FIRENZE 14 APRILE 2005- In mostra a Firenze, nella Galleria di Luca Giordano (Napoli,1634-1705), dieci tele di Luca Giordano provenienti dalla National Gallery di Londra, che ripetono i soggetti della volta.
Si tratta di 'ricordi' eseguiti dal pittore dopo aver portato a termine, sulla volta della Galleria di Palazzo Medici-Riccardi, la decorazione con l'Allegoria della vita umana e l'Apoteosi di Casa Medici, che vengono finalmente esposti a Firenze e collocati nell'ambiente per consentire una lettura speculare, un dialogo con il dipinto.
L'occasione è data dalla mostra Stanze Segrete - Gli artisti dei Riccardi, (Firenze, Palazzo Medici Riccardi, 15 aprile- 17 luglio 2005), terzo appuntamento del ciclo "Stanze Segrete", curate da Cristina Giannini, con il quale si chiude la prima fase di un più ampio programma di recupero dell'identità museografica del Palazzo, avviato nel 2001 dall'Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze con significativo impegno.
Attraverso la scelta di dipinti e disegni degli artisti che lavorarono per i Riccardi fra il Sei e Settecento - tra i quali Luca Giordano, Bartolomeo Bimbi, ed altri - la mostra testimonia il momento 'specialissimo' dell'introduzione della cultura barocca a Firenze, di cui il Palazzo di via Larga fu il centro, e i Riccardi, con la tacita approvazione dei Medici, i grandi mecenati.
In particolare, quella raffinata cultura barocca celata negli interni di palazzi privati, nelle stanze segrete dell'aristocrazia fiorentina, che l'esposizione apre per la prima volta al pubblico, documentando così una pagina, in gran parte inedita, della storia della città. Per la prima volta saranno visibili opere, alcune inedite, di Giovan Battista Foggini, Francesco Conti, Ranieri del Pace, anche provenienti da collezioni private e si presentano insieme i "Fiori in vaso" di Bartolomeo Bimbi uno dei quali è conservato nei depositi di Palazzo Pitti.
Il progetto 'Stanze segrete", (Stanze nascoste, 2003.
I Medici Santi, e gli arredi celati 2004. Gli artisti dei Riccardi, 2005), è realizzato grazie allo sforzo, il patrocinio e gli investimenti dell' Amministrazione Provinciale fiorentina, con il coordinamento della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale, dell' Opificio delle Pietre Dure di Firenze, di un Comitato Scientifico ed è curato da Cristina Giannini.
IL PERCORSO
Palazzo Medici Riccardi racconta l'amore per l'arte delle due grandi famiglie che lo hanno abitato e la mostra " Stanze segrete - Gli artisti dei Riccardi " permette di conoscere ed ammirare le opere di alcuni tra i più grandi artisti italiani del barocco.
In questa occasione la mostra ci offre due sezioni legate da uno stesso filo : il ruolo della famiglia Riccardi che, subentrando ai Medici nella proprietà del Palazzo, proseguì una tradizione di mecenatismo che si concretizzò, da un lato, nella metamorfosi barocca del Palazzo ad opera dell'architetto Giovan Battista Foggini e, dall'altro, nella committenza verso i maggiori artisti del tempo, fra i quali primeggia la figura di Luca Giordano.
Al piano terreno viene proposta la sezione dedicata ad una scelta di dipinti e disegni di artisti che, fra il Sei e il Settecento, lavorarono per i Riccardi - fra i quali Giovan Battista Foggini, Bartolomeo Bimbi, Anton Domenico Gabbiani, Pandolfo Reschi, Ranieri Del Pace, Francesco Conti e Pseudo Marcuola - e testimoniano il momento " specialissimo " della introduzione della cultura barocca a Firenze.
Al piano " nobile " nello sfarzo della Galleria di Luca Giordano vengono invece proposte, per la prima volta, le dieci tele dell'artista provenienti dalla National Gallery di Londra che ripropongono i soggetti della volta e rappresentano dei " ricordi " eseguiti da Luca Giordano dopo aver portato a termine l' " Allegoria della vita umana e l'Apoteosi di casa Medici ".
E' una occasione unica per poter avere una lettura speculare tra i dipinti e la decorazione della volta della Galleria.
LE SALE ESPOSITIVE: IL PIANO TERRENO
Questa sezione propone poche ma selezionate opere su tela e di grafica conservate in collezioni pubbliche e private della nostra e di altre città o provenienti da prestigiosi musei e istituzioni culturali quali la Biblioteca Riccardiana, la Galleria e il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, il Museo degli Argenti, il Museo Nazionale del Bargello e l'Opificio delle Pietre Dure.
Le opere esposte propongono all'attenzione del pubblico alcuni dei principali artisti che lavorarono per la famiglia Riccardi che negli ultimi decenni del Seicento aveva assunto cariche di governo ed era divenuta proprietaria dell'antica residenza medicea.
Un ruolo di " rappresentanza " che aveva favorito l'ampliamento e la sua trasformazione barocca del Palazzo con l'opera di architetti, stuccatori, doratori, mobilieri e di artisti produssero opere e decorarono, con soggetti sacri e profani, le volte dei soffitti di questo e di altri palazzi appartenenti alla famiglia Un piccolo ma significativo "spaccato " di quel tempo.
IL PIANO "NOBILE"
Luca Giordano l'artista di maggior fama chiamato a Palazzo dalla famiglia Riccardi è il protagonista di questa sezione.
Le dieci tele della National Gallery di Londra sono esposte nella Galleria di Luca Giordano per consentire di mettere a fuoco la complessa iconografia della volta. Si offre così, per la prima volta, la possibilità di comprendere un ciclo di immagini, che, ad una prima visione, "stupisce" per la sua grandiosità vertiginosa.
Nelle scene abilmente concatenate nella volta, ma separate nelle tele provenienti dalla collezione Mahon, si vedono personaggi veri e immaginari, tolti dall'immenso patrimonio figurativo reso disponibile da secoli di invenzione e di codificazione: essi provengono dalla mitologia greco-romana, dalla dottrina cristianocattolica, dall'allegorismo fiorito nel Cinquecento, dalla storia e dalla cronaca.
Nonostante la mirabile unità compositiva e coerenza stilistica della volta, non è esagerato affermare che in essa si riconoscono, come motivi distinti di un unico tessuto, almeno quattro temi diversi:
1. Ai quattro angoli le Virtù Cardinali, guide dell'uomo nel suo cammino terreno, la Giustizia, la Temperanza, la Prudenza, la Fortezza. Esse provvedono all'intero sistema figurativo i pilastri della religione e del suo rispecchiamento etico nella vita terrena e garantiscono la moralizzazione delle componenti più scopertamente pagane e profane.
2.
L'inizio della vita umana e il suo percorso attraverso le età verso destini differenti, di premio o di punizione. Nella testata ovest verso via Ginori l'inizio, detto l' Antro dell'Eternità; nella testata est verso via Cavour la fine, gruppo allegorico con al centro Minerva.
Mentre l'inizio ha un carattere generale poiché allude all'origine della vita di ogni individuo, la fine, in forma di riconoscimento trionfale delle virtù dei Riccardi, riguarda esclusivamente la famiglia committente, rappresentata con la chiave delle insegne familiari.
Le scene distribuite lungo il cornicione raccontano il cammino umano che inizia con la giovinezza, età dell'imprudenza e dell'amore; nella Morte di Adone la stagione è la Primavera.
Nettuno accoglie Anfitrite a significare il matrimonio. L'elemento è l'Acqua, la stagione l'Estate. Il Trionfo di Bacco: la maturità ricca di frutti dell'Autunno. I lavori dei campi, messa in scena da tutti gli dei protettori dei raccolti: Trittolemo, Vertumno, Pomona, Zefiro.
La presenza di Cerere e di Giunone sui rispettivi carri accentua il significato di fertilità.
L'elemento è la Terra, il tempo è l'Anno intero. Il Ratto di Proserpina mostra le nozze ottenute con la violenza l' Inverno, e conduce verso gli Inferi, dominati dal Fuoco.
3. Il trionfo dei Riccardi ha una propria autonomia. I marchesi fiorentini, attivi a Roma, sono premiati dalla Sapienza avendo praticato tutte le virtù, in contrapposizione ai grandi peccatori del mito antico che sono puniti per averle trasgredite.
4. L'apoteosi della casa Medici attraverso la pratica delle Virtù cardinali e la glorificazione astrale.
I sei Granduchi assunti in cielo sporgono da nubi ai piedi del trono di Giove, non senza ricordare la disposizione delle sei palle sullo scudo araldico ma anche la visione cosmica galileiana che parla nel motto parietale SAPIENS DOMINATVR ET ASTRIS.
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STANZE SEGRETE - GLI ARTISTI DEI RICCARDI - I 'RICORDI' DI LUCA GIORDANO E OLTRE
Firenze, 15 aprile- 17 luglio 2005 - Palazzo Medici Riccardi- via Cavour 3
Orario: 9.00-19.00 - Chiusa mercoledì
Ingresso Euro 4 (ridotto Euro 2,50 ) include visita al percorso museale di P.
M.Riccardi
Per informazioni: tel 055.2760.340
Enti promotori Opificio delle Pietre Dure di Firenze - Provincia di Firenze - Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino
Da un'idea di: Cristina Giannini
Comitato Scientifico Cristina Acidini Luchinat, Alessandro Belisario, Giuseppe De Juliis, Cristina Giannini, Silvia Meloni Trkulja, Antonio Paolucci, Maria Sframeli, Riccardo Spinelli.
Organizzazione della mostra Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze
Progetto dell'allestimento e comunicazione visiva Perla Gianni, Studi Uniti
Catalogo Casa Editrice Olschki, italiano/inglese.
INTERVENTO DELL'ASSESSORE ALLA CULTURA DELLA PROVINCIA DI FIRENZE MARIA CASSI
Con la mostra " Stanze Segrete / Gli artisti dei Riccardi - I " ricordi " di Luca Giordano e oltre " si conclude un ciclo espositivo iniziato nel 2003 e teso a valorizzare il ruolo che Palazzo Medici Riccardi ha svolto, sin dal '400, nella vita politica, culturale ed artistica della nostra città.
Questa mostra, in particolare, si sofferma sul ruolo della famiglia Riccardi che parte " notevolissima " ha avuto nelle vicende del Palazzo sia per le trasformazioni architettoniche apportate - alcune criticabili come quella nella Cappella di Benozzo Gozzoli, altre di notevole pregio come la Galleria di Luca Giordano o la Biblioteca Riccardiana - che per l'ampia influenza e committenza esercitata nei confronti degli ambienti artistici e culturali del tempo.
La famiglia Riccardi, infatti, volle confermare la tradizionale centralità del Palazzo sia come ambiente straordinario per la raccolta di opere d'arte - pensiamo alla collezione dei marmi antichi distribuiti nelle sale e nel cortile di Michelozzo ed ora collocati anche nel sotterraneo - che come luogo ideale di produzione artistica.
Fra i maggiori artisti del tempo, chiamati a raccolta dai Riccardi, un ruolo centrale spetta alla figura di Luca Giordano.
Grazie all'intenso lavoro della curatrice della mostra, Dottoressa Cristina Giannini, all'impegno della Dottoressa Cristina Acidini Luchinat, di Alessandro Belisario e dei suoi collaboratori, siamo riusciti ad ottenere dalla National Gallery il prestito di dieci tele che, come ci racconta il catalogo della mostra, sono i " ricordi " dell'artista terminato il lavoro nella Galleria e che per la prima volta vengono esposti a Firenze.
Questa scelta rafforza l'indirizzo di politica culturale degli ultimi anni che vuol fare di Palazzo Medici Riccardi un " Palazzo delle Meraviglie " con un percorso museale disseminato di spazi, luoghi, ambienti - pensiamo alle realizzazioni più recenti quali il Laboratorio di Lorenzo o il Salone dei Marmi - dove il visitatore, magari anche con l'aiuto delle nuove tecnologie, possa rivivere l'emozione della sorpresa.
Emozionare, è questo lo scopo che vorremmo raggiungere, partendo da un palazzo che è unico per la sua varietà di funzioni e simboli.
Emozionare il cittadino con la forza civile delle istituzioni ed emozionare gli uomini con la ricchezza della cultura e l'affezione per la nostra storia.
Un palazzo che vuole sempre più diventare cuore pulsante, aprendosi alle meraviglie della Provincia e di ciò che lo circonda.
UN GRAZIE A SIR DENIS MAHON di Cristina Giannini
La concessione del prestito dei dieci quadri di Luca Giordano in deposito presso la National Gallery ed oggi esposti a Palazzo Medici Riccardi è in gran parte dovuta alla generosità e alla lucida intelligenza di Sir Denis Mahon che ne è il proprietario e che ha accolto la richiesta di Cristina Acidini di farli tornare a Firenze da cui mancavano da troppi anni.
Un personaggio quindi che merita di essere " raccontato ".
Nel 1932 Frank Brooks eseguì un raffinato ritratto di Denis Mahon poco più che ventenne, che regge il volume di Pietro Toesca sulla pittura Italiana del Medioevo.
Poco dopo il giovane, educato a Eton e ad Oxford, ove era in contatto con Sir Kenneth Clark, avrebbe iniziato ad occuparsi della pittura italiana del Seicento, un campo di indagine nuovo non solo per la Gran Bretagna, e del quale era destinato a diventare uno dei principali studiosi e collezionisti.
Il suggerimento di Clark di 'guardare' a Guercino e le lezioni del tedesco Nicolaus Pevsner al Cortauld Institute di Londra, rappresentano la svolta decisiva, e l'apertura di una mai conclusa stagione dedicata alla scoperta dei grandi maestri bolognesi del Seicento; dai Carracci, di cui per primo Sir Mahon mise in luce l'eclettismo, a Domenichino, a Guido Reni, ai più recenti studi su Poussin.
In Inghilterra non esisteva una scuola accademica per lo studio della Storia dell' Arte e il mondo dell'arte era dominato dagli amateurs, dai collezionisti, dai critici...
in tono minore dai conservatori dei musei.
In questo ambiente -fra gli anni trenta e quaranta del secolo scorso- Mahon riuscì a collezionare dipinti e disegni dei maestri che stava studiando, ancora reperibili sul mercato a prezzi accessibili; e tutto questo accadeva, ricordiamolo, negli anni difficili del secondo conflitto mondiale, e del dibattito fra le correnti critiche che si stavano lentamente formulando.
Sir Mahon, che si distingue, oltre che per il raro acume di connoisseur, per la capacità di coniugare la tradizione culturale britannica con il rigore filologico germanico, ha avuto in Italia, e in particolare a Bologna e a Roma, una seconda casa; le nostre collezioni sono state il luogo delle sue affinità elettive.
A questo studioso, la cui bibliografia sconfinata non possiamo elencare in questa sede, va riconosciuto il merito di aver lavorato sempre con grande umiltà, tornando sui suoi scritti fino ad oggi per correggere quelli che reputava degli errori, prestando con libertà e generosità le opere della sua collezione in occasione delle grandi mostre organizzate in Italia.
Sir Mahon ha partecipato a molte iniziative tecniche e scientifiche promosse nel nostro paese, coinvolto da Cesare Gnudi, fino dal 1956, in una serie di manifestazioni che ebbero i loro momenti più significativi nella mostra L'ideale Classico nella Pittura del Seicento e nelle numerose pubblicazioni edite in occasione delle celebrazioni per il IV centenario della nascita del Guercino.
Lo studioso aveva acquistato il suo primo Guercino nel 1934 ed ha continuato ad ampliare la sua collezione fino agli inizi degli anni Settanta.
Il suo desiderio era ed è quello di 'donare' le sue conoscenze e il suo amore per l'arte italiana ad un pubblico più vasto, e a questo si deve l'attuale dispersione della sua raccolta (79 dipinti e un corpus straordinario di disegni del Guercino) nei principali musei inglesi, irlandesi ed anche italiani.
Con l'istituzione della Fondazione Cesare Gnudi a Bologna e con la collaborazione dell'amico Andrea Emiliani, alcune opere, tra le più straordinarie della nostra cultura figurativa sono rientrate per lascito permanente in Italia: la Sibilla di Guido Reni ne è solo un esempio.