Firenze, 21 aprile 2008– Si apre domani, martedì 22 aprile, alle ore 17,00, presso l'ex Chiesa di San Carlo dei Barnabiti (via Sant'Agostino 23 Firenze), 'Ricostruirsi Creando', la mostra dei lavori su tela dei detenuti di Sollicciano. 'Ricostruirsi Creando' si presenta con 35 quadri, a cui si affiancano 15 fotografie di murales. I lavori sono stati realizzati da una trentina di detenuti di diverse nazionalità nell'ambito del laboratorio di pittura murale del carcere fiorentino curato dal maestro Mario Cini per l'Arci di Firenze.
Nato nel 1990, il laboratorio ha contribuito a ravvivare muri e pareti del penitenziario con i colori e i disegni di chi non si è rassegnato a riscoprire la propria personalità, a trovare o ritrovare le proprie potenzialità e capacità di comunicare con gli altri. “E' sempre molto difficile lavorare in un carcere, ma – spiega Mario Cini - l'esperienza del laboratorio è cresciuta e si è consolidata”. Oggi all'interno di Sollicciano si contano un centinaio di murales sparsi in tutti gli spazi sociali del penitenziario: per citare qualche esempio, dai corridoi con le rappresentazioni dei segni zodiacali, agli ambienti della sezione femminile con l' 'Adorazione dei Magi' e la 'Cacciata dal Paradiso'.
“La mostra ed il laboratorio di pittura – afferma Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze – rappresentano, accanto al laboratorio teatrale di Massimo Altomare, segnali concreti dell'importanza per il reinserimento sociale delle attività di tipo culturale”. “Il laboratorio – aggiunge Lucia De Siervo, assessore alle politiche per l'accoglienza e l'integrazione del Comune di Firenze – è ormai un'attività storica all'interno di Sollicciano, e questa mostra ci dice che il Carcere è un tema di cui non ci si deve scordare”.
Il 'Laboratorio di pittura murale' fa parte del progetto 'Attività di coordinamento culturale' a favore dei detenuti del Carcere di Sollicciano e dell'Istituto Mario Gozzini, con il contributo del Comune e della Provincia di Firenze. Attualmente sono impegnati 8 detenuti, ma nel corso di questi 18 anni, ne sono passati diverse decine. Nell'esposizione sono presenti anche tre lavori di un ex detenuto, che “dimostrano come questo laboratorio abbia lasciato una traccia nelle persone una volta uscite dal carcere” – conclude Mario Cini.
'Ricostruirsi Creando', che rimarrà aperta sino al 30 aprile, è realizzata con il patrocinio del Quartiere 1 del Comune di Firenze. La mostra osserverà i seguenti orari: dal 22 al 24 aprile e dal 28 al 30 aprile, dalle ore 16,00 alle ore 20,00.
Il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi interpreta se stesso, in uno spettacolo ispirato e dedicato alla tragedia di Pian di Rota, dove lo scorso agosto persero la vita in un rogo quattro bambini rom. Al suo fianco, sul prestigioso palcoscenico del Teatro Goldoni, giovedì 24 aprile alle ore 21, gli attori-detenuti del Laboratorio teatrale della Casa circondariale di Livorno gestito da Arci-solidarietà.
Promosso dal coordinamento femminile di Anpi-Anppia in collaborazione con l’Arci, con il patrocinio dal Comune e della Provincia di Livorno, lo spettacolo è organizzato nell’ambito delle cerimonie per il 63° anniversario della Liberazione. E’ ideato ed organizzato da Alessio Traversi e da Federico Bernini e vedrà la partecipazione di oltre 100 ragazzi delle scuole cittadine di danza (“Arabesque”, “ArteDanza”, “Atelier delle Arti”, “Koiné Danza”, “Laboratorio di danza moderna”), e appunto degli attori del Laboratorio teatrale della Casa circondariale di Livorno gestito da Arci-solidarietà.
“Io non sono razzista…ma però” è liberamente tratto dal “Manifesto della razza”, redatto nel 1938 da un gruppo di scienziati fascisti ed usato dallo stesso regime come base teorica per le leggi razziali. E si intreccia, nel contempo con il “Blog” lanciato lo scorso autunno dal sindaco Alessandro Cosimi su “Livorno e i Rom. Tra inclusione e legalità”, sul quale i livornesi hanno espresso tutte le paure, le contraddizioni della città sui temi dell’integrazione con gli stranieri e in particolare con la comunità rom.
Attraverso i tanti interventi di cittadini livornesi (e non solo) apparsi sul Blog, lo spettacolo vuole offrire un quadro grottesco dei dibattiti e dei conflitti che si scatenano quotidianamente sull’integrazione dei cittadini extra comunitari, ed oggi anche quelli comunitari: un filo che lega quindi la memoria del manifesto della razza al ricordo dei quattro bambini rom morti nell’incendio dell’estate scorsa a Livorno ai quali è dedicato lo spettacolo. Da qui, dai valori della Resistenza, appunto, l’idea di realizzare lo spettacolo “Io non sono razzista…ma però”.
L’ingresso è gratuito. Biglietti numerati disponibili presso la biglietteria del Teatro “Goldoni” a partire dalle ore 16 di giovedì 24 aprile.