Si chiama Bicichiotta, è una bici di pelouche e porta nel traffico la tenerezza. Tenerezza che è davvero necessaria, nei rapporti carrozzati/corazzati tra gli esseri urbani nella giungla del traffico. Bicichiotta sviluppa così la classica equazione delle masse critiche: "+bici -auto, +baci e +felici". Bicichiotta è disponibile per essere montata alla Fiera dei Pastori, a Firenze, in piazza SS. Annunziata il 4-5 novembre 2006, alle ore 10-20.
La bicicletta è stata realizzata grazie all'incontro fortuito tra due recuperi e due laboratori di non arte.
Primo recupero: una bici rifiutata e abbandonata ai cassonetti dell'indifferenza. Quella povera bici randagia, riceve soccorso da una Samaritana. Questa la affida a Brugola Rossa": una di quelle ciclofficine dove le bici morte risorgono, grazie a' beati ricostruttori di bici. Che le spacceranno al popolo, per disintossicarlo dall'automobile: oppio dei popoli e moderna religione. Cosi, pure quel biciclo randagio rinacque e, come tutti, rivenne al mondo nuda, senza nemmeno l'idea di un pelouche.
Il secondo recupero consiste negli orli (o cimose) di un corrente tessuto industriale.
L'industria tessile, automaticamente, taglia via le cimose dai rotoli di stoffe che produce. Tali scarti sono delle lunghe strisce, sottili e pelose, e destinate (come le vecchie bici) all'indifferenza dei cassonetti. Ma anche qui, come ovunque, il riscatto è possibile. Infatti, un'altra Samaritana recupera dei sacchi di cimose e li affida a "Tessere Liberi", laboratorio di tessitura a mano e varie arti tessili, che sta dirimpetto a Brugola Rossa, dove è appena risorta quella bici. Per la storia e per la geografia: ci si trova al CPA Firenze-Sud.
Surrealmente, la bici di pelouche può rammentarci la "Colazione in Pelliccia" di Meret Oppeheim, consistente in una tazza da caffè tappezzata di pelliccia, provvista di piattino e cucchiaino, parimenti impellicciati.
La moderna Bici di Pelouche rischia sempre di essere internata in Museo ma, nel frattempo è perfettamente cinetica e performativa: è fatta apposta per circolare e portarci roba sul portapacchi. E' pure provvista di sonagliere che ne segnalano l'avvicinarsi. Inoltre, come ogni altro veicolo, Bicichiotta è un manufatto di costume. Perciò, è fatta apposta per ostentare nel traffico, non il prestigio sociale del conducente ma la sua tenerissima carrozzeria: per la gioia di grandi e piccini, per l'educazione artistica di massa (critica), per la rivoluzione non motorizzata.
Che è già cominciata... e chi non s'è nè accorto?
Luciano Ghersi