La Margherita Toscana e il caso del Gas

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 ottobre 2005 18:35
La Margherita Toscana e il caso del Gas

La Margherita Toscana detta le strategie di riorganizzazione dei servizi pubblici locali in ambito regionale e lo fa partendo dal settore del gas. Pensa a reti pubbliche a dimensioni adeguate degli operatori della distribuzione, allo sviluppo di approvvigionamento anche attraverso la realizzazione di terminali di gas naturale liquefatto e sviluppo delle reti di interconnessione, ma anche allo sviluppo della concorrenza nella vendita attraverso la separazione proprietaria delle società di vendita da quelle di distribuzione e trasporto.

La Margherita toscana ha da tempo cominciato una riflessione per sviluppare un disegno di riforma nei settori dei servizi locali di pubblica utilità e per offrire orientamenti di indirizzo politico alla necessaria riorganizzazione delle aziende che operano in questi settori.

Nel Convegno Regionale di Livorno, a maggio di quest’anno, sono state evidenziate alcune contraddizioni nella governance di questi settori, il cui superamento è affidato a provvedimenti legislativi sollecitati e promossi anche dal gruppo consiliare in Regione Toscana.

Le vicende di questi giorni hanno evidenziato l’urgenza di un approfondimento della riflessione della Margherita relativamente ai processi di riorganizzazione in corso nel settore del gas.

Questo settore, strategico per l’approvvigionamento energetico del paese, è stato interessato da un intenso processo di liberalizzazione, nella passata (D.Lgs.

164/2000 - Decreto Letta) e nella presente legislatura (Legge 239/2004 – Decreto Marzano), che ha fatto giudicare la normativa italiana fra le più avanzate a livello internazionale. Essa ha inteso perseguire il superamento delle posizioni di monopolio naturale tradizionalmente presenti nel settore, per diminuire il vincolo energetico del paese e per migliorare le condizioni di accesso a questa fonte di energia per le famiglie e gli utenti industriali.

L’Autorità per l’Energia e il Gas e l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato hanno più volte evidenziato un significativo differenziale di prezzo tra l’Italia e gli altri paesi europei.

Anche le associazioni di categoria delle imprese sollecitano una maggiore apertura del mercato, insieme alla riduzione delle imposte sul gas, per contenere i differenziali di costo che gravano sul nostro sistema produttivo.

Se i prezzi per l’utilizzo della rete delle infrastrutture sono stati ridotti negli ultimi anni, grazie al controllo dall’Aeeg, all’origine di questo differenziale di prezzo ci sono l’eccessiva dipendenza energetica dall’estero, la struttura concentrata del mercato con evidenti posizioni di rendita monopolistica che alimentano le condizioni di extra-profitto del settore e una fiscalità eccessiva.

Da queste premesse la Margherita Toscana intende proporre alcune valutazioni politiche sulle strategie di riorganizzazione del settore in ambito regionale.

La Margherita Toscana propone reti pubbliche e dimensioni adeguate degli operatori della distribuzione.



Si incoraggiano i processi che tendono a mantenere la proprietà delle reti in mano pubblica, anche se la gestione (e quindi l’attività di distribuzione), una volta terminato il periodo transitorio previsto, è per legge affidato a soggetti terzi (non necessariamente pubblici) mediante procedura ad evidenza pubblica, con l’obiettivo di incrementare l’efficienza di gestione di tali infrastrutture.

La Margherita punta anche sullo sviluppo delle fonti di approvvigionamento anche attraverso la realizzazione di terminali di gas naturale liquefatto e sviluppo delle reti di interconnessione.

Il principale fattore critico dell’attività di vendita di gas naturale è rappresentato dal prezzo di acquisto della materia prima.

La limitazione fisica delle reti di importazione, dovuta ai diritti prioritari di utilizzo riconosciuti a ENI in forza di contratti di importazione di lungo periodo di tipo take or pay stipulati prima dell’entrata in vigore del Decreto Letta, non ha ancora consentito un adeguato sviluppo della concorrenza nell’attività di importazione. Di conseguenza, la grande maggioranza degli operatori della vendita è costretta ad acquistare il gas da un soggetto concorrente che attualmente opera in condizioni di dominanza del mercato (ENI).

Lo sviluppo della concorrenza nella vendita non potrà che passare, quindi, per lo sviluppo della capacità di importazione del nostro paese attraverso la realizzazione di nuove reti di interconnessione internazionale o di terminali di rigassificazione di Gas Naturale Liquefatto.

L’utilizzo di queste capacità aggiuntive dovrebbe tuttavia essere aperto, a parità di condizioni, a tutti gli operatori del settore.

E’ inoltre indispensabile lo sviluppo della concorrenza nella vendita anche attraverso la separazione proprietaria delle società di vendita da quelle di distribuzione e trasporto.

Un ulteriore vincolo allo sviluppo della concorrenza nella fase di vendita del gas è rappresentato dalla possibilità che si verifichino atteggiamenti discriminatori nei confronti di alcuni operatori a beneficio dell’impresa di vendita da questi controllata, magari ricorrendo alla diffusa pratica (soprattutto in passato) del sussidio incrociato tra le attività di distribuzione e di vendita.

Il superamento di tali rischi potrebbe avvenire attraverso la previsione di una separazione proprietaria dell’attività di distribuzione da tutte le altre attività del settore gas, sulla scorta di quanto già previsto dalla Legge Marzano per l’attività di trasporto.

La presenza dei Comuni nella fase della vendita di gas naturale può essere giustificata dalla necessità, ancora presente in questa fase, di promuovere reali condizioni di concorrenza nel mercato.

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