Tre ragazze fiorentine, e un viaggio diverso dal solito: un remoto villaggio del Kenya sul lago Vittoria, a 10 ore da Nairobi, a 3 di strada sterrata da Kisumu, la terza città dello Stato dell’Africa centrale. Qua per 20 giorni, lo scorso agosto, Giada, Ilaria e Irene hanno prestato la loro opera di volontariato in un orfanotrofio (un capannone di lamiera, con attorno un campo delimitato da del filo spinato), gestito da un pastore protestante. Un luogo, a tal punto fuori dal mondo, che nessun membro del villaggio, eccetto il pastore, aveva mai visto prima un bianco.
“I più piccoli in un primo momento -racconta Giada Di Gaeta- erano terrorizzati; gli adulti venivano e indicando i nei ci chiedevano cosa fossero”. La realtà cui hanno assistito è delle più raccapriccianti: bambini che in preda alla fame tenevano in bocca sassi friabili; altri, che senza versare una lacrima, seppellivano direttamente davanti casa i propri genitori. Il tutto, contraddistinto da un tasso di umanità e solidarietà, incredibile per i nostri occhi: “se i bambini si trovavano in mano un biscotto –continua Giada Di Gaeta- prima di mangiarlo, anche a costo di rimanerne senza, si preoccupavano di darne un pezzo agli altri”.
Racconti di vita, tutti raccolti in 60 emozionanti scatti, che compongono una mostra fotografica, allestita grazie all’ausilio della Sinistra giovanile di Firenze, presso l’SMS di Rifredi in Via Vittorio Emanale 303. Inaugurazione con aperitivo, stasera, venerdì 15, alle 19. Con l’occasione (la mostra visitabile durante gli orari d’apertura del circolo, andrà avanti fino a martedì 19 dicembre) sarà avviata una raccolta fondi, i cui proventi –assicurano le tre organizzatrici- senza intermediari alcuni, saranno interamente rigirati tramite un bonifico, allo stesso fondatore e gestore dell’orfanotrofio Bala-Mercy, padre Dominik.