"C'è una grande attenzione verso il Dpef 2006 -scrive Claudio Martini, Presidente della Regione Toscana, nella propria Newsletter- Un interesse da parte di imprenditori, associazioni economiche e sociali e degli enti locali. E' un fatto nuovo, positivo e utile. Certo, è anche il frutto delle difficoltà economiche che colpiscono la nostra regione. Qualche giorno fa Confindustria l'ha definito “inadeguato” rispetto alla necessità di produrre una salutare “scossa” per favorire la ripresa economica pur apprezzando passi in avanti nel dibattito.
Province e Comuni hanno giustamente lamentato i pesanti tagli del governo che non consentono più il mantenimento dei servizi e quindi chiedono alla Regione di aiutarli, con più finanziamenti. Tutti, rappresentanti delle imprese e delle istituzioni locali, chiedono alla Regione maggiore attenzione e più risorse. Comprendo, ma invito tutti a fare, assieme a noi, la propria parte. Anche perché la forbice del governo ha colpito lo stesso bilancio regionale: lo ha fatto nella spesa sociale (affitti, casa, assistenza, ecc), nella spesa per il diritto allo studio universitario, nella spesa sanitaria da sempre sottostimata.
Tagli che riducono sia qualità e quantità dei servizi per i cittadini, sia le possibilità di realizzare investimenti per sostenere il settore manifatturiero e la sua capacità di competere in un mercato globale sempre più aggressivo. Tutto ciò è frutto di una scelta politica – che giudico sbagliata e nociva al Paese - del governo nazionale, che pur di contenere la spesa e ridurre, seppur in maniera discutibile, i livelli di tassazione continua a ridurre i trasferimenti finanziari agli Enti locali e alle Regioni.
In Toscana abbiamo già aperto il tavolo di concertazione per definire, insieme alle categorie economiche e sociali e agli stessi enti locali, le scelte del Dpef 2006. Oggi stesso si terrà un' ultima riunione del tavolo prima dell'approvazione da parte della Giunta per l'invio al Consiglio regionale. Siamo disponibili a valutare tutte le proposte che verranno presentate, a concentrare le risorse disponibili sulle priorità assolute. Tuttavia dobbiamo essere consapevoli del fatto che la Regione, da sola, non può far fronte alle carenze nazionali.
Insomma, garantita la spesa sanitaria, le risorse regionali disponibili sono assai carenti rispetto ai bisogni. Si tratta quindi di fare scelte precise e ciò che occorre è uno sforzo collettivo, di tutti i soggetti presenti al tavolo di concertazione, per contribuire con risorse proprie alla realizzazione delle priorità e per chiedere – anche qui tutti insieme - al governo nazionale un cambio di passo nella politica economica e finanziaria e nel rispetto degli impegni sottoscritti".