Coordinamento Comitati Civici: Bagno a Ripoli come Monticchiello?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 settembre 2006 13:25
Coordinamento Comitati Civici: Bagno a Ripoli come Monticchiello?

I Comitati autonomi di Bagno a Ripoli hanno deciso di diffondere questo comunicato sulla scia della denuncia di Asor Rosa, riguardo agli “ecomostri” di Monticchiello, che ha avuto tra l’altro il merito di portare all’attenzione di una gran parte dell’opinione pubblica il sottobosco paludato dell’urbanistica dal quale pochi privilegiati traggono vantaggi a spese del territorio di tutti. La questione ha non poche affinità con quanto succede anche a Bagno a Ripoli, dove sono stati realizzati “ecomostri” ed altri ne stanno per realizzare, tanto che negli ultimi tre anni sono sorti ben 6 comitati di tutela per cercare di contrastare assurdi interventi di edificazione in antichi borghi collinari come Villamagna, Osteria Nuova, Balatro, Baroncelli e la Fonte, e per combattere molte capziosità che accompagnano i regolamenti edilizio ed urbanistico.


Piani di paesaggio e quantomeno una contestualizzazione dei manufatti sono stati saltati a piè pari da Provincia e Comune i quali, dopo una sentenza del TAR che li ha condannati per il mancato rispetto delle invarianti strutturali a Osteria Nuova, imposte dal Piano di Coordinamento Territoriale dalla stessa Provincia, a buon tornaconto si sono "accordati" per escludere i borghi suddetti dalle aree fragili, delle quali costituiscono invece degli inclusi da tutelare, in quanto parte integrata nella trama del paesaggio.

Questi borghi, li hanno infatti perimetrati come centri abitati, alla stessa stregua di grandi frazioni come Grassina o Antella , escludendoli così da ogni tipo di tutela, facendone una sorta di porto franco, nel bel mezzo di un’area paesaggisticamente fragile , dove sarà possibile fare di tutto.
Con questo comunicato vogliamo evidenziare anche la farsa che i nostri amministratori, da Conti a Martini, stanno recitando oggi, piangendo lacrime di coccodrillo , per gli interventi di Monticchiello e di Bagnaia , giustificandosi con l’impossibilità di “non poter tornare indietro” perché “purtroppo” già convenzionati e portando ad esempio il solito caso, di molti anni fa, per il quale il comune di Fiesole rischierebbe la bancarotta per pagare i danni conseguenti al ritiro di una concessione già data.

Ebbene a Bagno a Ripoli, nei borghi anzidetti, sono previsti più di cento appartamenti, che costituiscono veramente uno scempio, ma per i quali non esiste ancora nessun convenzionamento, essendone decaduti, per altro, anche i vincoli urbanistici e quindi nulla osta ripensarci e destinare altre aree a quelle previsioni. Tuttavia gli amministratori locali continuano invece a raccontare di aspettative che verrebbero tradite, qualora fossero eliminate queste previsioni urbanistiche e quindi cinicamente, “per scelta politica” devono andare avanti.
Ma allora, non solo le convenzioni già rilasciate, come a Monticchiello, ma addirittura, a Bagno a Ripoli, anche le aspettative costituirebbero un diritto inalienabile , pur nella certezza di produrre uno scempio ridicolizzando ancor di più le ragioni di Conti e Martini.
Vogliamo inoltre far notare che contrariamente a quanto asserito dall’assessore Conti secondo il quale gli interventi della Val d’Orcia hanno potuto essere convenzionati perché provenienti dalla disciplina urbanistica precedente alla legge regionale 5/96 sul governo del territorio, facendo notare come a Bagno a Ripoli tutti gli interventi previsti siano stati programmati secondo la disciplina della legge 5 ma gli effetti e le finalità sono nella sostanza gli stessi di cui si è discusso sull’opportunità di costruire a Monticchiello o a Bagnaia.
In merito poi al caso di Bagnaia, vorremmo ricordare che a Bagno a Ripoli sta succedendo la stessa cosa per Villa la Massa dove saranno più che raddoppiati gli attuali posti letto con un aumento di volume di ben 45.000 metri cubi e ci possiamo immaginare cosa succederà quando qualcuno metterà le mani su altre ville del nostro territorio, poste sulle colline , e chiederà di ampliarle per essere “competitivo”! A quel punto sarà come a Bagnaia? Vorremmo poi richiamare anche l’attenzione sul nuovo PIT (Piano di Indirizzo Territoriale della Regione) che Conti sbandiera ogni volta come panacea di tutti mali all’insegna dello slogan “Dove si può si fa!”; questo PIT, secondo lui, dovrebbe porre: “condizioni di sostenibilità trasparente e tracciare il solco affinché il territorio sia di incentivo agli investimenti, con forme procedurali semplificate ”.

In questa sintesi è nascosta l’essenza del riformismo del governo del territorio, teorizzato da Conti insieme anche al professore Massimo Morisi in un loro libro. Interpretando il politichese, lo slogan di Conti potrebbe essere sostituito più propriamente con: “Basta fare, non importa come! “ o “Anche dove non si può, si fa!” infischiandosene della Soprintendenza e di tutto il resto, aree fragili, borghi collinari compresi, come succede a Bagno a Ripoli, ma esempi ce ne sono anche a Firenze, i più recenti: Bellosguardo e la Badia Fiesolana; senza tralasciare l’emblematico parcheggio della Fortezza.

Se a questo riformismo di Conti aggiungiamo leggi nazionali di Tremontiana memoria, come il “silenzio assenso”, riesumato dal ministro di centro sinistra Nicolais, il quadro è perfetto. Insomma fino ad oggi, come si vede dai fatti di Bagnaia, questo riformismo c’era ma nessuno lo diceva, con il nuovo PIT sarà catalogato e gli slogan sembrano non essere quello dell’assessore Conti, ma gli altri.
Non crediamo pertanto nelle qualità taumaturgiche del nuovo PIT, come non crediamo nella sussidiarietà tra Regione, Provincia e Comuni.

Fintanto non ci sarà una reale ed attiva visione unificante che mir i per prima all’interesse pubblico della tutela del territorio , i Comuni continueranno ad essere programmatori interessati e giudici di loro stessi.

Per il Coordinamento Sergio Morozzi

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