Firenze, 11 gennaio 2007- Cisl e Fai-Cisl protestano con i vertici della Mukki presentano un piano alternativo a quello proposto dall’azienda per il quinquennio 2006-2010. Secondo la Cisl, non si possono fare scontare ai dipendenti errori di gestione da imputare alla classe dirigente. Troppi gli sprechi.
«Trovo del tutto fuori luogo e inopportune perché non rispondenti a verità le affermazioni dei rappresentanti sindacali Cisl in merito ai tagli del personale e agli sprechi aziendali della Centrale.
Ricordo che nessuna riduzione salariale sarà possibile fino al marzo del 2008 come previsto dall’accordo integrativo sottoscritto dal Consiglio d’Amministrazione alla presenza delle stesse parti sociali. I dati a cui fa riferimento la Cisl, infatti, sono quelli previsti dal Piano Industriale stilato sulla base delle indicazioni emerse in una giornata di studio promossa dal Comune di Firenze il 4 maggio 2006 dove, per una maggiore stabilizzazione dell’azienda, chiedevamo agli allevatori e ai dipendenti una rivisitazione delle spese.
Per quanto riguarda gli allevatori il punto d’incontro è stato trovato ed il risparmio è stato di 750mila euro. Per ciò che riguarda i dipendenti, invece, l’accordo non è stato raggiunto e, pertanto, non sarà effettuato nessun taglio. La cifra indicata da Cisl è inoltre errata, la richiesta di risparmio era di 600mila euro e non di un milione e, perlopiù, senza alcun tipo di licenziamento ma si trattava semplicemente di rivedere alcune forme di remunerazione riguardanti le ore di straordinario, la previdenza integrativa e il premio di produttività variabile da dividere in parti uguali anche con i nuovi dipendenti.
L’inopportunità delle affermazioni dei rappresentanti Cisl diventa inaccettabile là dove si parla di inutili sprechi amministrativi. Per una corretta analisi dei costi di produzione, infatti, bisognerebbe prima di tutto considerare che il dipendente della Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno viene pagato il 20% in più rispetto al dipendente medio di settore in Italia. Concludo semplicemente sottolineando che la posizione della Cisl non rispecchia comunque la posizione di tutta la compagine delle Rsu».