Ieri sera, in differita da Salò la trasmissione televisiva Porta a Porta ci ha proposto un inusuale confronto tra i proprietari di Fiorentina e Milan.
Da una parte l'astro in declino di Silvio Berlusconi, premier uscente alla vigilia di elezioni politiche con cui il paese gli darà il benservito, dall'altra Diego Della Valle, imprenditore di successo. Non che la contrapposizione tra i due fosse nelle intenzioni del granciambellano di corte Bruno Vespa. Il fatto è che l'anziano leader di Forza Italia (ormai prossimo ai 70 e con un ampio riporto di capelli che lui stesso ha ammesso iersera) è talmente sulle difensive da reagire in maniera scomposta rispetto a qualunque appunto politico.
Così anche Della Valle è rimasto coinvolto nelle schermaglie che il povero Silvio ha ordito nei confronti di giornalisti amici, sindacalisti e imprenditori, tutti facenti parte di una lobby a suo dire prossima allo stalinismo.
Il maldestro Berlusconi, ormai Re Mida alla rovescio, ha regalato all'imprenditore marchigiano la possibilità di offrirgli buoni consigli in tema di governo del sistema finanziario, tolleranza per la libertà di stampa, strategia politica in vista delle consultazioni.
L'esito per gli Italiani è quanto meno imbarazzante dei confronti di un uomo non più all'altezza della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ma almeno tra tutti, i tifosi della Fiorentina si sono consolati con la degna figura del Presidente onorario viola.
Mentre il Berlusca sudava pur sotto amichevoli riflettori, in controcampo il gran patron della Fiorentina sorrideva di lui, forse canticchiando tra se la strofa di una canzone di Neffa: "Vorrei anch'io fare il presidente, ma amo lei e non mi importa niente".
Nicola Novelli
