Firenze, 17 Agosto 2006- Invio di ambulanze e attrezzature sanitarie, formazione legislativa per le donne elette in Parlamento e nelle Province,.iInterventi nei nuovi villaggi che ospiteranno i profughi rientrati in Afghanistan: sono questi gli impegni assunti dalla delegazione del Consiglio regionale della Toscana nel corso della missione a Kabul, raggiunta a bordo dei C130 messi a disposizione dalle nostre Forze armate. Le iniziative sono state illustrate questa mattina, in una conferenza stampa a Palazzo Panciatichi, dal presidente dell’assemblea, Riccardo Nencini, e dagli altri componenti della delegazione, composta da Angelo Pollina, presidente della commissione per i rapporti con l’Unione Europea e gli affari internazionali, e dalle consigliere Anna Annunziata (Ds) e Stefania Fuscagni (Forza Italia).
La situazione sanitaria afgana è preoccupante. Il sottosegretario alla sanità Nadera Burshani, nel corso dei colloqui nella capitale, ha ricordato che il quaranta per cento dei bambini non raggiunge i cinque anni di vita ed il dieci per cento delle madri non riesce a portare a buon fine il parto. Le strutture ospedaliere hanno bisogno di beni di prima necessità, Da qui la decisione di inviare ambulanze e attrezzature medicali.
Le parlamentari sono il vent’otto per cento dei componenti l’assemblea legislativa del paese, una percentuale molto elevata, alla quale sarà rivolto un progetto di formazione sulle tecniche di legislazione e sulla tutela dei diritti, mutuando l’esperienza già in corso con alcuni paesi africani.
In questo progetto saranno coinvolti direttamente l’ambasciata italiana e le Nazioni unite.
Per riportare in Afghanistan i rifugiati sparsi in vari paesi, dal Pakistan, all’Iran fino alla Germania, il governo afgano ha previsto la costruzione di quaranta nuovi villaggi. Con il ministro per i rifugiati Mohamed Akbar la delegazione ha discusso i possibili interventi da attuare, in particolare su strutture scolastiche o altre infrastrutture essenziali. Tali interventi saranno coordinati con la Giunta regionale.
Un sincero ringraziamento ai militari italiani presenti in Afghanistan ed ai loro “interventi di pace” è stato rivolto da Angelo Pollina, che ha ricordato che ben settanta donne con figli sono attualmente detenute per reati politici e che rischiano letteralmente di morire di fame e di freddo.
Per loro sarà avviata una raccolta di cibo, coperte ed indumenti, così come è stato fatto per l’Armenia.
“Se ognuno fa la propria parte, anche con piccole cose possiamo contribuire alla ricostruzione del paese” ha sottolineato Anna Annunziata, soprattutto se gli interventi non avranno carattere episodico, ma la necessaria continuità. “Abbiamo incontrato donne che sono protagoniste e non ancelle - ha affermato – Non dobbiamo deludere le loro attese”. “Sono donne che hanno superato il problema dell’accesso ed adesso hanno bisogno degli strumenti operativi per gestire la politica” ha aggiunto Stefania Fuscagni, positivamente impressionata dalla presenza italiana, sia militare che diplomatica.
“E’ un paese dalla realtà molto complessa – ha detto ancora – Una realtà che spesso può indurre in equivoci, come è successo per le polemiche nate intorno al nostro interprete Amirian”.
L’Anpas Toscana entra in gioco in aiuto della popolazione libanese, in un momento di grande difficoltà per la battaglia che si combatte al confine con Israele. Su richiesta diretta del Dipartimento nazionale di Protezione Civile, le Pubbliche Assistenze toscane hanno messo a disposizione un'ambulanza attrezzata per il soccorso che, terminata la fase di emergenza, sarà donata al servizio sanitario libanese.
L’ambulanza appartiene all'Humanitas di Scandicci, ed è partita domenica mattina dal porto di Brindisi, imbarcata su una nave della Marina militare che sta facendo rotta verso il Libano.
Ad accompagnare il mezzo, quattro volontari, che faranno ritorno dopo averlo consegnato nelle mani dei soccorritori libanesi.
Non è il solo progetto di solidarietà, che vede l’impegno delle Pubbliche assistenze toscane. Anpas collabora con i volontari della PESC, Palestinian Emergency Support Center, organizzazione non governativa palestinese con la missione di soccorrere chiunque abbia necessità di cure a Nablus. La PESC è nata e si è sviluppata come una costola del Medical Relief, intervenendo dove c’è necessità di interposizione tra l’esercito israeliano e la popolazione civile.
I volontari della PESC si occupano della raccolta e del trasporto dei feriti presso l’ospedale “Rafidya” di Nablus. In questa associazione palestinese lavorano ogni giorno 40 giovani volontari, che hanno frequentato corsi di soccorso, oltre a medici e altri professionisti che collaborano. Tutti loro sono sotto tiro, un facile bersaglio in movimento mentre prestano le loro cure ai civili. Per questo occorrevano divise da soccorritore, per ognuna delle persone in servizio di soccorso. Le associazioni di Pubblica assistenza della Toscana hanno raccolto subito l’invito dell’Associazione di Amicizia Italo-Palestinese a procurare quante più divise possibili da inviare a Nablus.
Una risposta concreta, che ha portato a raccogliere materiale in quantità doppia rispetto al fabbisogno minimo per far operare in sicurezza la Pesc. Più di quaranta divise sono arrivate dalle associazioni di Rassina, Montecastelli Pisano, Montecerboli, Ponte a Ema e Sasso Pisano. Altrettante ne ha messe a disposizione la ditta Kubota di San Donnino alle porte di Firenze, specializzata nella produzione di questi articoli.
Illustrare il progetto "Insieme per la ricostruzione dell'Iraq" con l'obiettivo di mettere in rete sinergie diverse e proporre politiche concrete di cooperazione nel momento in cui il contingente italiano sta per lasciare il paese.
L'appuntamento si svolgerà a Pianosa sabato 19 e domenica 20 agosto, ospite delle Fondazioni Antonino Caponnetto e Sandro Pertini. "Questo progetto è nato in seguito alla recente missione esplorativa e umanitaria condotta da International Peace Bureau-Italia e dai rappresentanti di alcuni comuni italiani aderenti a Mayor for Peace nel Kurdistan iracheno - spiega la consigliera comunale diessina Susanna Agostini che parteciperà al convegno come delegata del sindaco Leonardo Domenici, vicepresidente di Mayor for Peace -.
Il convegno di Pianosa sarà utile per sviluppare proposte d'intervento medico-sanitario, richieste dalla delegazione italiana nel corso del viaggio nel Kurdistan, con particolare riferimento alla soluzione di patologie derivanti dalle aggressioni chimiche e batteriologice di prima e seconda generazione". Al convegno infatti sarà presente anche il direttore dell'Ospedale pediatrico Meyer Paolo Marchese Morello a garanzia di un percorso di qualificata esperienza finalizzato alla formazione di operatori sanitari in loco.
"Con l'impegno della Fondazione IMe, della quale fa parte anche la Regione Lazio, sarà possibile attivare la rete dei maggiori Ospedali Pediatrici Italiani affinché ogni Presidio Ospedaliero possa farsi rispettivamente carico di specifiche gravi patologie - continua la consigliera Agostini -. Durante il convegno si affronteranno i temi delle pari opportunità attualmente in Iraq, dello sviluppo e cooperazione economica, della democrazia e legalità". Saranno presenti, fra gli altri il sindaco di Marzabotto Edoardo Masetti e di Campi Bisenzio Fiorella Alunni, Maria Paola Di Martino per il Ministero della Salute, una delegazione irachena con rappresentanti istituzionali, sanitari e giornalisti.
Darà inizio ai lavori il Sindaco di Campo nell'Elba Antonio Galli. L'appuntamento si inserisce nel progetto "Pianosa - cittadella della legalità" voluto dalla Fondazione Caponetto insieme al comune di Campo nell'Elba.