"Gli atti pubblici sono molto chiari fin dalla genesi che portò alla costituzione del Museo: l'accordo di programma firmato il 1 giugno 1999 dal presidente della Provincia di Firenze, dal sindaco di Bagno a Ripoli e, come capofila, dal sindaco di Firenze Mario Primicerio, non prevede alcun onere da parte degli enti pubblici che invece si sono accollati il costo della realizzazione della struttura". Non ha dubbi l'assessore allo sport Eugenio Giani che replica a chi accusa gli enti pubblici di aver lasciato sola l'associazione che gestisce il Museo del ciclismo intitolato a Gino Bartali.
A tal proposito l'assessore cita l'atto ufficiale che all'articolo 7, 3° comma recita: "La disciplina del rapporto di concessione per la gestione del Museo verrà effettuata con apposito atto di convenzione nel quale non dovranno essere previsti oneri a carico degli enti proprietari riguardo alla gestione del Museo medesimo".
"La situazione che si è venuta a creare nell'ambito del Museo - ha aggiunto l'assessore Giani - desta in noi, enti pubblici proprietari, preoccupazione e amarezza. Vogliamo evitare di cadere nella pura polemica o nei balletti delle responsabilità, in quanto per noi parlano i fatti: con la promessa, mantenuta, fatta a Gino Bartali di costruire il museo, realizzato a spese del Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Regione Toscana e Comune di Bagno a Ripoli per un costo complessivo di un milione e 250 mila euro.
L'unico soggetto, non pubblico, che ha contribuito alla realizzazione della struttura è stato il Circolo L'Unione di Ponte a Ema che ha concesso gratuitamente il terreno per costruire la palazzina di due piani in una zona assai pregiata, perché collocato nel centro storico del borgo che ha dato i natali a Bartali".
"Così come concordato fin dall'inizio - ha detto ancora l'assessore allo sport - a gestire la struttura sarebbe stata l'Associazione Amici del Museo di Bartali, presieduta da Andrea Bresci, che ha ben lavorato sul piano della promozione e dell'aggregazione di energie.
E' evidente però che una cosa è la promozione e un'altra è la gestione. La raccomandazione che abbiamo fatto all'associazione presieduta da Bresci è sempre stata quella di operare in accordo e cercando il dialogo con la vedova di Gino, signora Adriana, e con la famiglia. E' difficile infatti per l'associazione avere una credibilità a livello nazionale e internazionale, senza una stretta sinergia con la famiglia".
"Il testo - ha concluso l'assessore Giani - non lascia alcun dubbio. Fino da 7 anni e naturalmente ancora oggi, siamo disponibili a esaminare le condizioni per la concreta gestione del Museo evidenziate da Bresci e dai suoi collaboratori, ma senza polemiche e ricatti.
Perché fin dal primo momento essi sapevano che gli enti pubblici avrebbero costruire la struttura, ma non avrebbero avuto oneri per la sua gestione. Siamo aperti a discutere sulla possibilità futura per l'associazione di gestire il Museo. Se questa sarà in grado di proseguire con alcuni accorgimenti, saremo ben lieti di collaborare. Diversamente, lasciando da parte polemiche gratuite, sarà bene che lo dicano chiaramente in modo che tutti assieme possiamo ricercare idonee soluzioni".