Il vento, girato nella notte sui quadranti di sud/sud-est (scirocco), sta rendendo più agevole del previsto il recupero dell’olio combustibile uscito nella notte di domenica dalla nave chimichiera Chemstar Eagle in rada a Livorno.
Alle 13.00 di ieri a Palazzo Civico l’Unità di crisi (Comune, Provincia, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale, Prefettura) che si è insediata alle 6.35 di ieri mattina - quando cioè la sala operativa della Guardia Costiera ha ricevuto l’allarme dalla nave - ha fatto il punto della situazione che il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ha definito “un’emergenza, ma governabile”.
Il monitoraggio e la bonifica
Per tutta la notte è proseguita la sorveglianza lungo la costa e alle prime luci dell’alba si è alzato di nuovo l’elicottero per stabilire l’estensione della macchia oleosa che, a quanto ha riferito nel corso della riunione il Comandante della Capitaneria Ammiraglio Salvatore Giuffrè, non si è allargata, ma è rimasta ristretta fra l’Accademia Navale e i bagni Pancaldi.
Il materiale si è frastagliato, soprattutto al bagnetto di S.Leopoldo, S.Iacopo, e in prossimità dei bagni Nettuno. Una buona parte del prodotto sversato si è volatilizzato, l’altro è arrivato a terra. Già da oggi sono stati inviati in mare alcuni mezzi specializzati per la bonifica. Nei prossimi giorni, condizioni meteo permettendo, la Capitaneria farà anche installare delle “panne” assorbenti galleggianti (circa 1300 metri lineari), per impedire che eventuale prodotto rimasto negli anfratti venga riportato a largo.
I sommozzatori della Guardia Costiera faranno ispezioni per vedere quanto materiale si è depositato sul fondo e quali danni ha subìto la Posidonia. Per quanto riguarda la bonifica a terra, fin dalle prime ore della mattina, sotto la pioggia, i mezzi della Labromare, ditta incaricata dal Comune di Livorno, coadiuvati da Aamps, hanno continuato a pulire con acqua e solventi specifici la Terrazza Mascagni (pavimentazione, colonnini, gazebo) e la passeggiata a mare, dove già ieri sono stati tolti ben 8 fusti pieni di prodotto misti ad acqua salata.
Le azioni legali
I danni di natura ambientale, secondo quanto ha spiegato alla riunione Leonardo Gonnelli, responsabile della Protezione Civile del Comune di Livorno,per quanto concerne la parte di terra pubblica (Bellana, Terrazza, Chiesa di S.Iacopo in Acquaviva) saranno quantificabili domani.
Invece, per una valutazione complessiva del danno (che deve prevedere anche il fondo del mare) bisogna attendere le indagini subacquee che verranno svolte da personale ICRAM (Istituto centrale di ricerca applicata al mare).
Per quanto riguarda i danni economici, sono sicuramente ingenti e saranno commisurati ovviamente ai costi necessari per la bonifica .
Gli enti territoriali stanno operando , attraverso i loro uffici legali, per veder riconosciuto il “danno ambientale” e conseguentemente recuperare le spese effettivamente sostenute per affrontare l’emergenza attraverso le operazioni di recupero e bonifica per il ripristino ambientale.
Il primo passo della Capitaneria è stato quello di inviare una diffida , ai sensi della legge sulla difesa del mare (la 979 dell’82), al comandante della Chemstar Eagle e all’armatore.
Il Comune ha invece inviato alla Provincia (che ne ha la competenza) una comunicazione affinché valuti la possibilità di predisporre una diffida ai sensi del decreto legislativo 152 del 2006.
Da una prima valutazione si delineano valide garanzie per il risarcimento del danno complessivo.
La nave non risulta essere (come erroneamente apparso su molti articoli di stampa), una “carretta del mare” ma una chimichiera a doppio scafo, a norma con le disposizioni vigenti e di recente costruzione (è stata varata nel 2000).
Proveniente da Tarragona (Spagna) e diretta a Porto Said (Egitto), al momento è ormeggiata alla Darsena Petroli e si può muovere solo sotto disposizione della Capitaneria.