One laptop per child: un fiorentino regala PC usati ai bambini del terzo mondo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2008 15:10
One laptop per child: un fiorentino regala PC usati ai bambini del terzo mondo

Che avete capito? Non ci riferiamo mica al primo cittadino di Firenze. C'è anche qualcun'altro che porta i computer nei paesi lontani, facendolo soltanto in maniera più "sommessa".
Nei giorni scorsi è stata ampiamente pubblicizzata l’iniziativa “One laptop per child” a cui l'Amministrazione Comunale di Firenze ha deciso di aderire, prima città europea. I giornali hanno parlato dell'acquisto da parte del Comune di 1.500 computer da 100$ a 180$ per finanziare il progetto con cui Nicholas Negroponte, il fondatore, intende combattere l'analfabetizzazione nel mondo e avvicinare i bambini alle nuove tecnologie.
Peccato che il sindaco Domenici non sappia che proprio nei prossimi giorni da un comune della cintura fiorentina partirà una missione di alfabetizzazione informatica nel Saharawi, l'ex Sahara spagnolo da decenni annesso al Marocco, dove un volontario di Bagno a Ripoli, tutto da solo, consegna componenti di computer usati raccolti e riparati di propria iniziativa.

Si tratta di un'operazione assai più economica di quella pubblicizzata venerdì scorso a Palazzo Vecchio, che non promuove hardware e software proprietari e che, riciclando i materiali usati mantiene anche pulito l'ambiente. Tanto è vero che il progetto è stato presentato al Salone P.A. Aperta 2007. Nove da Firenze si è fatto raccontare il progetto dal suo animatore, Aleandro Pini, pensionato con la passione dell'informatica: “I primi anni da pensionato lì ho trascorsi ad assistere mia madre.

Dopo la sua morte, nel 2004 la mia passione per l'informatica si riaccese quando iniziai a seguire un corso organizzato da un cooperativa sociale dedicato all'uso delle nuove tecnologie per ultrasessantenni. Era quello che avevo cercato da sempre. Ma scoprii che mi veniva anche naturale spiegare quello che già sapevo e diventai la spalla degli insegnanti”.
Com'è nata l'idea di portare i computer nel Sahara? “Parlando con il presidente della Croce d'Oro di Ponte a Ema, che partecipava ad un programma di cooperazione con quella povera gente.

Cominciammo a raccogliere PC usati. Fu dura farli funzionare. Ma poi passai una settimana indimenticabile nel deserto con i meravigliosi ragazzi Saharawi, spiegando e rispiegando anche per 20 ore al giorno come utilizzare i PC. Intorno a me andava formandosi un gruppo di figli di Tuareg curiosi di apprendere l'informatica. E' stato il 2005. Da allora sono tornato ogni anno”.
Pini partecipa anche a progetti di alfabetizzazione informatica in Toscana: “Sì, il comune di Bagno a Ripoli organizza insieme ad alcune associazioni attività rivolte alla popolazione anziana.

Si tratta di una iniziativa fortunata che ha riscosso successo tra i miei coetanei”.
Complimenti Aleandro. Come sarebbe bello se il Sindaco di Firenze grazie alla benemerenza "acquisita" nei confronti di Negroponte, volesse chiedere al fondatore del Mit MediaLab di Boston se potesse portare qualche scarto di produzione, o computer difettato a Bagno a Ripoli. Così Aleandro potrebbe realizzare ancora meglio il suo personale e solitario progetto di cooperazione internazionale.
Nicola Novelli

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