L'infelice esperienza di un non vedente su Volainbus di Ataf. A raccontarla è un dirigente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti di Firenze, Alberto Ceccherini. «Dovendo andare all'aeroporto di Peretola, il giorno prima della partenza mi sono informato al numero verde su orari e costi del servizio – esordisce Ceccherini -. Saputo che il biglietto di Volainbus è circa 4 volte quello di una normale corsa in città, mi aspettavo un servizio speciale. Ma così non è stato. Anzi!». Intanto, riferisce il non vedente, «dopo una lunga attesa al call center l'operatrice, non avendo una copia del nuovo regolamento, non è stata in grado di dirmi se anche per Volainbus fosse valido il mio abbonamento urbano per disabile con accompagnatore a tariffa annuale di 62 euro, utilizzabile per tutte le linee.
Mi sono così rivolto all'ufficio di piazza Adua e, nonostante mi abbiano detto che non avevo diritto ad alcuna riduzione, ho usufruito del servizio la mattina del 13 agosto». In quel caso è andato tutto bene. «Il pullman celeste era già pronto e siamo partiti in orario», racconta Ceccherini. Al ritorno dal viaggio, però, l'amara sorpresa: «Ad attenderci non c'era il pullman dell'andata, ma un normale bus arancione, di quelli usati per il servizio ordinario in città – scuote la testa Ceccherini -.
Così, in pochi secondi lo stretto corridoio è stato occupato dalle valigie e nessuno è più riuscito a muoversi. Tra l'altro i bagagli sono stati sistemati anche sui sedili. Inutile dire che certi passeggeri sono stati costretti a viaggiare in condizioni di non sicurezza». Vista la situazione, i più non hanno nemmeno potuto avvicinarsi all'autista per acquistare il biglietto. «C'era però l'annuncio vocale per non vedenti. Peccato però ripetesse che il bus stava andando verso l'aeroporto, e non alla stazione…», nota Ceccherini.
Che conclude: «Pensare che da luglio, proprio per tutelare chi vola in aereo, è entrato in vigore il nuovo regolamento europeo sui diritti delle persone con mobilità ridotta. In quest'ottica, anche Volainbus non può essere considerata una semplice navetta… Nelle attuali condizioni, come può fare un disabile in carrozzina a salire i gradini del pullman o un non vedente ad orientarsi, visto che mancano gli annunci vocali? E dove troveranno posto sicuro i passeggeri se per i bagagli non c'è un vano apposito?».
«Ci dispiace essere stati testimoni di un disservizio che mette in evidenza ancora una volta che quel minimo di comfort, di accoglienza che chiediamo ai servizi di pubblico trasporto, come ad altri servizi, non sono una nostra prerogativa di persone con necessità specifiche, ma sarebbe ben accetto dalla generalità degli utenti», è il commento del presidente provinciale Uici Antonio Quatraro.