Una serie di "Incontri col campione", l'avvio di un iter per arrivare a un nuovo modello di gestione, un diverso rapporto col circolo L'Unione. Sono questi fondamentali per il rilancio del museo del ciclismo Gino Bartali di Ponte a Ema, illustrati nei giorni scorsi dall'assessore allo sport Eugenio Giani e dal presidente dell'Associazione Amici del Museo del ciclismo Gino Bartali Andrea Bresci. "Il museo deve essere vissuto - ha sottolineato l'assessore Giani - e per questo vogliamo aprirlo più che mai alla cittadinanza e agli sportivi.
Dopo i fisiologici problemi di avvio, come avviene per qualsiasi nuova attività, è necessario far decollare definitivamente la struttura. Penso a un ciclo di incontri che inizialmente vedranno protagonisti i due ct Alfredo Martini e Franco Ballerini, e poi via via con altri campioni di varie epoche".
Poi un nuovo modello gestionale che veda comunque l'Associazione (che tra poco avrà un nuovo consiglio direttivo) "motore" del Museo. "Il ruolo dell'Associazione - ha detto ancora l'assessore Giani - deve rimanere centrale.
Così come concordato fin dall'inizio a gestire la struttura sarebbe stata l'Associazione Amici del Museo di Bartali, presieduta da Andrea Bresci, che ha ben lavorato sul piano della promozione e dell'aggregazione di energie. E' evidente però che una cosa è la promozione e un'altra è la gestione. Per questo penso a nuovi modelli per la gestione sul tipo del Mandela Forum o Teatro Puccini. In questo gli enti pubblici, Comune di Firenze e di Bagno a Ripoli e Provincia di Firenze, pur non avendo, così come prevede la convenzione, oneri finanziari, svolgerebbero un ruolo diverso, ad esempio per sollecitare il coinvolgimento delle fondazioni bancarie.
Tutto ciò non può prescindere da un diverso rapporto col circolo L'Unione che gestisce un punto di ristoro al primo piano della struttura".
Infine l'assessore Giani lancia un appello ai fiorentini e, più in generale, agli sportivi di ogni parte d'Italia: "Fatevi soci dell'Associazione, per contribuire e partecipare attivamente a far crescere il Museo".