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Palio di Siena: continua il confronto sulla moria di cavalli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 agosto 2004 17:40

Osceno, secondo il Codacons non aver interrotto la corsa, mentre da Siena si ricorda che anche alle Olimpiadi è morto un cavallo belga.
Sul Palio di Siena il Codacons, che già negli anni passati ha presentato denunce contro la efferatezza della competizione che non ha nulla della gara sportiva, chiede che la Magistratura indaghi per concorso nell’uccisione del cavallo e per associazione a delinquere la Regione che ha autorizzato la corsa, il Comune che l’ha organizzato e il Monte dei Paschi e chiunque altro la abbia finanziata.

In particolare, si chiede di agire per omissione di atti di ufficio e tentato omicidio e lesioni gravi nei confronti degli organizzatori che non hanno immediatamente interrotto la corsa. “E’ stato uno spettacolo osceno – ha dichiarato il presidente del Codacons avv. Carlo Rienzi – non aver interrotto la corsa ha messo a rischio la vita dei due addetti ai soccorsi che tentavano di trascinare il cavallo fuori della pista. Quindi non si tratta solo di agire per l’uccisione del cavallo ma anche e soprattutto per tentate lesioni gravissime se non omicidio nei confronti dei due addetti”.

Quanto alle affermazioni del on.li Realacci e Vigni che hanno fatto approvare la legge sui maltrattamenti degli animali con un emendamento che esclude il Palio di Siena, questo emendamento non potrà essere applicato dal Giudice di Penale ma rimesso alla Corte Costituazionale. Infatti, checchè ne pensino i due deputati molto interessati ai voti della provincia di Siena gli animali, come gli uomini, sono tutti uguali, sia che gareggino nel Palio sia che tirino un carretto. “Non si può quindi - ha concluso Rienzi – trattare come se fosse un oggetto il povero cavallo del Palio solo perchè gli uomini insensibili e che non amano gli animali hanno deciso che è diverso dagli altri”.


"Pochi giorni fa, il 15 agosto in un’altra delle tante giostre che si corrono in Italia un purosangue ha perso la vita. Non risulta che alcuna delle associazioni che con tanta premura e sollecitudine attaccano Siena abbia analogamente protestato così come nessuno ha in egual modo protestato per la morte di Over e Over alle Olimpiadi. Segno inequivocabile della strumentalità delle accuse degli animalisti verso il Palio di Siena". Carlo Faillace, professore e responsabile della Proequo, associazione di volontariato per la protezione del cavallo, interviene sulle polemiche e le accuse di cui è stato oggetto il Palio di Siena dopo l’incidente a Amoroso.

"Perchè non dicono nulla su quel caso? - continua Faillace - Nel Palio di Siena possono correre solo mezzosangue, gli animali sono selezionati sulla base di misure specifiche coerenti con le caratteristiche di Piazza del Campo. Poi sono addestrati durante l’inverno, il loro stato di salute è continuamente controllato e tante sono le misure di sicurezza introdotte. Chi si scatena contro Siena dovrebbe sapere che invece nella giostra di cui ho parlato prima e in tante altre si impiegano solo purosangue dismessi dagli ippodromi, perché già lesionati.

Chiedano, come ho già fatto io con la mia associazione, che vengano prese le giuste precauzioni e modifiche. Le denunce, inoltre servono solo a far rumore e sono inconcludenti. Si ottiene di più con il dialogo e la convinzione, ma per far questo bisogna anche avere le carte in regola". "La tempestività con cui sono stati emessi comunicati stampa ed espressi giudizi nel caso dell’incidente ad Amoroso è la prova della strumentalizzazione che si fa. Io ero a Siena – racconta Faillace – non sapevamo ancora con certezza ciò che era accaduto e già erano stati dettati comunicati stampa con annunci di denunce.

Un tempismo veramente sorprendente, che giustifica i grossi dubbi che vengono in mente, fortunatamente, non a me solo. Noi di comunicati non ne abbiamo fatti, perché ci è parso (cito il Rigoletto) che "Slanciare il cane a leon morente è vile, o Duca…" e io so quanto si sta facendo a Siena e quanto è in progetto". "Laddove non c’è visibilità – osserva ancora Faillace - non si sente nessuno. A Roma, per esempio, ho denunciato spesso a Monica Cirinnà vicepresidente vicario di Roma, la situazione dei cavalli che trainano le carrozze (le botticelle), costretti a stare tutto il giorno sotto il sole, respirando lo smog della città, sono costretti a camminare sull’asfalto e hanno i piedi incastellati.

Qui non si tratta di una fatalità o caso fortuito. Su questi casi non mi sembra che si sentano associazioni varie, così come non sono stati presi provvedimenti neppure in forma di progetto da parte del Comune di Roma". "L’incidente accaduto a Siena lo scorso 16 agosto – dice – è stata una vera e propria fatalità, una vera e propria disgrazia. Abbiamo fatto molte cose insieme a Siena negli scorsi anni per arrivare a definire le misure di sicurezza che stanno nel Palio e tante ne faremo.

La salute del cavallo è interesse primario di Siena e dei senesi. Il Palio è tradizione, cultura, senso di comunità, amore tutela per gli animali. Ho visto più attenzione per i cavalli a Siena di quanta ne vedo negli ippodromi dove ogni settimana muoiono cavalli nel silenzio generale, poichè la visibilità televisiva delle corse in ippodromo è molto ridotta e quindi occuparsi di quelle disgrazie dà poco risalto. Eppure, se non ricordo male, le vittime negli ippodromi durante il 2003 sono state circa 200".

"Si indignano solo su Siena - conclude Faillace - perchè la città due volte l’anno diventa un forte centro di attenzione e attrazione. Per questo la usano per farsi pubblicità. Nel resto dell’anno non si fanno vedere. Alle prove sia di luglio che di agosto io c'ero, ma non ho visto altri".

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