di Massimo Orlandi
Firenze- Sono le foreste toscane il più importante presidio italiano dall’inquinamento atmosferico, quello causato dall’azione dei gas serra. Grazie all’elevata superficie boscata (1.151mila ettari, pari al 50,3% del territorio) ma anche alle specie e ai tipi colturali presenti, la Toscana riesce a immagazzinare quasi 55 milioni di tonnellate di carbonio, contenendo in maniera decisiva le immissioni dovute all’utilizzo di carburanti. Ma quello di magazzino di stoccaggio di anidride carbonica è solo una delle molteplici funzioni svolte dalle nostre foreste secondo quanto emerge dal Rapporto sullo stato delle foreste presentato oggi a Firenze.
I dati del rapporto mettono in luce il valore di quella grande azienda a cielo aperto che è rappresentata dal bosco: una azienda che dà lavoro a quasi 5.000 persone (in gran parte maestranze della selvicoltura), e intorno a cui gravitano almeno 4.000 imprese del legno e 13.000 addetti. Nel 2006 il numero delle aziende è aumentato dell’1%, sono invece saliti del 5% i dipendenti delle cooperative forestali, e sono aumentati del 10% i tagli selvicolturali, percentuale comunque inferiore all’indice di crescita del bosco e quindi del tutto sostenibile ambientalmente.
E incrementi vi sono stati anche per le attività legate al sottobosco: in crescita il numero dei tartufai, saliti sopra quota 4.000 ( +16%). In calo, invece e positivamente il numero degli infortuni sul lavoro (dalle 239 denunce Inail del 2005 si è passati alle 129 del 2006).
“Dal rapporto – ha commentato l’assessore regionale a agricoltura e foreste Susanna Cenni – emerge una complessiva vitalità delle attività legate alle foreste: le filiera legno vive una fase di rilancio che ora sosterremo con le azioni previste dal Piano forestale (151 milioni di interventi tra il 2007 e il 2011) con l’imminente avvio dei bandi del Piano di sviluppo rurale (che ha una dotazione complessiva di 840 milioni) e con il piano degli investimenti per la produzione di energia da biomasse.
In entrambi i casi l’obiettivo è di stimolare la crescita delle imprese, di favorire le sinergie tra gli anelli della catena produttiva foresta-legno e di favorire la crescita della filiera legata alla produzione di energia da biomasse legnose.
L’assessore ha poi messo in evidenza gli aspetti più propriamente ambientali del rapporto: la difesa dagli incendi boschivi, le azioni per la tutela idrogeologica e di contrasto alle fitopatie forestali più gravi. “Su queste tematiche – ha detto – si stanno ottenendo importanti risultati grazie alla collaborazione di tutte le forze che operano in questo settore. Penso all’azione antincendi: nel 2006 la superficie interessata dalle fiamme è stata inferiore del 50% rispetto alla media nazionale e ha toccato il minimo storico per la Toscana, un dato riconfermato nel 2007, anno tragico specie per il sud del Paese”.
Sul valore del documento illustrato oggi è intervenuta anche Maria Grazia Mammuccini, amministratore di Arsia, l’agenzia regionale che ha curato il rapporto. “Il Rapporto sullo stato delle foreste rappresenta un importante strumento di lavoro per la programmazione nel settore forestale e fornisce il quadro del valore che questo patrimonio rappresenta per la Toscana, in termini di tutela del paesaggio e della biodiversità e di risorsa economica, ambientale e paesaggistica per le aree rurali e marginali.
In un momento così importante per il settore, con l’avvio del nuovo Psr che prevede misure specifiche finalizzate all’uso sostenibile dei terreni forestali, obiettivo strategico è quello di valorizzare la multifunzionalità delle foreste toscane anche attraverso la sempre più stretta collaborazione fra mondo della ricerca, dell’impresa, della pubblica amministrazione”.
"Il bosco toscano è una grande risorsa a livello economico, sociale e ambientale, ma ancora poco valorizzata -E’ in sintesi il commento del presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci, in occasione della presentazione del Rapporto sullo stato delle foreste toscane, avvenuta quest’oggi a Firenze, a cura di Regione Toscana e Arsia- se consideriamo l’enorme potenziale a disposizione, visto che la Toscana è la prima regione boscata d’Italia con 1.151mila ettari di superficie, è necessario puntare sulla multifunzionalità delle imprese attraverso la valorizzazione delle produzioni legnose, ma anche dei prodotti selvicolturali del bosco.
E’ importante proseguire nella strada delle agrienergie e contemporaneamente promuovere la coltivazione del bosco stesso, e quindi avviare delle micro-filiere dei prodotti legnosi. In questo modo il tessuto rurale dei territori montani, spesso svantaggiati per la carenza di servizi e di concrete possibilità economiche, può assumere un ruolo autonomo e non secondario per lo sviluppo di queste aree".