Bisogna fare chiarezza sui termini che si usano: la definizione di "Parco eolico " è già di per sè fuorviante, si deve parlare d'istallazione di tipo industriale, dato che tra l'altro le abitazioni che si ritrovano accanto a una tale fabbrica cambiano di fatto la loro classificazione dal punto di vista acustico da area rurale a zona industriale. Quindi parliamo invece di piloni di oltre 110 m con gigantesche eliche che occupano porzioni importanti di cielo e creano barrire insormontabili per l'avifauna, poiché è scorretto evocare immagini che richiamano improbabili atmosfere bucoliche.
Pertanto occorre una scelta poderata dei siti, non solo giustificata dalla presenza di vento: non basta mettere le pale e poi cambiare il piano strutturale comunale, facciamo per esempio il caso dell'impianto di Scansano e del suo probabile ampliamento sulla contigua Roccalbegna.
In "Maremma Distretto Rurale d'Europa" che ha un territorio scarsamente popolato, alcuni piccoli comuni dell'entroterra come Roccalbegna (11 ab/ kmq,) cercano la panacea nel miraggio eolico, che da loro qualche royalties con cui far quadrare i magri bilanci, mentre i terreni sono ancora a basso costo e a qualche privato può far gola l'affitto pagato dalle multinazionali dell'eolico sul proprio terreno agricolo per incrementare il reddito, così se sull'Amiata poco lontana la geotermia avvelena l'aria e secca le fonti quà con gl'impianti eolici si distrugge il paesaggio e l'economia che nello sviluppo dell'agriturismo e nella produzione di prodotti tipici di qualità aveva cominciato a risollevarsi.
Mariarita Signorini Consiglio nazionale ITALIA NOSTRA - Gruppo di lavoro energia
Roberta Margiacchi CNP (Comitato nazionale Paesaggio) Roccalbegna
mercoledì, 06 novembre 2024 - 11:26