C'era un tempo in cui era possibile vedere allo stadio un partita di calcio senza troppi problemi, in cui era possibile acquistare un biglietto ai botteghini posti fuori dall'impianto sportivo anche pochi minuti prima che iniziasse la sfida.
Ora, tutto questo, non esiste più e già per comprare un biglietto o entrare in uno stadio bisogna munirsi di documento di riconoscimento, di tanta pazienza e superare controlli e tornelli. Per non parlare poi se uno vuole vedere la propria squadra del cuore in trasferta, evento oramai quasi impossibile con tutte le restrizioni poste dalla commissione che vigila sulle manifestazioni sportive.
Insomma invece di una "campagna" che aiuti l'incontro tra due città, anche se rivali dal lato calcistico, che cerchi il contatto, dei rapporti, organizzando tavole rotonde, cene, scommesse divertenti, incontri tra tifoserie, ecco che si cercano provvedimenti che restringono la libertà del cittadino e dello sportivo, lasciando le partite più a "rischio", ma anche le più belle, alla visione di pochi fortunati, ovvero gli abbonati o i residenti del posto.
Pugno duro, calcio chiuso, fino a quando non si sa, come se poi tutto questo potesse cambiare la testa degli imbecilli, che casomai aumenteranno la loro stupidità.
Forse sarebbe meglio migliorare la testa dei "sani", migliorare gli stadi, levare le barriere, aprire al "contatto dell'amicizia", promovuore iniziative per far riscoprire e scoprire che il calcio è amato dalla stragrande delle persone e soprattutto che queste persone sono tutte "normali" e che le "mele marce", alla fine, sono poche e possono essere facilmente isolate.
Basta volerlo, a patto che la volontà non sia quella di trasformare il calcio in uno sport da vedersi solo e soltanto in tv.
Allora sì che il calcio sarebbe per solo abbonati!!
Luca Pisano