Doping on line: convegno a Lastra a Signa il 25 settembre 2006

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2006 13:59
Doping on line: convegno a Lastra a Signa il 25 settembre 2006


di Nicola Novelli *

Da anni sul nostro giornale on line, Nove da Firenze, ci occupiamo del fenomeno del doping. Perché Internet è diventato lo strumento per reperire farmaci la cui commerciabilità è limitata dalle normative internazionali.
Data la facilità di accesso alla rete, chiunque può ricevere a casa sostanze la cui vendita, sul mercato ufficiale, è affidata alle farmacie e sottoposta a rigidi controlli: ad esempio un adolescente che sta attraversando una fase critica dello sviluppo, quella in cui acquisisce una piena identità di sé.

Il ragazzo è reattivo ai cambi dell’umore provocati dalle fisiologiche modificazioni ormonali e sensibile alle pressioni dell’ambiente sociale e ai modelli emulativi proposti dai mass media. La facile soluzione dei complessi di inadeguatezza è offerta sul mercato grigio on line, animato da organizzazioni che recapitano a qualunque indirizzo farmaci anabolizzanti, ormoni vietati, sostanze eccitanti. Sempre manca la garanzia che i prodotti ricevuti soddisfino i criteri minimi di sicurezza. A volte si tratta di farmaci contraffatti, deteriorati, o anche contenenti principi attivi diversi da quelli che si vogliono comprare.

La merce, proviene da furti in ospedale, o dall’Est europeo dove gli standard di qualità sono bassi. Inoltre si deve considerare la pericolosità aggiuntiva di prodotti che, di per sé nocivi, rischiano di esserlo di più a causa degli sbalzi di temperatura a cui vengono sottoposti nei trasporti per arrivare all'acquirente.
L'Unione Europea ha cercato di porre rimedio, emettendo direttive in materia di commercio elettronico. Ha introdotto regole uniformi allo scopo di risolvere le divergenze esistenti tra legislazioni nezionali e vietando di fatto la vendita di farmaci attraverso la rete.
Ma la natura transnazionale della Rete consente di acquistare prodotti illegali nel proprio paese da paesi in cui sono di libera vendità.

Così, continuano ad essere numerosi i siti che offrono anabolizzanti e steroidi, magari per tramite di siti italiani. Perché può succedere di imbattersi in siti sportivi italiani che pubblicano articoli dedicati al fenomeno con un approccio apparentemente critico, ma che offrono anche link a siti fornitori di medicinali illegali. E' il caso, ad esempio, del sito www.discobolo.it, che fra informazioni dettagliatissime sui pericoli del doping, spiega pure come reperire steroidi e come funziona l'ordine e il ricevimento dall'estero, con link a siti farmaceutici, numeri di telefono, e-mail e indirizzi postali, con recensioni dei prodotti e prezzi del mercato nero.

I siti chiariscono con illustrazioni come iniettarsi i preparati, come periodizzarne l’assunzione, con quali sostanze abbinarli (per evitare, o diminuire gli effetti collaterali). Nei forum è inoltre possibile discuterne con chi ne fa uso.
Come combattere questo fenomeno di globalizzazione planetaria del doping?
A metà degli anni 80 fu avviata in Italia una campagna informativa sull’eroina e sulla tossicodipendenza così massiccia che nel giro di pochi anni il fenomeno tra le giovani generazioni è andato a diminuire.

Non ci si limitava a dire che "bucarsi porta alla morte": si spiegava come arrivava illegalmente l’eroina ai consumatori, i suoi effetti, le malattie alle quale si andava incontro. Questa propaganda continua e duratura portò i suoi frutti. E' qusta la stessa strategia che si dovrebbe tentare oggi con il doping. Certo per reagire alla distribuzione di merci e informazioni illegali attraverso internet bisogna realizzare un progetto di comunicazione all'altezza della sfida. Con la consapevolezza che è necessaria una cultura della distribuzione on line che superi i limiti e il provincialismo dell'attuale approccio.

Mi riferisco ad esempio al fatto che digitando sul più utilizzato motore di ricerca le parole "doping on line", la campagna di comunicazione del Ministero della Salute viene classificata dalla versione italiana di Google quasi al 50° posto, nettamente surclassata dal ranking di decine di siti pseudosportivi, che dell'intermediazione grigia hanno fatto un business.
Eppure su Internet i modelli positivi non mancherebbero.
E' il caso, solo per fare un esempio, di Wpt, uno strumento utile offerto dal sito www.mapeisport.it.

L'utente fornendo i propri dati fisico-metabolici, specificando gli obbiettivi sportivi, la frequenza dell'attività, il periodo destinato alla preparazione riceve da Wpt un programma di allenamento sano, corretto e gratuito. Il sito verifica, cioè, attraverso un opportuno questionario interattivo, se un determinato "lavoro" è stato assimilato con profitto oppure no, adattando gli esercizi e i "mezzi" di allenamento in funzione delle sensazioni rilevate dall'atleta. Ciò che permette una personalizzazione dell'allenamento, condizione primaria perché le fatiche diano il massimo dei frutti.

Allenarsi bene vuol dire fare le cose giuste al momento giusto; verificare il recupero; costruire il condizionamento delle qualità individuali con progressione adeguata e senza esagerare.

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