Città del Teatro: uno spettacolo di Peter Brook, martedì 8 e mercoledì 9 aprile a Cascina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 aprile 2008 22:16
Città del Teatro: uno spettacolo di Peter Brook, martedì 8 e mercoledì 9 aprile a Cascina

Sizwe Banzi est mort racconta la storia di un uomo che, pur di sopravvivere tra permessi di soggiorno e lavoro che non c’è, ruba i documenti ad un cadavere e assume un’altra identità. Una vicenda dai toni pirandelliani, dove non ci sono speranze, né possibilità di salvezza. L’unica possibilità data è sopravvivere, lottando per mantenere integra la propria identità.
“Cosa sta succedendo in questo mondo schifoso? Io sono un uomo! Nessuno mi vuole? Cos’è che non va in me?”
In questo spettacolo Peter Brook fa emergere con maestria la vitalità del teatro delle townships sudafricane con una leggerezza irreale in uno spettacolo dalla comicità ironica e delicata che mette in luce, ancora una volta, il potere comunicativo della semplicità.
Sizwe Banzi è morto è il secondo atto della trilogia creata da Fugard con John Kani e Winston Ntshona.

Questi spettacoli sono considerati parte dei Township plays (1958-1973), basati su storie di vita quotidiana della comunità nera nel Sudafrica di quel periodo. Lo spettacolo nasce da una serie di fatti realmente accaduti.
Lo spettacolo inizia con il monologo di Styles, il protagonista, che racconta la storia dei giorni in cui lavorava per la compagnia Ford, della sua obbedienza al padrone e dei suoi sogni di una vita indipendente.
Questo sogno lo portò ad acquistare un laboratorio fotografico in cui, d’accordo con lui, i suoi clienti potevano far vivere i loro sogni anche se solo per un momento.

In quel momento appare Robert, che chiede di farsi una fotografia. Si scoprirà che robert è anche Sizwe banzi, l’altro protagonista dello spettacolo. Il suo sogno di trovare un lavoro lo aveva portato ad assumere l’identità di un morto. Nell’assumere questa nuova identità Banzi è obbligato a confrontarsi con il significato più profondo di questa azione, la variazione del nome, della sua storia personale, familiare e sociale, ed anche la consapevolezza che questa decisione sarebbe stata irrevocabile.

Lo spettacolo presenta il ruolo del teatro in una situazione politica di repressione, focalizzandosi sui temi che riguardano l’identità, l’umanità, la verità, e la sopravvivenza.

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