Firenze, 7 novembre 2006- "Il fenomeno della subfornitura ha assunto un ruolo di importanza crescente negli interventi di politica industriale. È un mondo tuttavia ancora poco conosciuto, perché sta, per così dire, "dietro" alla media e grande impresa, della quale però rappresenta un partner essenziale nel processo produttivo".
A sostenerlo è il Vicepresidente di Unioncamere Toscana Luca Marco Rinfreschi, in occasione della presentazione dei risultati dell'indagine "La Subfornitura toscana dei settori tecnici", condotta dall'Ufficio Studi di Unioncamere Toscana.
La ricerca fornisce un quadro strutturale sulla subfornitura tecnica della regione, prendendo a riferimento le aziende caratterizzate da una struttura organizzativa compresa tra 6 e 99 addetti, con competenze tecniche nel campo della meccanica, dell'elettronica e della plastica-gomma, per una popolazione stimata intorno alle 2.000 unità, ed un giro d'affari superiore ai 3 milioni di euro. A livello nazionale il sistema è rappresentato da circa 55 mila aziende, pari ad oltre 540 mila addetti ed un giro d'affari di circa 60 milioni di euro.
In Toscana, oltre la metà delle imprese di subfornitura opera nel settore della meccanica (macchinario industriale e mezzi di trasporto); presentano una struttura organizzativa ridotta (l'80% non supera la soglia dei 19 addetti); hanno un'elevata propensione ad operare sul mercato regionale ed una bassa quota di fatturato esportato.
Nel confronto con il resto d'Italia, mostrano un legame più stabile nel tempo con le aziende committenti, anche se la concentrazione della clientela (il 65% del fatturato viene realizzato con i primi tre clienti) determina un forte grado di dipendenza economica che limita il potere contrattuale e aumenta il rischio in ambito commerciale.
Sotto il profilo della competitività, le aziende di subfornitura toscane considerano particolarmente importante la rapidità ed il rispetto dei tempi di consegna.
In conseguenza delle accresciute difficoltà congiunturali, tuttavia, il prezzo ha assunto un ruolo crescente, mentre la concorrenza più avvertita sembra provenire prevalentemente dalle aziende di altre regioni italiane piuttosto che da quelle straniere.
Le imprese di subfornitura toscane si distingono inoltre per una buona propensione all'innovazione tecnologica (lo ha fatto il 61% delle imprese nel corso degli ultimi tre anni) e, nel 12% dei casi, per la forte originalità nelle soluzioni tecnologiche adottate, che rende loro capaci di fornire prodotti complessi.
Per l'innesco dei processi di innovazione giocano un ruolo decisivo le informazioni ricevute dai fornitori di macchinari e quelle ricavate attraverso la partecipazione alle manifestazioni fieristiche, mentre appare irrilevante il rapporto con i centri di ricerca e le Università.
Le imprese più strutturate (20-99 addetti) sviluppano più frequentemente delle piccole forme di collaborazione progettuale con la committenza, hanno assunto un sistema di qualità certificato nel 77% dei casi, e sono in grado di gestire processi innovativi più complessi, a livello di prodotto e di processo produttivo.
La complessità e la portata delle dinamiche che caratterizzano l'attuale fase congiunturale hanno accentuato alcuni fra i problemi principali ancora aperti che contraddistinguono la subfornitura, come la crescente concorrenza internazionale nelle fasce basse di mercato; la limitata diffusione di strategie di internazionalizzazione; l'elevato grado di dipendenza economica da pochi committenti; la scarsa visibilità del mercato finale di riferimento; la minore propensione ad individuare nuovi spazi di mercato; una ridotta presenza di imprese "leader" sotto il profilo tecnologico; la scarsa diffusione di forme di aggregazione fra imprese e le piccole dimensioni delle strutture aziendali.
"È soprattutto dalla soluzione di tali problemi che il sistema della subfornitura tecnica, e con esso l'intero sistema produttivo regionale - ha concluso Rinfreschi - riuscirà nel prossimo futuro a ritrovare un percorso di rinnovato sviluppo e di più sostenuta competitività sui mercati mondiali".
"Al di là della crisi che ha caratterizzato questi ultimi anni la subfornitura toscana sembra aver infatti reagito nei confronti di una competizione giocata in misura crescente sul prezzo, con tentativi volti ad una maggiore integrazione tecnologica con i committenti ed in generale con la frontiera del settore".