Possiamo considerare una coincidenza che Paolo Fresu dalla Sardegna, Richard Galliano, cresciuto nel sud della Francia ma di origini italiane, e Jan Lundgren di origini svedesi, si siano trovati l'uno con l'altro? Certamente no e, malgrado una line-up inusuale e abbastanza coraggiosa, questa collaborazione dei tre musicisti più inclini al gusto per la melodia dell'attuale scena jazz europea è cresciuta e si è sviluppata coerentemente. Paolo Fresu è un indomabile poeta del suono. Il lavoro di questo artista, profondamente radicato nella vita culturale della natia Sardegna, i suoi numerosi premi, le numerosissime registrazioni a suo nome e come ospite di altri, testimoniano l'affascinante cifra stilistica di questo artista con ben 25 anni di carriera.
L'originalità è la più grande caratteristica del virtuoso della fisarmonica Richard Galliano. Ridurre la sua carriera soltanto definendolo l'erede di Piazzolla sarebbe limitante. Come pochi altri Galliano ha saputo fondere diversi linguaggi musicali in un idioma solo, assai personale, totalmente europeo ma vicino al jazz quanto alla musica di origine mediterranea. E' stato abile ad elevare uno strumento come la fisarmonica ed il suo fratello più piccolo, il bandoneon, fuori dagli abissi della musica popolare per farlo salire nelle policromie dell'orchestra sinfonica di impronta classica.
Il pianista svedese Jan Lundgren è stato invece abile ad entrare con determinazione nella categoria degli eccellenti ed innovativi precursori scandinavi. La sua gamma musicale incorpora le influenze contemporanee di musica classica, la canzone tradizionale svedese così come l'esteso vocabolario del jazz. Fresu, Galliano e Lundgren si muovono attraverso una grande varietà di espressioni musicali. La canzone francese di Charles Trenet, i brani tradizionali svedesi, il tango di Astor Piazzolla, il barocco italiano di Monteverdi, così come i temi originali, soprattutto composti per occasioni particolari, culminano in una affascinante esperienza sonora.