Autodromo del Mugello: interviene il Difensore civico della Regione Toscana

Redazione Nove da Firenze
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01 ottobre 2008 14:31
Autodromo del Mugello: interviene il Difensore civico della Regione Toscana

Dopo gli appelli inutilmente inviati da Idra all’Azienda sanitaria perché assumesse provvedimenti a tutela del diritto alla salute di cittadini e operatori economici costretti, nel “verde Mugello”, a condizioni di vita invivibili nell’area in cui si irradia l’inquinamento acustico dell’autodromo del Mugello, interviene adesso a chiare lettere il Difensore civico della Regione Toscana Giorgio Morales. Cittadini residenti in prossimità dell'autodromo e che vi esercitano all’aperto le proprie attività produttive e commerciali lamentano – scrive il Difensore civico al sindaco del Comune di Scarperia – “una situazione di forte disagio sia per la propria salute sia per l'esercizio delle richiamate attività a causa del continuo rumore proveniente dall'autodromo”.

La questione, aggiunge il dr. Morales, è stata già portata a conoscenza sia dell’Amministrazione comunale sia degli organi preposti in materia ambientale e sanitaria. E ricorda come l’associazione di volontariato Idra abbia rivolto numerosi appelli alla ASL per sollecitarne l'intervento, evidenziando le condizioni di esistenza di quanti risultano esposti al continuo rombare dei motori: “Nessun intervento di mitigazione di barriere risulta essere stato realizzato a loro beneficio nonostante l'elevatissimo rumore di fondo proveniente dal circuito.

A fronte dell'evidente danno alla salute che deriva a questi cittadini dalle attività necessariamente all'aperto in quanto lavoratori di una azienda biologica. Costretti in alternativa a stare tappati in casa anche d'estate, con 45 decibel ammessi e anch'essi superati, neppure in grado di programmare il riposo pomeridiano giacché non viene comunicato loro il calendario delle ore di pausa". Ma “nessun intervento – osserva il dr. Morales - sarebbe stato effettuato dalla Azienda sanitaria del Mugello nonostante la stessa Arpat lo avesse sollecitato ai fini dell'adozione di eventuali provvedimenti di natura sanitaria”.

L’unico provvedimento assunto suona beffardo. Dopo che l’Arpat ha misurato l’avvenuto superamento persino del limite di 45 decibel all'interno di una abitazione e a finestre chiuse, l’unica iniziativa è stata quella di prendere atto dell'impegno della Ferrari s.p.a di "verificare la stato degli infissi attuali e sostituire gli infissi esistenti non adeguati o installare delle controfinestre all'abitazione"! Al riguardo, il Difensore civico non usa eufemismi: “La situazione in questione appare alquanto atipica, per il fatto che una volta verificato il superamento dei limiti di inquinamento acustico previsti dalla legge, invece che individuare degli strumenti e degli interventi utili a mitigare il rumore prodotto da parte della fonte di questo, si interviene sul soggetto ricettore”! Del resto, “la misura adottata appare - almeno a questo primo stadio di esame della questione - parzialmente inutile in quanto idonea a mitigare il rumore solo all'interno dell'abitazione con le finestre chiuse e non intervenendo in alcun modo sul disagio che gli istanti riferiscono nel condurre la propria vita quotidiana e lavorativa all'esterno di questa”.
Sembra paradossale, ma il Difensore civico si trova costretto a ricordare al Sindaco, cioè all’autorità sanitaria locale, e al dirigente responsabile dell’igiene e sanità pubblica dell’Azienda Sanitaria in Mugello (al quale pure è indirizzata la nota, datata 22 settembre), ciò che su analoga questione ha affermato il Tribunale di Milano, con riferimento all'Autodromo di Monza: “È indubbio che immissioni rumorose eccedenti il limite di tollerabilità, oltre che potenzialmente dannose per la salute sono produttive di un immediato pregiudizio alle condizioni di vita essenziali per la piena realizzazione della persona”.

In particolare, secondo il Tribunale di Milano, aggiunge Morales, “i diritti azionati dai ricorrenti (il libero e pieno realizzarsi delle attività della persona e il diritto alla salute) sono preminenti rispetto alla libertà di iniziativa economica privata, che ai sensi dall'art. 41 della Costituzione non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, con la conseguenza che le "attuali immissioni non possono protrarsi nel tempo, pena la lesione di diritti individuali costituzionalmente tutelati".

Da qui l'imposizione della sospensione dell'attività motoristica che preveda l'impiego di veicoli non muniti di idoneo sistema silenziatore”.
Il giudice della quarta sezione civile del Tribunale di Milano, Marco Manunta, ha evidenziato nella propria ordinanza, emessa l’11 novembre 2005, la prevalenza costituzionale del diritto alla salute su ogni altro interesse commerciale: “E’ appena il caso di osservare che, in base ai dati di comune esperienza e alle acquisizioni indiscusse sul piano medico-legale, l’esposizione prolungata a fonti di rumore eccedenti la normale tollerabilità, oltre a menomare il diritto al benessere e alla piena estrinsecazione delle facoltà personali (protetti dall’art.

2 della Costituzione), è concretamente suscettibile di causare danni, anche irreversibili, alla salute. (...) Non è superfluo ricordare che i diritti individuali in esame, una volta lesi, non possono essere risarciti né in forma specifica, né per equivalente, in quanto la liquidazione di una somma di danaro non offre al danneggiato la possibilità di procurarsi, neppure in via mediata, la soddisfazione dell’interesse pregiudicato, ma fornisce solo un’utilità del tutto diversa (patrimoniale) di carattere meramente indennitario e che non può avere mai contenuto restitutorio del diritto pregiudicato.

In tal senso, quindi, la situazione di pericolo dedotta dai ricorrenti delinea un pregiudizio tipicamente irreparabile ai sensi e per gli effetti dell’art. 700 c.p.c.”. In ogni caso, osserva il giudice, “va considerato che nella specie le esigenze della “produzione” si traducono nell’esercizio di un’attività assolutamente voluttuaria (gare motoristiche), pericolosa, priva di utilità sociale e con un pesante impatto ambientale; caratteristiche che rendono l’attività stessa legittima e lecita solo ove non vengano pregiudicati interessi giuridici di maggiore dignità, quali quelli di cui sono portatori gli odierni ricorrenti”.
Non senza aver ricordato “il danno economico alle attività svolte dagli istanti a causa della presenza dell'autodromo”, il Difensore civico regionale chiede al Sindaco, “anche in considerazione della disponibilità già dimostrata in altre occasioni, di voler fornire a questo ufficio i chiarimenti e le osservazioni necessari ad un completo esame della vicenda, volendo fin da ora considerare l'urgenza della situazione e la conseguante necessità di adottare nuovi provvedimenti per cercare di soddisfare quelle che appaiono come legittime esigenze e richieste dei cittadini interessati”.

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