La quinta edizione della rassegna propone un viaggio attraverso storie, identità, percorsi dell’universo queer, che valorizzi le specificità gay, lesbiche e transgender ma sia aperto all’incontro con sensibilità e punti di vista diversi: il confronto interculturale è sempre un gioco a somma positiva, arricchisce tutti coloro che lo praticano.
L’immagine del Festival 2007 – uno sbattitore – è, come consuetudine negli ultimi anni, un oggetto di uso comune, domestico, che associato alla realtà queer vuole ricordare come le persone glbt non siano strani extraterrestri ma facciano parte ordinariamente del panorama umano della nostra società, persone che possiamo incontrare in tutti gli ambienti e realtà.
Contemporaneamente, come lo sbattitore, la cultura glbt vuole animare e rimescolare gli ingredienti del panorama culturale della nostra città e regione.
Partiamo con la mostra Queer Remix, le culture gay, lesbiche e transgender a Firenze dal 1970, per poi tuffarci nel meglio della produzione cinematografica queer, proveniente dai principali festival internazionali. Abbiamo selezionato un cinema che colpisca la mente, il cuore e ci tenga incollati alle poltrone. Il festival vuole essere un luogo per scoperte e conferme, dove sentirsi a casa di fronte allo schermo, ma anche scoprire nuove frontiere, per un mondo migliore da costruire insieme.
Le storie che vedremo raccontano di amori contrastati tra Israele e Palestina, nel nuovo film di Eytan Fox (The Bubble); di identità ed orientamenti sessuali in movimento in Puccini for beginners, brillante ritorno di Maria Maggenti, o nei film francesi Crustacés et coquillages e L’homme de sa vie.
Molti film giocano con i generi tradizionali, rivisti con occhio queer: l’horror brillante in Poltergay, il film sportivo in Balls, la commedia etnica in Nina’s heavenly delight di Pratibha Parmar. Tra le conferme, ritroviamo le ossessioni del portoghese Joao Pedro Rodrigues (Odete); tra le scoperte il film orientale Spider Lilies. Altri film ci faranno scoprire storie di vite fuori dal comune, prese dalla realtà (Sara Zanghì, Peter Berlin o le trans di Les travestis pleurent aussi) o alla realtà ispirate da vicino: una drag queen che salva una fabbrica sul lastrico (Kinky boots), una lesbica turca costretta ad assumere un’altra identità per sopravvivere in Germania (Unveiled).
Gli anni 70 in Italia ritornano con l’ultimo omaggio di Bertolucci a Pasolini e la riscoperta di un autore fiorentino, Valerio Casciarri. Dall’Italia di oggi, vedremo Ma la Spagna non era cattolica? di Peter Marcias, che ci mette di fronte al ritardo del nostro paese in materia di diritti civili, e Riparo, Anis tra di noi di Marco Simon Puccioni, la storia di due donne nel nord-est industriale. E ancora numerosi corti e documentari per raccontare il presente, anche al di là dei nostri confini.
Dagli Stati Uniti arrivano alcuni film molto indipendenti: A dirty shame, ultimo lavoro del grande John Waters, che si applica ancora con ironia feroce su modelli e tabù della società USA; il cult lesbico, radicale e dissacrante, Itty Bitty Titty Committee; la riscoperta di uno straordinario film del 1970, Myra Breckinridge, tratto da un romanzo di Gore Vidal.
All’interno del programma complessivo sono previsti anche numerosi incontri e presentazioni, la serata finale del concorso Videoqueer, per chiudere in bellezza con l’omaggio di Vladimir Luxuria (sarà protagonista anche di un documentario) a Pier Vittorio Tondelli, uno degli autori che più amiamo.
Il festival non può fare a meno della collaborazione e del contributo degli enti pubblici .Tra tutti non possiamo ringraziare il Comune di Firenze e la Regione Toscana ,quest’ultima anche per l’importante lavoro che sta facendo ,insieme alle associazioni,per attuare la legge regionale contro le discriminazioni per l’orientamento sessuale e identità di genere.