Firenze, 21 settembre 2007- Saranno pubblicati dal mese di ottobre i primi bandi del nuovo Piano di sviluppo rurale. Si attiverà quindi praticamente all’indomani dell’approvazione di Bruxelles il flusso di risorse pubbliche che, nel giro di 7 anni, raggiungerà gli 840 milioni di euro (di cui 370 di provenienza comunitaria) attivando una mole di investimenti stimata in oltre un miliardo e trecento milioni. Grazie a questa ingente dotazione finanziaria il Psr 2007- 2013 diventerà elemento fondamentale di sostegno a tutte le sfide con cui l’agricoltura toscana cercherà di sostenere la sua competitività sui mercati: nelle sue 24 misure, in gran parte rivolte alle imprese, il piano sosterrà i processi per la qualità e la tipicità dei prodotti, incoraggerà la diversificazione, promuoverà l’innovazione e la modernizzazione.
In un sistema agricolo caratterizzato da imprese spesso molto piccole, il Psr stimolerà con appositi interventi di sostegno la cooperazione all’interno delle filiere produttive tra chi produce, chi trasforma, chi distribuisce: in quest’ottica l’agrindustria vede potenziate le opportunità di accesso al piano. Trasversali a molte delle misure del piano saranno gli incentivi a chi favorirà lo sviluppo delle agrienergie (in particolare da biomasse legnose per cui la Toscana è particolarmente vocata), sia per il riscaldamento delle aziende, sia per la produzione e vendita di energia elettrica.
Centrali saranno le politiche per il lavoro con una particolare attenzione a quelle per la sicurezza.
Le aziende che acquisteranno macchinari o attrezzature in grado di migliorare la sicurezza sul posto di lavoro riceveranno contributi anche superiori al 60% dell’investimento complessivo.
Sarà poi incentivata la spinta verso il ricambio generazionale: tra le misure del piano figura un aiuto sino a 55mila euro per i giovani under 40 che presenteranno un progetto per lo sviluppo di una impresa agricola e, parallelamente, contributi fino a 180mila euro in dieci anni per consentire il prepensionamento a agricoltori che abbiano superato i 55 anni.
Particolarmente innovativo, infine, il capitolo dedicato alla diversificazione delle attività nelle zone rurali: saranno previsti sostegni per attività che possono integrare il reddito dell’imprenditore agricolo, da quelle turistiche e didattiche all’agricoltura sociale.
Il piano punterà inoltre a sostenere nel suo complesso il mondo rurale, con misure volte sia a conservare e migliorare l’ambiente e il paesaggio sia a favorire la permanenza delle popolazioni, con attenzione allo sviluppo della rete dei servizi e alla integrazione con le politiche turistiche e culturali.
Per il nuovo Psr la Toscana cercherà di mostrare una capacità di impiego delle risorse quantomeno analoga a quella dimostrata con il piano precedente: quando la nostra regione è riuscita non solo a spendere nei tempi previsti, tutte le risorse (720 milioni), ma anche a utilizzare 86 milioni di euro ottenuti grazie ai riparti successivi di fondi non spesi altrove, per un totale di 806 milioni.
Soddisfazione della Cia Toscana per l’approvazione del Piano di Sviluppo Rurale della Toscana.
Per la Cia c’è anche la consapevolezza di aver dato un contributo determinante, già nella fase di impostazione delle strategie e degli obiettivi, ma anche nella individuazione delle priorità territoriali e settoriali. Saranno 839,1 milioni di euro, di cui 369,2 di quota comunitaria, l’ammontare delle risorse per l’agricoltura e lo sviluppo rurale in Toscana nei sette anni di attuazione dl programma, di cui una parte consistente, - il 39% nell’Asse1, - ovvero per gli investimenti tesi al miglioramento della competitività del settore e alla valorizzazione delle produzioni agricole e forestali.
La conferma della programmazione Leader, alla quale sono attribuite il 10% delle risorse, assieme alle azioni previste nell’Asse 3 – diversificazione dell’economia rurale e qualità della vita nelle aree rurali, - 19% delle risorse,- qualificano il PSR della Toscana come un programma equilibrato, attento ai bisogni dei settori in crisi, sensibile alle nuove opportunità rappresentate dalle agrienergie, capace di incoraggiare processi di aggregazione delle produzioni e di favorire l’adesione ai processi di innovazione e miglioramento della qualità.
Il piano conferma anche la validità delle azioni nel campo agroambientale – 40% delle risorse – con azioni ulteriormente innovative che promuovono l’impresa agricola nella funzione decisiva nella tutela e qualità dell’ambiente.