Un vangelo apocrifo racconta: “Una donna entrò in una piazza e, alla sua vista, tutti gli uomini scapparono velocemente. Gesù però rimase, le si avvicinò e le chiese: ‘Perché vieni così? Perché arrivi in questo modo pur sapendo l’effetto che provochi?’ . La donna infatti aveva il vaiolo e ne aveva tracce su tutto il corpo. La donna rispose: ‘Perché volevo capire se tu eri veramente fuori dal comune’. Allora Gesù prese dell’acqua e della terra e con l’impasto delle due le coprì il volto.
Poi iniziò a scolpirle piano piano un viso nuovo. Tolta la terra la donna era guarita e più bella di prima. ‘Spero che tu piaccia a te stessa’ e, detto così, Gesù se ne andò”.
Questo è solo uno dei racconti dimenticati che Dario Fo ha riportato alla luce nel suo ultimo libro: “Gesù e le donne”, presentato oggi al pubblico del Festival della Creatività. L’ultima fatica del premio nobel è il risultato di molti anni di ricerche che hanno portato alla consapevolezza che nella lettura del Vangelo esistono una serie di equivoci e distrazioni non sempre casuali.
“Tra le varie mistificazioni avvenute nel corso della storia del Cristianesimo - ha dichiarato Fo - la più eclatante è stata quella di far sparire del tutto la presenza delle figure femminili a fianco del Messia".
Soprattutto attraverso lo studio dei Vangeli apocrifi e delle immagini dei primi secoli del Cristianesimo, Fo ha scoperto non solo la costante presenza delle donne al fianco di Cristo, ma anche la predilezione che egli nutriva nei loro confronti nonchè la rivoluzione che ha operato dando ad esse dignità in una società decisamente misogina.
“Leggendo i Vangeli – ha continuato il premio nobel - si può notare che Gesù Cristo stabilisce più relazioni con donne, direi il doppio di quanto faccia con i personaggi maschili che compaiono nei racconti, e questa scoperta per me ha avuto un significato tale da stimolarmi a scriverci sopra un libro".
E non solo.
Rileggendo i testi sacri Fo ha scoperto un Gesù affabulatore e ribelle, un critico della struttura della famiglia che rende morti, ha ritrovato la farsa e la tragedia trasportandole anche nella nostra attuale situazione governativa .
Il Fo di sempre dunque quello presente al Festival della Creatività: una grande letterato e un grande osservatore del mondo che si diverte a ricordarci come il termine “creatività” non derivi da “creare” ma da un’immagine fantastica che significa “realizzare attraverso la fantasia”.
Virginia Friggeri