Firenze, 7 marzo 2008- I bruchi della processionaria hanno iniziato a uscire dai nidi per cibarsi e a rischio sono soprattutto le persone che soffrono di allergie e i bambini. I peli urticanti delle larve, infatti, possono dar vita a forti irritazioni e implementare forme di allergia se vengono a contatto con la pelle o con gli occhi e possono generare problemi anche agli animali domestici. “La presenza dei nidi della processionaria – spiega Simone Tofani, responsabile del Settore tecnico della Cooperativa Agricola di Legnaia – è stata segnalata in varie zone dell’area fiorentina, dal Mugello a Scandicci, e anche in città, sia in aree boschive che in giardini pubblici o privati.
Si tratta principalmente della ‘Thaumetopoea pityocampa’ o processionaria del pino, che vive anche sui cedri, mentre la ‘Thaumetopoea processioneao’ o processionaria della quercia è generalmente più frequente nei boschi. Con i primi caldi primaverili, i bruchi hanno iniziato a sciamare per cibarsi e questo può danneggiare le piante, che tendono a defoliarsi, ma crea anche problemi agli esseri umani e agli animali domestici. Le larve, infatti sono rivestite di peli fortemente urticanti e a rischio sono soprattutto bambini, attenzione soprattutto ai giardini delle scuole, e persone che soffrono di allergie.
La prima regola è di stare attenti e non toccarli, ma il pericolo di un contatto anche casuale non è da sottovalutare, perché basta un colpo di vento per farli cadere dai rami o per trasportare la peluria urticante. C’è qualche pericolo anche per gli animali domestici, infatti abbiamo avuto il caso di un cane che ha cercato di masticare un bruco, manifestando un forte ingrossamento della lingua e irritazione: niente di drammatico, ma sicuramente una cosa poco piacevole per l’animale”.
Allo stato attuale è possibile intervenire con vari metodi per eliminare il pericolo.
“Nel periodo freddo – ammette Tofani – si può intervenire rompendo i nidi, grossi bozzoli sericei che si trovano attaccati ai rami: facendo venir meno il microclima caldo al suo interno, i bruchi muoiono.
Adesso probabilmente è già tardi per questo di intervento e il consiglio è quello di agire con metodi biologici, irrorando la chioma dell’albero con il ‘bacillus turingensis’ che è assolutamente innocuo per gli esseri umani, o con agrofarmaci attraverso endoterapia, iniettando il farmaco nel tronco lo si porta negli aghi, causando la morte delle larve. Allo stato attuale sono completamente inutili le trappole di cattura a base di feromoni sessuali, utili solo contro gli adulti della processionaria nel momento dello farfallamento, che avviene di norma fra maggio e giugno”.