Firenze, 30 luglio 2008- Per la Toscana il Centro di permanenza temporanea dei clandestini potrebbe essere localizzato in provincia di Firenze, a Sant’Angelo a Lecore, nel Comune di Campi Bisenzio. Queste le notizie sulle decisioni di Palazzo Chigi per la localizzazione di un Centro di permanenza temporanea nell'area fiorentina.
La notizia è accolta con soddisfazione dal Presidente di Alleanza Nazionale verso il Pdl in Regione Toscana Roberto Benedetti, da sempre assertore dell’indispensabilità di una simile struttura: «Era ora – afferma Benedetti – che anche nella nostra regione venisse individuato un sito utile alla creazione di un Cie (ex Cpt), prescindendo dalle contraddizioni interne alla sinistra che finora hanno paralizzato la crescita della sicurezza in Toscana».
«Da sempre – prosegue Benedetti – sosteniamo l’indiscutibile utilità che i Cpt possono avere nel contrasto dell’immigrazione clandestina, soprattutto riguardo a identificazioni ed espulsioni, e nella prevenzione dei reati. E’ dunque con favore che accogliamo la notizia dell’individuazione di un sito, per di più geograficamente centrale rispetto al territorio regionale e dunque egualmente accessibile a tutte le province». Con buona pace dei veti imposti dalle sinistre: «Auspichiamo che la sinistra fiorentina e toscana sia capace di confrontarsi in maniera deideologizzata con la decisione del governo, superando le proprie contraddizioni interne per rispondere a quella che ormai sul nostro territorio è divenuta una necessità improrogabile per i toscani, per gli immigrati regolari oltre che per prefetti e forze dell’ordine».
“Siamo stati e rimaniamo contrari.
Un Cpt o, peggio, un Cie è impensabile, che sia nell'area ex dirigibili a Campi o in un altro luogo”. Così Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze “Il Governo – prosegue Francesca Chiavacci - non può credere di arrivare a questi livelli di arroganza e mistificazione: si tratta di strutture per una vera e propria reclusione di 18 mesi, da realizzare in poche settimane, e per giunta senza alcun tentativo di consultazione del territorio”. “Siamo pronti a mobilitarci – conclude Chiavacci - i Cpt sono luoghi inumani, i Cie ancora di più”.