A Firenze, Amerika da Franz Kafka, produzione dei Chille de la balanza e storia di un giovane emigrato ceco nell'incontro-scontro con l'America di inizi 900, ha fatto proprio questo.
A San Salvi (l'ex-città-manicomio di Firenze), alla fine di un seducente evento itinerante di teatro a 360° arriva un autobus di linea, con destinazione la Terra promessa del Grande Teatro di Oklahoma. Tutti gli spettatori sono invitati a salire a bordo... per essere poi abbandonati crudelmente dopo un lungo, caldo viaggio nel centro di Firenze: il primo giorno nei pressi di Piazza della Signoria, il secondo in piazza del Duomo e il terzo infine davanti alla sede RAI.
Scattano a questo punto le reazioni più imprevedibili: una giovane signora, indignata, minaccia querele e denunce, Piero Pelù - direttore di Fi.esta l'Estate fiorentina nel cui ambito si svolgeva lo spettacolo - parla di "genialità" e ritrova il "diavolo" cui è dedicato il suo progetto proprio nella trovata finale...appunto diabolica; un giornalista promette fuoco e fiamme, un signore cardiopatico chiede il rimborso del biglietto e al ritorno a San Salvi - luogo di partenza dove aveva verosimilmente parcheggiato la sua auto - anche il rimborso del taxi...ma dopo cinque minuti di chiacchierata con gli altri spettatori riconosce che nessuno altro finale avrebbe meglio reso il tema dell'emigrato europeo respinto dalla società americana descritta da Kafka e promette di invitare alcuni suoi amici per il giorno dopo.
E non finisce qui: passa una sola ora e si apre un dibattito via e-mail tra i diversi spettatori (favorevoli, incazzati neri, ex-incazzati sulla via del ripensamento ecc...), che dopo giorni, non accenna a diminuire.
giovedì, 21 novembre 2024 - 11:32