"Le chiedo se non sia possibile fare qualcosa per convincere gli esponenti del Pd di San Giuliano che studiare il neofascismo non significa negare i principi costituzionali e che boicottare la presentazione di un saggio di storia non è certo il miglior modo per onorare il valore della memoria collettiva.", si conclude così la lettera che Antonio Carioti, giornalista del Corriere della Sera e autore del saggio "Gli orfani di Salò" (Mursia, 2008) ha inviato oggi a Walter Veltroni chiedendone l'intervento per mettere fine alla polemica che si è scatenata attorno alla presentazione del saggio organizzata dal gruppo comunale di AN per il 19 luglio prossimo.
La querelle in breve è questa.
Il capogruppo di AN di San Giuliano chiede e ottiene alla fine di giugno la sala consiliare per la presentazione del libro di Carioti, un saggio storico sui movimenti giovanili neofascisti del dopoguerra. La concessione della sala da parte del presidente del consiglio comunale scatena le reazioni degli esponenti locali del PD, Rifondazione Comunista e Sinistra democratica che, sospettando il libro di simpatie fasciste, invocano la revoca della sala in nome dei valori antifascisti. Sulla vicenda interviene la casa editrice Mursia che manda ai contestatori il libro pregandoli di leggerlo e di verificare di persona che si tratta di un'opera storica sulle radici della destra italiana.
Nel frattempo appaiono in rete, su siti no global e della sinistra, appelli alla "mobilitazione antifascista" nella data prevista per la presentazione, l'amministrazione comunale prende tempo e al momento la concessione della sala pubblica è dubbia. Carioti, che ha ricevuto attestati di solidarietà da parte di storici ed esponenti di diverse parti politiche, sinistra inclusa, ha deciso oggi di chiedere l'intervento del segretario del PD per chiarire, una volta per tutte, che "discutere di fascismo e neofascismo si può" senza per questo essere tacciati di simpatie revisioniste o peggio ancora di apologia di fascismo.
"Il caso San Giuliano Terme (Pisa) esce dai confini pisani e diventa emblematico della difficoltà di discutere della nostra storia senza asservirla o piegarla alle logiche della politica.", dice Fiorenza Mursia, presidente della casa editrice. "Quello di usare la Storia a scopi politici è un vecchio vizio del nostro Paese, a destra come a sinistra. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: siamo prigionieri di un passato irrisolto perché di fatto mai compreso, metabolizzato e superato. E' comprensibile che le parti politiche si confrontino anche duramente ma mi aspetto che le istituzioni, anche quelle locali, svolgano il loro ruolo di garante della libertà di espressione consentendo un dibattito libero e pubblico." Sulla vicenda è intervenuto anche Luigi Ganapini, professore di storia contemporanea all'Università di Bologna e direttore dell'istituto di storia dell'Età contemporanea di Sesto San Giovanni (Milano) che dice: "La "sinistra" non deve imitare la destra quando quest'ultima non sa discutere e non sa capire; non deve imitarla quando emette bandi di proscrizione contro gli Istituti della Resistenza; non deve imitarla quando la paura del diverso la fa feroce e ottusa.
Quello di Carioti è un libro di storia che ci fa capire; ci fa capire cose sgradevoli e cose difficili da accettare. Ma la storia di un paese, di questo paese, dobbiamo davvero affrontarla e per farlo abbiamo bisogno di coraggio, non di anatemi."