Al ternine della conferenza mondiale dell' agenzia antidoping che si è svolta nei giorni scorsi a Madrid, l'ex ministro austaliano delle finanze, John Fahey, è stato eletto nuovo presidente della Wada.
Si sono astenuti dalla votazione i rappresentanti europei ed alcuni di loro hanno anche manifestato la loro contrarietà alla nomina di Fahey. Il mandato di Fahey durerà tre anni, mentre alla vice presidenza è stato eletto il presidente della commissione medica del Cio (Comitato olimpico internazionale) Arne Ljungqvist.
Sempre nella riunione di Madrid è stato approvato il nuovo codice mondiale antidoping che entrerà in vigore dal prosismo primo gennaio. Tra le novità: il passaporto sanitario dell'atleta, che consentirà un monitoraggio durante tutta la carriera; pene più severe per le violazioni (dagli attuali due anni di sospensione, si passerà a quattro). Sono previste riduzione di pena fino al settantacinque per cento per chi offrirà piena collaborazione. Non è passata invece la proposta di proibire lo svolgimento di manifestazioni sportive nei paesi che non sottoscriveranno la convenzione antidoping (misura ritenuta penalizzante per gli atleti).
Importante il ruolo dell'Italia che, nell' elaborazione del nuovo codice, vede inseriti due emendamenti presentati dalla ministro dello sport Giovanna Melandri.
Cesare Monteleone