Milano, 23 marzo 2007- "Punto ad un programma che valorizzi la ricerca del contemporaneo, oltre alla conservazione del passato". "Il Museo del Tessuto di Prato deve essere testimone della cultura di un'epoca, ma anche laboratorio aperto, capace di confrontarsi con innovazione e creatività". Già oggi, la struttura museale si distingue per avere un'importante Sezione Contemporanea, nata dalla collaborazione con Pratotrade.
Lo ha detto Andrea Cavicchi, neo presidente del Museo del Tessuto e della sua Fondazione, in occasione della presentazione del programma espositivo 2007 - tra cui una mostra a Thayaht - e del nuovo catalogo, che raccoglie le donazioni ricevute nel corso degli ultimi 30 anni.
Edito dalla Museo del Tessuto Edizioni, Museo del Tessuto di Prato.
Trenta anni di donazioni documenta in 240 pagine, attraverso saggi scientifici e 150 tavole a colori, oltre cento manufatti, perlopiù inediti o sconosciuti al grande pubblico (il libro di preghiere in seta, le braghesse del 500 con il cartiglio "Voglio il core", etc), provenienti da quattro continenti per una chiave di lettura di circa 15 secoli di storia dell'arte tessile, dall'epoca copta (III-VII d.C.) ad oggi.
Nato nel 1975 presso l'Istituto Tecnico Industriale Statale Tullio Buzzi, a scopi conservativi e formativi, il Museo pratese raccoglie un'ampia collezione di tessuti antichi e contemporanei, in continua evoluzione grazie alle incessanti donazioni che, oggi, arrivano a 200.
"Una gestione finanziaria rigorosa, quella del Museo, ma al tempo virtuosa che ha prodotto, in soli tre anni, oltre 500.000 euro di entrate straordinarie, permettendoci di sostenere in attivo un programma espositivo importante, con riconoscimenti a livello internazionale", ha spiegato il direttore Filippo Guarini.
Tra questi, la nomination all'European Museum of the Year Award nel 2005, il premio annuale dell'European Museum Forum; un gemellaggio con il Moda Museum di Londra, dove ha organizzato l'esposizione "Woven Splendour"; l'esportazione della mostra sul jeans in Belgio; la partecipazione a progetti europei, ed il prestito di opere a musei stranieri come il Palais des Beaux Arts, Bruxelles; il National Maritime Museum, Greenwich; il Victoria and Albert Museum, Londra.
Il Museo di Prato è anche coordinatore della rete dei musei tessili europei (a Terrassa e Sabadell, Catalogna; Verviers, Belgio; Lione e Roubaix, Francia; Lodz, Polonia; Schio, Italia).
E' in questo ambito, che si inseriscono i primi appuntamenti: la mostra Alla ricerca del DNA tessile Europeo (30 marzo-30 maggio 2007), una selezione di campionari tessili del XIX e XX secolo provenienti dai musei della rete, in anteprima assoluta; la conferenza Twintex Museums (Prato, 30-31 marzo), realizzata in collaborazione con l'Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Prato e con l'Associazione delle città tessili europee ACTE (riunisce 72 territori a vocazione tessile di 7 paesi europei), occasione per un confronto su ruolo e mutamenti delle città e dei musei tessili europei, in relazione ai processi di trasformazione economica e sociale.
Thayaht.
Un'artista alle origini del Made in Italy, è il titolo della grande mostra, curata da Daniela Degl'Innocenti, conservatrice del museo, che il Museo dedicherà a dicembre al futurista fiorentino Ernesto Michahelles (1893-1959), noto per aver inventato e dato il nome di "TuTa" all'abito da lavoro. Una raccolta di bozzetti e progetti per tessuti, figurini di moda, abiti, materiale documentario e fotografico che testimonieranno il percorso artistico di Thayah nel campo delle arti applicate, e soprattutto nella moda, tra Art Déco e Futurismo.
Corpo centrale dell'esposizione: la sua collaborazione negli anni Venti con l'atelier parigino di Madeleine Vionnet; alcune campagne pubblicitarie dell'artista come quella sul cappello di paglia; il manifesto sulla moda; insieme a materiali inediti, appartenenti al guardaroba di Thayaht che il Museo ha recentemente acquisito.
E infine, una sezione sulla nascita e l'evoluzione della tutta da lavoro, con esposizione di alcuni capi tra i più significativi. La tuta sarà anche oggetto di un concorso per giovani stilisti, ai quali verrà richiesto di reinterpretare in chiave contemporanea e creativa questo capo.