Si è svolta ieri, davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Firenze, la terza udienza della causa promossa dal dirigente di Banca Toscana, Andrea Pastacaldi, contro il suo licenziamento avvenuto il 6 ottobre 2006, senza un giustificato motivo se non quello della mancata adesione da parte dello stesso dirigente al prepensionamento “volontario” indotto dall’azienda. Nel corso dell’udienza sono stati sentiti il Direttore di Banca Toscana, Giorgio Olivato, ed il Vice Direttore, Giancarlo Picchi, assistiti dall’avvocato Oronzo Mazzotta.
“I due alti dirigenti di Banca Toscana - si legge in una nota dell’ Associazione Progetto Quadri Cisl, di cui Pastacaldi è Vice Presidente - sono apparsi in difficoltà nel rispondere alle domande poste in materia di discriminazione per età (vietata dalla legge secondo il D.lgs.9.7.2003 n. 216, in attuazione della Direttiva 2000/78/CE) e di ritorsione”. “Il comportamento tenuto da Banca Toscana non può essere giustificato” asserisce Roberto De Santis, Presidente dell’Associazione Progetto Quadri Cisl.
“Non si possono, infatti, professare principi di etica e di responsabilità sociale di impresa se poi si ricorrere a politiche discriminatorie di gestione del personale”.
La sentenza è attesa per il prossimo 29 ottobre. “Qualora la causa si dovesse concludere con la condanna della Banca per licenziamento senza giustificati motivi – conclude la nota Apq - questo potrebbe comportare la revoca, della certificazione sociale, secondo i parametri SA 8000, al Gruppo MPS, presieduto dall’avvocato Giuseppe Mussari”.