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Di Giorgi: La Rete strumento di democrazia
Idra: Assessore Bevilacqua, non chiamiamola partecipazione
Un esempio per tutti: il caso San Salvi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 novembre 2004 02:15

Che cosa significa per i Comuni italiani essere digitali? Adesso che la corsa a Internet non rallenta il passo, la crescita delle amministrazioni presenti in Rete non è più vorticosa ma si fa fisiologica e segna il tramonto dei miti della prima ora: dai siti vetrina ai servizi interattivi (i totem stradali o gli atti amministrativi riversati così com'erano sui siti Web) pensati per cittadini che il più delle volte nemmeno li volevano. Ma la rivoluzione c'è stata e gli enti locali, compreso il Comune di Firenze, hanno accelerato nello sviluppo dell'informatizzazione del territorio e nel processo di ammodernamento attraverso le nuove tecnologie con l'obiettivo di trasformare i cittadini in veri 'cittadini digitali'.

Di queste trasformazioni parla anche un nuovo manuale, "L'informatica del diritto", di Renato Borruso, Rosa Maria Di Giorgi, Leonello Mattioli e Mario Ragona, edito da Giuffrè. « Questo volume - ha spiegato la vicepresidente del consiglio comunale Rosa Maria Di Giorgi - nasce sulla base dell'esperienza maturata da me e dagli altri autori nell'ambito dell'insegnamento di informatica giuridica presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università di Perugia e nell'attività di ricerca presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Firenze.

Fra i numerosi argomenti affrontati nel libro, sono stati privilegiati quattro temi: l'informatica documentaria per la ricerca di leggi e sentenze, l'intelligenza artificiale applicata al diritto, le tecniche informatiche di supporto alla redazione di testi normativi, e infine l'informatica amministrativa. «Il processo di innovazione, di trasparenza e di efficienza del settore pubblico messo in moto dalle leggi Bassanini - ha aggiunto - trova in Internet un potente alleato perché la Rete è portatrice negli enti locali di una cultura gestionale che da sempre è prerogativa del settore privato: nei Comuni entrano logiche come la cosiddetta "customer satisfaction," la qualità totale, il marketing dei servizi e del territorio che richiedono strumenti di comunicazione avanzata e, di conseguenza, una riorganizzazione complessiva degli uffici».

Le amministrazioni che hanno cominciato per prime se ne sono rese già conto: «I Comuni più avanzati - ha proseguito Rosa Maria Di Giorgi - erano partiti realizzando servizi al cittadino che pochi usano: forse in futuro non sarà più così, ma oggi la cosa importante è che la pubblica amministrazione locale usi la telematica al suo interno per semplificare i processi e proporre al cittadino un sistema efficiente senza oneri amministrativi».

Al primo appuntamento di “Firenzeinsieme”, l’incontro pubblico di giovedì scorso a Castello su “La città che cambia, le aree di trasformazione”, Idra non c’era.

Una delegazione dell’associazione era appena uscita da un lungo incontro a Palazzo Vecchio (oltre due ore e mezzo) col vicesindaco Giuseppe Matulli, con l’assessore alla Partecipazione Cristina Bevilacqua e con un nutrito gruppo di responsabili tecnici del Comune, della Direzione Urbanistica e delle Nuove Infrastrutture. Si è trattato di un primo e utilissimo momento di confronto con la nuova Amministrazione, nel corso del quale sono state esaminate e discusse le principali criticità legate alla paventata realizzazione del progetto di Alta Velocità ferroviaria a Firenze, nel sottosuolo e in superficie.
Ma – lette le dichiarazioni dell’Amministrazione comunale di Firenze sull’incontro pubblico a Castello - una cosa Idra fa sapere subito e comunque: "La stessa Amministrazione ha dichiarato a Palazzo Vecchio – sconfortata - di non essere in grado di fornire informazione ai cittadini sui contenuti dei grandi cambiamenti ai quali la città viene sottoposta.

Un’ammissione che, apprezzabile sul piano dell’onestà intellettuale, suona assolutamente preoccupante per gli effetti che questa grave limitazione produce sul piano della democrazia e della trasparenza: quella di governare senza informare, cambiare senza avvertire, è una procedura del tutto inaccettabile, che può produrre mostri (la cronaca urbana e urbanistica degli ultimi anni è generosa al riguardo)".
Idra ha spiegato al vicesindaco Matulli e all’assessore Bevilacqua che non si dà partecipazione senza informazione, e che l’informazione deve precedere - non seguire – le decisioni dell’Amministrazione (in realtà a Firenze non si assicura informazione, come è stato ammesso, né prima né dopo).
"Come si fa a convocare – ha chiesto Idra - un’assemblea a Castello, l’altra sera, e a definirla un appuntamento di partecipazione, senza illustrare ai cittadini i contenuti dei progetti che riguardano da vicino quel quartiere? Perché, prima che il Consiglio comunale decida – lunedì 8 novembre – sullo scavalco ad Alta Velocità di Castello, non si informa la cittadinanza sui contenuti di un progetto che cambierà la vita al quartiere per almeno tre anni e mezzo? I processi decisionali, ahinoi!, si svolgono in luoghi e tempi del tutto indipendenti dagli orizzonti di conoscenza e dalle possibilità di contributo della popolazione.

Da chi mai dovrebbero prendere l’informazione, i cittadini, se non dall’Amministrazione?
Non si comprende dunque come l’assessore alla Partecipazione Cristina Bevilacqua, di ritorno dall’incontro pubblico di Castello, definito il primo degli appuntamenti di un percorso di partecipazione per il programma di governo della città, abbia potuto dichiarare (comunicato stampa di ieri di Palazzo Vecchio), solo poche ore dopo avere confessato a Idra l’incapacità strutturale del Comune a informare: Siamo soddisfatti di come stanno andando questi incontri e delle tematiche che emergono.

Per questo l'amministrazione ha deciso che il percorso di partecipazione non si concluderà a dicembre con la votazione sul programma di mandato in consiglio comunale, ma verrà trasformato in un vero e proprio metodo di lavoro da utilizzare durante l'intero mandato amministrativo".

Il 2 novembre il comitato per San Salvi ha incontrato la presidente del quartiere 2 e i presidenti delle commissioni Ambiente e Urbanistica. O meglio solo due, qualche altro tecnico e uno studente. La presidente aveva un altro impegno e dopo mezz’ora se n’è andata.
I tecnici hanno difeso il progetto in ogni punto, in particolare: le residenze private – non ci sono soldi, o si ricavano dai privati o non si può fare nulla.

Occupanti - non si può cedere, tra i diversi senza casa, a chi ha più forza perché occupa. Però il progetto è ancora tutto aperto apertissimo, tutti possono dire la loro.
A presidente assente, l’architetto Cocchi afferma che nessuna attività socioculturale verrà allontanata da San Salvi; il cinema non verrà demolito; il parcheggio che il comitato considera scandaloso, quello incuneato tra le due ali del Giardino pubblico già esistente in effetti sta nel verde, verrà quindi alberato.

Non se ne può fare a meno perché servirà ai residenti privati degli appartamenti sui mq 11.500 che non verranno venduti, ma dati in concessione (per 99 anni) con vincoli precisi, dovuti all’intervento della Sovrintendenza alle Arti: non ci potrà essere alcuna recinzione, né qui né intorno al palazzone ASL, né alcuno potrà parcheggiare sotto casa. L’architetto dichiara che questo è un percorso difficile, ma lui è personalmente impegnato a farlo rispettare. Per gli 11.500 mq non si tratta di una cartolarizzazione, stando alle parole dell’architetto.

E’ piuttosto qualcosa di simile alla S.P.A. Parcheggi o a Publiacqua: la proprietà del terreno rimane pubblica, ma la gestione va ai privati. Chi sarà il privato che si accolla i costi della concessione? Un pool di banche, di immobiliari? Per ricavarne profitto, quali cifre astronomiche dovranno sborsare gli utenti di ogni singolo appartamento? Per CHI dunque vengono ristrutturati i padiglioni?
Ma come ci si avvicinerà all’area visto che via Tito Speri è un budello già oggi intasato, via del Mezzetta è trafficatissima e il sottopasso della ferrovia di via del Gignoro è luogo di code chilometriche? I tecnici dissertano su come ridurre la velocità dei veicoli su via del Mezzetta all’altezza del costruendo parcheggio multipiani di fianco alle Poste: una rotatoria? altre soluzioni?
Gli abitanti del quartiere non sapevano nulla del progetto San Salvi prima che il comitato si mobilitasse.

L’architetto rivendica il lungo lavoro svolto dai responsabili del comune per attuare la partecipazione fin dal 1999: incontri con i Capi degli istituti scolastici e dei Consigli d’istituto, con il Quartiere 2, con “organismi pubblici che hanno tutti sottoscritto il programma”.
Il Comitato comunque organizzerà una riunione martedì 9 novembre. Sono state scritte e spedite le richieste di audizione al sindaco, alla commissione Ambiente e a quella Urbanistica. Tutto quanto è stato detto nel corso dell'incontro del 2 novembre non è contenuto in delibere.

Sembra proprio, non vi pare, che l’informazione a Firenze si possa avere solo con la mobilitazione? A meno che non si frequentino certi salotti buoni.

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