Anziani: indagine sui rapporti di vicinato, sabato mattina alla biblioteca delle Oblate

Redazione Nove da Firenze
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28 febbraio 2008 14:10
Anziani: indagine sui rapporti di vicinato, sabato mattina alla biblioteca delle Oblate

Conosciamo i nostri vicini? O meglio, vogliamo conoscerli?, e abbiamo bisogno noi degli altri? Sono alcune domande che fanno parte di un'indagine sugli anziani per i rapporti di vicinato, presentata dall'assessore all'accoglienza e integrazione e che verrà illustrata in modo dettagliato sabato 1 marzo alla biblioteca delle Oblate alle 10. Parteciperanno anche l'assessore all'innovazione e quello ai rapporti con i Quartieri, i rappresentanti delle reti di Solidarietà e Annalisa Tonarelli sociologa dell'Università di Siena Questa è la prima di una serie di ricerche e di iniziative in questo ambito.

E' importante infatti conoscere e rafforzare le relazioni interpersonali. L'indagine è stata svolta su un campione di 800 persone divise per genere e per fasce d'età: tra i 65 e i 74 anni e dai 75 agli 85 anni, anche per genere. In tema di rapporti con il vicinato il primo dato da rilevare è che 8 intervistati su 10 hanno dichiarato di conoscere i propri vicini, in particolare le femmine (84,2%) e i meno anziani (88,6%). La figura del "vicino" è vissuta come un "amico" per il 29,0% del campione, come un "conoscente" per il 41,3% e solo come un "vicino" per il 25,4%.

Se l'immagine percepita non subisce flessioni degne di nota per età vediamo che per genere, le femmine sono lievemente più inclini a rappresentare il proprio vicino come un "amico" (il 33,2% contro 27,2%). In tema di aspettative dal vicinato, le femmine (70,2% contro il 63,0% dei maschi) indicano "sostegno in caso di aiuto". I più anziani si aspetterebbero di poter trascorrere del tempo insieme (6,7%) ed è ciò che gli stessi farebbero con i propri vicini (7,3%). I meno anziani si aspetterebbero "sostegno in caso di bisogno" (81,8% contro il 65,6% dei più anziani).

Per genere, l'unica differenza degna di essere evidenziata è costituita dalle specificazioni contenute nella modalità di risposta "altro", dove i maschi, dai vicini, si aspettano "cortesia" (12,3% contro il 7,2%) mentre le femmine dichiarano di aspettarsi "nulla" (4,6%). Riguardo ai rapporti con la comunità (terza sezione) il primo dato che rileviamo è quello concernente i punti di riferimento del quartiere. Osserviamo che otto intervistati su dieci indicano i negozi, il 33,6% circa la parrocchia, il 16,1% i circoli e centri di socializzazione, il 10,1% il supermercato e, altro dato che osserviamo, il fatto che un anziano su quattro non ha alcun punto di riferimento nel proprio quartiere.

Sono i negozi i primi luoghi di riferimento territoriale: l'84% per le femmine indicano e il 71,3% per i maschi, mentre un maschio su quattro si attesta sulla modalità "altro", evidenziando in particolare bar e circoli e parrocchie. Per età, la fascia due (74-85 anni) indica i negozi (84,6% contro il 73,8% della fascia1), mentre i meno anziani vivono il proprio quartiere avendo come punti di riferimento le parrocchie, i bar e i circoli. Per quanto riguarda le attività di volontariato, più di 9 intervistati su 10 ha dichiarato di non svolgerle e solo il 7,2% sarebbe interessato ad intraprenderle.

Sono i meno anziani a svolgere attività di volontariato: 10,7% contro il 5,4% dei più anziani, e sono sempre loro i più interessati al fenomeno 9,1% contro il 5,2%. L'unica variabile discriminante è il livello di istruzione, dato che un laureato su quattro svolge questo tipo di attività, mentre tutte le altre modalità registrano valori molto più bassi; in particolare uno su dieci tra i diplomati e solo il 2,8% di coloro che non possiedono alcun titolo. Anche in questo caso l'interesse per questo tipo di attività è proprio dei più istruiti.

Se per genere non si rilevano differenze degne di nota, per età notiamo che sono i meno anziani a conoscere le Reti di Solidarietà, mentre la metà circa dei più anziani non le conosce e di conseguenza non ne ha mai fatto uso. L'ultima sezione del questionario prende in considerazione i rapporti e la disponibilità del vicinato, i rapporti con le altre persone e la disponibilità degli inquilini del proprio palazzo. Poco meno della metà del campione giudica i rapporti con i vicini buoni, il 48,1%, e solo il 2,3% dichiara di avere dei rapporti pessimi.

Un dato confortante è che gli anziani sembrano essere soddisfatti dei propri rapporti interpersonali. Nello specifico sono i maschi tendenzialmente a esprimere giudizi più positivi attestandosi sulla categoria modale "buono": 52,0% contro il 45,4% delle femmine. In tema di rapporti interpersonali in senso più ampio osserviamo che, anche in questo caso, è la categoria modale "buono" quella più indicata (57,1%). Per genere, sebbene non si registrino valori sensibilmente difformi, sono i maschi a valutare più positivamente i propri rapporti interpersonali con una differenza percentuale del 7,1% rispetto alle femmine sulla modalità "ottimo".

Per l'8,7% di quest'ultime i propri rapporti interpersonali sono sufficienti contro il 3,3% dei maschi. L'intera indagine fa parte di un programma più ampio di miglioramento della qualità delle relazioni interpersonali con l'obiettivo di descrivere la qualità delle relazioni interpersonali nella nostra città. L'assessore all'accoglienza e integrazione ha ricordato che dopo gli anziani, l'indagine verterà sui giovani e sugli adulti, per poter avere, alla fine, un quadro completo dell'intera cittadinanza ed effettuare una politica di intervento che si rivolga a vari segmenti di cittadini.

(pc)

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