni. Per il 53% nelle coop di lavoro (di conduzione e forestali) e per il 47% in quelle di servizi.
I contratti sono per l’87% da dipendente, con scarso ricorso al precariato: solo il 3,5% di contratti a progetto e il 9,3% di lavoro stagionale. Il 77% dei dipendenti è socio delle coop. Quello in agricoltura resta un lavoro prevalentemente maschile: sul totale della forza lavoro le donne sono il 18%, anche se spesso in ruoli-chiave.
I settori produttivi
In generale l’agricoltura toscana consolida la sua specializzazione nei settori vino, olio, alberi da frutta, vivaismo, che coprono quasi la metà del volume d’affari.
Il vivaismo toscano continua a crescere, con un +2,9% nel 2007 che ha portato il suo valore ben oltre la metà (53,7%) del totale italiano. Il valore della produzione delle coop agricole di Legacoop Agroalimentare si attesta a circa 440 milioni di euro, in crescita rispetto all’anno precedente di circa il 6%. Tutti i comparti registrano crescite del valore della produzione, con punte particolarmente positive per florovivaismo, servizi, vitivinicoltura. Bene anche il comparto zootecnico-lattiero-caseario e l’ortofrutta.
Stabili il settore forestale e quello dell’olio.
Il grano duro
A proposito della produzione di cereali – che negli ultimi mesi ha vissuto momenti di grande tensione sui prezzi e sull’approvvigionamento – c’è da segnalare un’importante inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni. Se fino allo scorso anno il disaccoppiamento dei contributi UE aveva determinato una consistente riduzione delle produzioni di grano duro, a seguito delle pressioni sull’offerta mondiale e agli incrementi di prezzo che ne sono seguiti sul mercato internazionale, la reazione dei produttori toscani è stata quella di tornare a quelle produzioni: le superfici sono aumentate nell’ultimo anno del 6,2% e le quantià prodotte del 15,4%.
I prezzi
Nell’ultimo anni i prezzi agricoli sono aumentati del 4,4%.
Ma il dato medio nasconde alcuni squilibri. Ci sono infatti punte molto alte di rialzi per i cereali (+27,7%).