"L'acqua a Firenze è una merce, non più un bene necessario alla vita dei cittadini. E' quanto dimostra la cronaca di queste ore sull'ingresso della 'corporation' Acea nel capitale di Publiacqua s.p.a.. Per Acea le tariffe dell'acqua potabile sono basse e vanno aumentate. Se Publiacqua s.p.a. non obbedirà a questo diktat l'accordo salterà e i comuni dell'Ato fiorentino diranno addio ai 60 milioni di euro promessi dalla multinazionale che detiene il 13% del mercato dell'acqua in Italia." E' quanto dichiarato da Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo sulla vicenda Publiacqua, vicenda che evidenzia in maniera chiara ed efficace gli effetti del mercato neoliberista applicato ai beni comuni.
"La logica del profitto sostituisce quella del bene comune, sono anni che i movimenti sociali dei nostri territori denunciano i rischi legati alla trasformazione delle municipalizzate in società per azioni alla mercé del libero mercato, ed è per questo che Unaltracittà/Unaltromondo, insieme alla società civile organizzata e a Rifondazione Comunista sta raccogliendo le firme per la legge d'iniziativa popolare per la ripubblicizzione dell'acqua in Toscana. Gli amministratori dell'Ato fiorentino invece hanno preferito assecondare il trend esistente e si sono arresi a logiche che poco o nulla hanno a che vedere con una gestione fondata sulla difesa dei diritti dei cittadini.
Nella vicenda Publiacqua/Acea – ha continuato De Zordo - sarebbe bastato leggere il documento "Risultati e Strategie 2004" di Acea per capire come la multinazionale punti a tariffe che possono arrivare anche a 3,62 euro al metro cubo (come in Germania ad esempio) partendo da una media italiana di 0,91 euro al metro cubo. O più semplicemente i sindaci dell'Ato 3 avrebbero potuto telefonare ai colleghi grossetani dell'Ato Ombrone obbligati a ratificare l'ingresso di Acea sul loro territorio con una delibera che li costringe ad accollarsi l'onere, in caso di bisogno e nonostante l'aumento delle tariffe, di ripianare eventuali deficit di bilancio."
"E' tempo che la politica si adoperi nel perseguire scelte operate alla luce e sulla base di una visione coerente e globale del vivere insieme, dell'interesse collettivo.
Deve riprendere il primato sulla non-politica, sull'arroganza dei poteri forti, sulla miopia degli interessi settoriali e corporativi. Il governo del ciclo delle acque deve tornare interamente pubblico. E' necessario che il Comune di Firenze avvii un processo di ripubblicizzazione del servizio idrico gestito da Publiacqua s.p.a., della quale è azionista di maggioranza. A chi pensa impossibile la ripubblicizzazione di Publiacqua ricorda le parole di Riccardo Petrella del Contratto Mondiale per l'Acqua: ' Il possibile è ciò che i poteri in carica considerano permesso dunque accettabile.
L'impossibile è ciò che i gruppi dominanti considerano inaccettabile '. E' perciò necessario reinventare e rafforzare il ruolo del pubblico nella gestione e nell'erogazione dei servizi e dei beni di primaria importanza, che non devono in alcun modo venir trasformati in bisogni a domanda individuale, cioè ridotti a merci e in quanto tali soggetti alle sole logiche del mercato. È possibile sperimentare un nuovo "modello" di gestione del servizio pubblico: il "pubblico partecipato" basato sulla valorizzazione del lavoro e dei lavoratori, sulla centralità dei consigli elettivi, oggi sempre più espropriati di reali poteri, e sulla attivazione di nuove forme di partecipazione dei cittadini e delle cittadine alle scelte, si pensi ad esempio ai "parlamenti dell'acqua" per quanto concerne il ciclo idrico integrato ", ha concluso Ornella De Zordo.