(23 marzo 2005) – I dati, illustrati dal responsabile dell’Ufficio Minori della Questura di Firenze Enza De Fusco, sono emersi oggi in un convegno promosso dalla Provincia di Firenze, nella Villa Montalvo di Campi Bisenzio, a cura dell'Osservatorio sociale provinciale (Osap). I lavori, in cinque sessioni di studio e confronto, sono stati introdotti dal Presidente della Provincia, il Sindaco di Campi Bisenzio e l'assessore provinciale alle Politiche sociali. "Vogliamo aiutare i piccoli a riemergere dalla loro condizione di silenzio e di dolore – hanno detto il Presidente della Provincia e l’assessore provinciale alle Politiche sociali – Siamo davanti alle evidenze di un fenomeno che comprende oltre agli abusi sessuali, anche maltrattamenti e sfruttamento dell’infanzia".
I dati illustrati al convegno sono riferiti ai diversi livelli: nazionale, regionale e provinciale e provengono dall'Istituto degli Innocenti, dalla Regione Toscana, dalla Questura di Firenze e dall'Ospedale di Careggi, insieme a un rapporto del Ciriec (Centro italiano di ricerche e d’informazione sull’economia pubblica, sociale e cooperativa).
Un reato che, oltre alla violenza sessuale, si registra con frequenza è la pedo-pornografia minorile.
Dal 2002 al primo semestre del 2004 sono stati acquisiti 41 casi di pornografia minorile (8 nel 2002, 18 nel 2003 e 15 nel primo semestre del 2004).
Circa le fasce di età in cui si consumano gli abusi sessuali, solo nel 2003 la percentuale è stata del 10,5 per cento tra 0 e 5 anni; 15,8 tra 6 e 10; 42,1 tra 11 e 13; 31,6 tra i 14 e i 18 anni.
“Recenti indagini – spiega De Fusco - hanno fatto emergere il coinvolgimento di minori, soprattutto stranieri, in fenomeni criminali più articolati, quali il traffico e la tratta di esseri umani e nel successivo impiego degli stessi non solo nell’accattonaggio, ma anche in attività illecite quali furti, scippi, spaccio di droga”.
Raramente la vittima del reato denuncia l’abuso subito.
E’ necessario sottolineare che in tutti i casi di abuso sessuale “vi è anche una violenza psicologica, sebbene non sempre quest’ultima si esprima nelle forme di denigrazione verbale o di svalutazione esplicita: spesso si tratta di bambini trascurati che non riescono a fidarsi dei genitori e a confidarsi con loro quando vengono abusati da persone estranee alla famiglia o che, quando subiscono abuso da uno dei genitori, non vengono protetti e /o tutelati affatto dall’altro genitore non direttamente abusante”.
Circa le segnalazioni, la maggior parte vengono dai genitori dei bambini e dai servizi sociali territoriali.
Seguono poi i referti medici e le denunce anonime. I dati non rispecchiano la reale consistenza del fenomeno degli abusi commessi ed è “risaputa la difficoltà da parte dei genitori, delle vittima, e alcune volte anche delle strutture sociali, a denunciare i fatti-reato”.